Dal 1973, anno in cui gli fu affidata la conduzione della Casa di Cura Villa Maria di Cotignola, Ettore Sansavini ha lavorato caparbiamente con un’idea ben chiara in mente. Rendere disponibile in tutto il Paese l’offerta sanitaria di alta specialità (come la Cardiochirurgia) che fino ad allora era appannaggio solo dei grandi policlinici universitari.
Oggi che la sfida è vinta e GVM Care&Research è uno dei maggiori gruppi italiani del settore della sanità, ricerca, benessere, cure termali e industria biomedicale, il suo amore per le sfide lo ha portato a spingersi ancora oltre. A immaginare un nuovo umanesimo delle cure che passa attraverso tecnologia, ricerca e Intelligenza Artificiale.
Senza dimenticare la sua Forlì e la Romagna, per le quali ha grandi progetti in serbo, a partire dal consolidamento dell’aeroporto Ridolfi, riaperto due anni fa insieme all’imprenditore Giuseppe Silvestrini con cui condivide la stessa idea di impresa e di valorizzazione dei territori.
Nel 2023 GVM Care&Research compirà mezzo secolo di storia. Qual è il suo personale bilancio di questi primi 50 anni?
“Quando nel 1973 mi sono lanciato nell’avventura della conduzione della Casa di Cura Villa Maria di Cotignola l’ho fatto come solo i giovani riescono a fare, credendoci fino in fondo e scommettendo tutto sul concetto, rivoluzionario, di una struttura innovativa, di alta specialità, che potesse portare nel Paese l’offerta sanitaria che fino ad allora era appannaggio solo dei grandi policlinici universitari. Era ed è una sfida riuscita che mi riempie di emozione. Dopo 50 anni, vedermi ancora oggi alle prese con nuovi obiettivi e nuove frontiere da esplorare, insieme ai miei collaboratori e alle nuove generazioni che sono in azienda, mi fa comprendere come talento e risorse siano beni da condividere per poterli perennizzare.”
Qual è il suo rapporto con Forlì? Cosa apprezza e come vorrebbe che fosse?
“Appartengo sempre a Forlì, anche quando sono altrove. La Forlì che vorrei è giovane, europea, aperta al turismo nazionale ed internazionale. Impegnata nell’innovazione senza tralasciare l’importanza di tenere vivo il centro storico come luogo di aggregazione e di sviluppo commerciale. Apprezzo molto l’impegno dell’amministrazione comunale sul progetto “Shaping Fair Cities”. Anche GVM Care&Research ha imboccato la strada della sostenibilità.”
Ha portato la sua attività in Italia e all’estero. Cosa porta con sé del suo essere forlivese e del suo carattere imprenditoriale?
“Porto il pragmatismo e la tenacia che caratterizza la provincia forlivese, ottimista e produttiva, curiosa e aperta a nuove scommesse. Si può dire che il mio modello imprenditoriale attinge forza proprio dalla mia storia individuale e dalla mia terra e si fonda sul rispetto per il lavoro, considerato sempre onorevole qualunque sia il ruolo, ispirandosi al principio della concreta intercettazione dei bisogni come missione imprenditoriale.”
Come è nata l’idea di investire nell’aeroporto con quello che considera un amico?
“Giuseppe Silvestrini e io condividiamo la stessa idea di impresa e di valorizzazione dei territori. Abbiamo pensato prima di tutto di restituire dignità ad una infrastruttura che vanta il primato di essere stato uno dei primi aeroporti nella storia italiana. E che negli anni ‘30 era il più grande aeroporto militare d’Italia. Le prime attività di volo risalgono al 1935, quando la Reale Unione Nazionale Aeronautica scelse di tenere proprio all’aeroporto di Forlì i propri corsi.”
Qual è la sua idea di sviluppo di questa importante infrastruttura?
“Puntiamo a riportare il nostro aeroporto a quel ruolo di centralità strategica che aveva in passato, ponendolo al servizio non solo di Forlì ma di tutta la Romagna”, continua Ettore Sansavini. La partnership con le compagnie aeree, tra cui Ryanair, assicurerà il rilancio di un’area storicamente a forte vocazione turistica, artigianale e industriale. Il piano prevede l’inserimento di nuove compagnie e nuove rotte, per ampliare lo sviluppo turistico dell’entroterra, oltre che della nostra riviera.
E vorrei anche evidenziare l’importanza dell’aeroporto per i nostri ospedali pubblici e privati che già oggi attraggono pazienti da altre regioni e anche dall’estero. Da non trascurare, inoltre, il collegamento con il porto turistico di Ravenna. Progetto per il quale auspichiamo un potenziamento della rete viaria Ravenna-Forlì.
Ci auguriamo anche una collaborazione con l’aeroporto Marconi di Bologna, per supportarlo nel far fronte alle sempre maggiori richieste. E speriamo in un crescente coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche, le fondazioni, le comunità montane e le associazioni imprenditoriali. Serve stringere una alleanza buona a favore dello scalo e della nostra collettività.”
Ettore Sansavini, cosa ha rappresentato per lei e per GVM Care&Research investire nelle Terme di Castrocaro?
“Le storiche Terme di Castrocaro, con il Grand Hotel in stile Art déco, immerso nel magnifico parco e totalmente recuperato, sono per me un gioiello da custodire e valorizzare.
Nate nel 1830 e accreditate con il SSN, si inseriscono in una visione imprenditoriale di servizi di cura, ricerca, prevenzione e benessere che stanno alla base di un concetto olistico di salute, con ottimi riscontri a livello sia nazionale che internazionale. Questo concetto trova piena realizzazione in Long Life Formula, il metodo adottato all’interno di Lucia Magnani Health Clinic. Del compendio termale fa parte anche il Poliambulatorio con un Centro Diagnostico ad alta tecnologia di ultima generazione.”
Che consiglio darebbe lei, Ettore Sansavini, ai giovani che sono il futuro del Paese?
“Ai giovani suggerisco di puntare su una formazione qualificata e di esplorare nuove opportunità, seguendo le proprie passioni anche quando l’impresa può sembrare ardua. Accostarsi a un nuovo progetto con slancio e coraggio, non accontentandosi di imitare chi li ha preceduti, ma cercando di creare nuovi modelli.
Le sfide dei prossimi anni saranno legate a nanotecnologie, genomica, robotica gestite con un approccio antropocentrico. La tecnologia restituirà una misura più umana nella gestione del tempo, delle risorse e nel creare nuove condizioni di vita e di salute.”
Quali progetti vuole ancora sviluppare in GVM Care&Research?
“Vorrei completare il progetto di digitalizzazione totale degli ospedali GVM Care&Research, percorso già avviato grazie all’utilizzo diffuso di dispositivi connessi tra loro e con gli operatori da remoto, con l’obiettivo di migliorare l’assistenza, la produttività e l’efficienza.
Vorrei che la sanità italiana fosse sempre più digitale a beneficio dell’innovazione dei percorsi di cura e sempre più antropocentrica: un nuovo umanesimo delle cure che passa attraverso tecnologia, ricerca e AI.