La produzione per Coviro avviene grazie a Cab comprensorio cervese, che gestisce un migliaio di ettari di terreni sabbiosi, vocati per i vivai. Ogni anno coltiviamo circa 25 ettari di vivaio fragola e una decina per l’asparago. I terreni sabbiosi sono ideali per ottenere un prodotto di qualità e per questo siamo sempre alla ricerca di nuove estensioni. Inoltre siamo una delle poche realtà in Italia a vendere la radice dell’asparago, detta zampa.”
Il ciclo di produzione delle due colture è simile: inizia in primavera con la semina dell’asparago e il trapianto delle fragole; prosegue con la coltivazione nei mesi successivi, poi da dicembre a marzo iniziano la raccolta, la selezione e la conservazione in frigorifero. La vendita si svolge da gennaio fino a ottobre per la fragola e da febbraio a giugno per l’asparago. Un andamento che segue la natura e tiene al riparo Coviro dal problema del reperimento di manodopera.
“Uno degli aspetti più importanti è che contribuiamo a dare lavoro ai braccianti, soci della cooperativa. Poi da dicembre a marzo, per gestire il magazzino, la Cab assume oltre 100 persone addette alla raccolta, alla selezione e confezionamento del prodotto. Reperisce personale italiano e straniero che vive nel territorio, per la maggior parte femminile.
Si tratta di persone che nei mesi estivi lavorano nel settore turistico come stagionali e che riescono nel periodo invernale a trovare un’occupazione, integrando il proprio reddito. In altri vivai la manodopera arriva dall’estero, noi abbiamo personale femminile che ha famiglia qui.”
Il mercato di Coviro trova acquirenti per le piante di fragole per il 50% in Italia e per il 50% all’estero, nel 2021 ha raggiunto 28 paesi differenti, in tutt’Europa. Tiene contatti costanti in Africa in paesi come Etiopia, Kenia e Ruanda; in Turchia e negli Emirati Arabi commercializzando diverse tipologie e varietà, incontrando il gusto e la cultura di ciascun paese. Se l’Italia ama il frutto allungato, nel nord Europa prevale la forma a cuore.
“Commercializziamo le zampe di asparago prevalentemente in Italia, nel Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto,” prosegue Sbrighi. “Stiamo cercando di sviluppare l’estero, ma c’è molta concorrenza, soprattutto olandese. Il consumatore italiano predilige e acquista l’asparago verde, in Europa è apprezzato il bianco, prodotto sottoterra. Le nostre varietà sono in prevalenza di asparago verde. Ma produciamo anche tipologie di asparago selvatico e viola. Abbiamo una clientela molto diversificata, dai piccoli produttori ai grandi gruppi.”
Oltre alla produzione tra le attività qualificanti di Coviro ci sono la ricerca e la divulgazione: vengono infatti finanziati studi su nuove varietà di fragole per ottenere piante robuste, adatte alla coltivazione con tecniche biologiche. “Ricerchiamo la qualità dei frutti in termini di sapore e la presenza di ottime caratteristiche organolettiche,” assicura il direttore commerciale. “Si tratta di un frutto delicato. E come nel caso dell’asparago contiene sostanze antitumorali e vitamina C.”
La società consortile da Cervia partecipa a diverse manifestazioni di settore come il Macfrut di Rimini, l’International Asparagus Day o la Fiera di Karlsruhe in Germania. Nel 2021 l’International Asparagus Day, è stata l’occasione per Coviro di organizzare visite in campo e iniziative di divulgazione. Ma a destare preoccupazione al momento è la situazione politica ed economica.
“A causa del conflitto in Ucraina,” conclude Sbrighi, “c’è grande incertezza, con l’aumento dei costi dell’energia, delle materie prime, dei concimi, non sappiamo quando ci costerà una pianta il prossimo anno. La pandemia inaspettatamente ha avuto effetti positivi sui consumi, la gente andava a far la spesa tutti i giorni e consumava italiano. In questo modo abbiamo sentito meno la concorrenza spagnola.
Ora ci sono maggiori difficoltà per le condizioni climatiche, le nostre sono colture che hanno bisogno di tanta acqua, le piante poi sono ricadute fra le sanzioni imposte alla Russia, mentre dall’Ucraina non arrivano i concimi, ma noi abbiamo cicli biologici che non si adattano ai fenomeni contingenti. Abbiamo concordato con la Cab il trapianto dei nuovi vivai nell’incertezza attuale, ma pensiamo che grazie alla diversificazione sia delle varietà che delle tipologie di piante offerte avremo un anno comunque positivo.”