Energia del futuro

di Paola Francia
I modelli di produzione all’avanguardia di Hypertec Solution e ZERO3
Sole, acqua, vento, terra e mare: abbiamo in natura un vero e proprio tesoretto (poco sfruttato) di energia pulita. Dal fotovoltaico alle biomasse, passando per le pale eoliche e il geotermico, il futuro è green.

Tra le sfide che l’Europa si è posta in materia di clima ed energia c’è, infatti, quella di aumentare la quota di rinnovabili dall’attuale obiettivo del 32%, contenuto nel pacchetto sul clima Fit for 55. Fino al 45% entro il 2030, accelerando la transizione ecologica verso l’energia pulita.

Un traguardo ambizioso dal quale però l’Italia risulta ancora lontana. Pur avendo raggiunto nel 2015 l’obiettivo fissato per il 2020, l’energia rinnovabile consumata (17,5% – Fonte: Parlamento Europeo) risulta inferiore rispetto a quella di altri Stati.

C’è invece chi, in tempi non sospetti, e a pochi passi da noi, ha sposato con largo anticipo e con una visione di lungo raggio un modello di produzione energetica sostenibile. Dando vita a progetti innovativi e ad alto tasso tecnologico.

È il caso di Hypertec Solution, società di ingegneria meccanica e meccatronica. Con sede a Bertinoro e a Occhiobello, che a breve inaugurerà un nuovo punto strategico a Catania per offrire un’opportunità lavorativa a giovani ingegneri in terra di Sicilia. In una sorta di delocalizzazione al contrario. Nata nel 2000 dall’iniziativa di Enrico Pezzi, Daniele Bucci e Filippo Guidazzi, questa realtà ad oggi può contare sulla competenza di 80 ingegneri che lavorano nei settori dell’automotive, dell’aerospaziale e dell’energia, e non solo. Tra i progetti di punta di questo sito altamente tecnologico c’è il nucleare di generazione pulita per la produzione di energia.

“La conversione elettrica della mobilità non farà altro che incrementare la richiesta di elettricità. Che, solo parzialmente, potrà essere coperta con energia di nuova generazione proveniente da fonti rinnovabili,” spiega Daniele Bucci, Amministratore di Hypertec Solutions insieme a Filippo Guidazzi.

“In questo quadro, e con la necessità dettata dai cambiamenti climatici, un fattore imprescindibile nel futuro della generazione elettrica sarà rappresentato dal nucleare a fusione. Ci rendiamo conto che la sfida è ciclopica. Ma è alla portata dell’uomo e delle sue capacità. E riteniamo che sarà un settore in forte espansione nei prossimi decenni di cui Hypertec vuole essere un pioniere.”

Due i progetti ai quali collabora questo vero e proprio laboratorio che fa parte della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna. Il progetto ITER in Francia, che coinvolge Università, Centri di ricerca e sistemi industriali di Unione Europea, Svizzera, Cina. India, Giappone, Russia, Corea del Sud e Stati Uniti. Con l’obiettivo di costruire la macchina per la fusione più grande al mondo. E il progetto DTT (Divertor Tokamak Test) che vede ENEA ed Eni in un’alleanza strategica per l’energia sostenibile del futuro. “Le fonti fossili sono destinate a ridimensionarsi,” conclude Bucci. “E i governi dovranno marciare a ritmi sempre più spediti per la produzione di energie alternative.”

Nasce dall’esperienza ventennale nel campo della gestione dei rifiuti Gas Stabilizer. Il sistema di regolazione automatico per la captazione del biogas emesso dalle discariche e messo a punto dall’azienda cesenate ZERO3. Grazie a questa innovazione realizzata da Marco Antonini, ingegnere edile, e da Francesca Sandrini, ingegnere ambientale – nonché marito e moglie – è possibile trasformare i rifiuti in risorsa e produrre più energia che viene immessa nella rete elettrica nazionale.

“Il biogas è una fonte energetica rinnovabile che rappresenta una soluzione alternativa ai combustibili fossili sulla quale puntare per il futuro,” spiega Marco Antonini. “La sua produzione parte da materiali di scarto e può quindi favorire un’economia circolare.”

Brevettato nel 2019, il sistema Gas Stabilizer si è aggiudicato il primo premio assegnato da Legambiente nella categoria della Transizione Energetica. “Non esisteva un sistema che garantisse un livello di prestazioni e di precisione così elevato nella captazione del biogas”. Così continua il CEO di ZERO3, selezionata tra le tre migliori start up italiane nel 2020. Numerosi i vantaggi che derivano dalla sua applicazione. L’incremento di combustibile reso disponibile per la produzione di energia. L’eliminazione dei cattivi odori provenienti dalla discarica. Una maggiore sicurezza rispetto ai rischi di incendi.

Ad oggi l’azienda opera a Fano e in Abruzzo e ha contatti con produttori di motori di cogenerazione in Spagna e in Francia, oltre che collaborare con numerose aziende del cesenate.
“Dopo aver lavorato per molti anni in un’azienda nel campo dei rifiuti,” raccontano, “tre anni fa, proprio all’inizio della pandemia, abbiamo deciso di intraprendere insieme questa sfida e di fare un ‘salto’.

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In apertura, Daniele Bucci e Filippo Guidazzi della società Hypertec Solution e, sotto, il macchinario per la fusione del progetto ITER. Seguono, Marco Antonini e Francesca Sandrini dell’azienda cesenate ZERO3 e la discarica Aset.
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Ci siamo rimboccati le maniche. Non è stato facile ma abbiamo creduto in questo progetto, nella convinzione che l’energia pulita è l’energia del futuro di cui non possiamo e non potremo fare a meno.”

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