E che accanto agli attori pubblici sta trovando attiva complicità anche in un settore economico come quello della ristorazione, al di là delle difficoltà occupazionali ed economiche. Un manipolo di imprenditori ha infatti deciso di scommettere sul futuro con i propri ristoranti a Rimini, proprio e di una città in divenire.
È quindi attraverso i loro progetti che raccontiamo questa evoluzione. Dall’Avamposto al Birrodromo, dalla Chesa de Vein al Chiosco di Rinaldini. Dal Circolino (del tennis) al Rockisland. Sei progetti diversi per background e target, ma tutti con la voglia di sfidare il futuro, tra nuovi format e tradizioni reinterpretate.
Il nostro percorso comincia dalla punta della palata tanto cara ai riminesi. Qui l’iconico Rockisland quest’anno cambia formula e mood. Il locale, di proprietà di Pompeo Pivi, titolare di Petroltecnica, da qualche settimana è stato preso in mano da un pool di imprenditori messo insieme dall’ex sindaco Andrea Gnassi, vero promotore di questa nuova avventura.
“È una sorta di factory nella quale, tra buon cibo e buoni drink, libertà, musica e poesia”, ci spiega Gnassi. “Lo chef Giuliano Canzian insieme alla moglie Enrica Mancini (Dallo Zio, Marianna e altri), i ragazzi del Peacock e Claudio Berardi (per tutti Spadino), collaborano per regalare momenti di piacere e relax, dall’aperitivo al tramonto al dopo cena, più qualche speciale colazione, in un luogo che è un po’ Ibiza, un po’ California e un po’ Isola delle Rose.”
Ma che soprattutto è tanto Rimini e punta a riaffermarsi come locale di riferimento tra “infradito e tacchi a spillo, smoking e bermuda”.
A pochi metri da qui, tra i ristoranti a Rimini, sul piazzale del porto, ha riaperto dopo una lunga chiusura un altro luogo emblematico per la comunità riminese. Oggi si chiama Avamposto, ma per decenni è stato il Ristorante dei Marinai, sede anche dell’ANMI – l’Associazione Nazionali Marinai d’Italia, proprietaria dell’immobile.
“Questa era la Stazione di Vedetta della Marina Mercantile,” ci racconta Yuri Guidi che con il padre Daniele gestisce ora il locale. “E per noi, che in questa zona abbiamo radici, affetti e interessi (Strampalato e Club Nautico), è sempre stato un sogno quello di ridare lustro a questo piccolo grande gioiello di architettura razionalista con vista sul porto canale.”
Con questa passione e lungimiranza Yuri e Daniele riconsegnano alla comunità una struttura monumentale con un importante intervento di recupero che consente agli ospiti di godere di uno spazio su 3 livelli nel quale gustare alcuni piatti di mare della tradizione abbinati a un’eccellente selezione di cocktail, vini e birre.
Sempre sul mare un altro dei ristoranti a Rimini si è rifatto il look, soprattutto in cucina. È il Circolino (presso il Circolo Tennis), da quest’anno nelle giovani e creative mani dei fratelli Alex e Riccardo Santolini.
“Dopo l’esperienza all’Osteria Franca all’interno del Pizzicagnolo Officina Alimentare”, ci spiega Alex, “gestito da nostro zio Roberto Filippi (alias Bubana), cercavamo un luogo dove poterci mettere in proprio e creare un’osteria di pesce moderna, attenta al territorio ma con un tocco di internazionalità.”
Il Circolino apre la mattina con le colazioni e arriva a tarda sera con un intrigante e divertente american bar con cocktail ricercati e un piacevole dj set. Tutto questo con un sogno a medio termine: stare aperti tutto l’anno.
A monte della ferrovia, a pochi passi dalla stazione, ecco il nuovo Birrodromo. Ricavato all’interno di una struttura storica che fu prima stazione del treno Rimini-Novafeltria e poi stabilimento delle Ferrovie Padane, è il fratello dell’omonimo locale riccionese. Il progetto di recupero di uno spazio industriale abbandonato nasce dalla creatività di Lorenzo Carigi, giovane imprenditore riminese.
“Dopo alcuni anni di lavoro all’estero mi era venuta voglia di fare qualcosa di particolare nella mia città”, ci dice Lorenzo, “e quando ho visto questo luogo, mi è venuta subito l’idea di una ristrutturazione sul modello di quanto visto in diverse città europee. Ho condiviso il progetto con i soci del Birrodromo originario: Fabio Ubaldi, Paolo Amedei, Stefania e Roberta Tosi.
Gli è piaciuto e così abbiamo fatto rinascere questo spazio con una proposta food & beverage solida, fatta di hamburger di qualità, pizze e specialità di carne a filiera corta accompagnate da specialty beer e drink”. Con Lorenzo a guidare il locale, aperto tutto l’anno, c’è Gianprimo Sarti, riconosciuto frontman di vari locali riminesi.
Lungo questo fil rouge gastronomico ci avviciniamo al centro storico. Ed ecco la Chesa de Vein, altro pezzo di storia locale insieme agli altri ristoranti a Rimini. Chiuso da tempo, questo ristorante, che per molti anni è stato anche luogo di ritrovo delle società di calcio e basket riminesi, trova finalmente una nuova vita grazie all’iniziativa di un imprenditore come Rino Mini.
La Chesa de Vein, che sorge laddove secoli fa c’era la Chiesa di San Girolamo e di cui oggi resta ben visibile l’Oratorio di San Giovannino, ha riaperto i suoi cancelli “con un’offerta completa”, illustra Mini, “che va dalla pizzeria alla cucina di mare e di terra, con il pescato del giorno e le carni di allevamento locali insieme a verdure e ortaggi biologici, anche da orti di nostra proprietà”.
Il desiderio di Rino è quello di riaffermare questo luogo, completamente ristrutturato, come il “ristorante dei riminesi”, così come era stato durante la mai dimenticata gestione di Bruno Giorgini, grazie “ad una cucina riconoscibile più di sostanza che di apparenza, e a prezzi accessibili”.
E per finire in dolcezza, eccoci alle spalle di Castel Sismondo, oggi Fellini Museum. Qui, nella cornice dell’arena intitolata a Francesca da Rimini, c’è il nuovo Chiosco di Rinaldini. Una formula giovane e veloce quella pensata dal celebre pastry chef riminese Roberto Rinaldini, che spazia dalla spianata romagnola, ma gourmet, alla colazione con granite siciliane fino ai cocktail innovativi.