Circuito di Misano, la storia

di Emilio Salvatori e Cristina Zoli
50 anni di storia e passione del proscenio dei campioni MotoGP
Hanno superato il fatidico numero di 100.000 gli spettatori che, dal 2 al 4 settembre scorso, si sono affollati sulle tribune del Misano World Circuit “Marco Simoncelli” per partecipare allo straordinario spettacolo del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, 14a tappa del campionato mondiale di MotoGP.

 Un risultato per niente scontato specie in un momento estremamente delicato come quello che tutto il settore del motociclismo sportivo sta attraversando.

Del resto lo spettacolo non è mancato e ha avuto come protagonisti assoluti non solo le moto, che rappresentano nel mondo l’apice dell’ingegno motoristico italiano come i bolidi di Casa Ducati, ma due piloti che, giunti a 34 millesimi di secondo l’uno dall’altro dopo 27 infuocati giri, raccontano con la loro vita sportiva quanto questa terra – conosciuta universalmente come la “Terra dei Motori” – stia dando anche sotto il profilo sportivo al motociclismo.

Se Enea Bastianini, infatti, è un riminese DOC, Francesco “Pecco” Bagnaia è sì nato a Torino, ma fin da ragazzino si è formato come uomo e come pilota negli spazi di quel miracolo umano e sportivo che è l’Accademy VR46, nata tra le colline di Tavullia dal genio di Valentino Rossi e friends

Ma se il Ranch di Tavullia rappresenta la palestra dove si formano gli atleti della motocicletta, il Circuito di Misano, a non più di una manciata di km in linea d’aria, è il vero proscenio su cui si dipingono le gesta memorabili dei grandi campioni delle due ruote.

Un circuito che viene inaugurato nell’agosto del 1972, giusto in tempo per raccogliere con una struttura moderna, funzionale e sicura, l’eredità dei circuiti cittadini di Rimini, Riccione, Milano Marittima e Cesenatico.

Dove fino all’anno precedente si erano corse le gare motociclistiche che, se per la Riviera rappresentavano di fatto l’apertura della stagione balneare, per il mondo del motociclismo erano l’opportunità per i piloti di guadagnare lauti ingaggi, mentre le case potevano preparare al meglio la partecipazione al campionato del mondo ormai alle porte.

Con il tragico incidente di Riccione che si portò via Angelo Bergamonti, il 4 aprile 1971 termina quell’epoca pionieristica passata alla storia come la “Mototemporada romagnola” ma, per tutta una serie di circostanze, già un’altra è alle porte, trovando solo l’anno successivo pienamente funzionale un vero e proprio circuito moderno, catalizzatore dell’amore degli appassionati per le due e quattro ruote.

è il Circuito di Misano, o meglio, di Santamonica dal nome della località su cui fu costruito, che, nato sulla spinta di un gruppo di imprenditori, dopo qualche anno dall’inizio lavori taglia il traguardo il 6 agosto 1972 quando alla presenza di Enzo Ferrari viene inaugurato.

Se oggi il circuito, che dal 2012 è dedicato a Marco Simoncelli, è tra gli impianti di riferimento nel mondo lo si deve alla lungimiranza del gruppo Financo, che oltre alla proprietà lo guida, ma anche alla sinergia virtuosa che attorno alla struttura si è sviluppata tra privato e pubblico (Regione, Provincia, Comuni, Repubblica di San Marino, enti di promozione turistica), ben conscio dell’effetto che i grandi eventi hanno su un’economia locale fortemente incentrata nel settore dell’accoglienza.

Un impatto economico sul territorio della provincia di Rimini che uno studio nel 2019 ha quantificato in oltre 162 milioni di euro, mentre sono state 710.000 le room nights concentrate al 90% sulle strutture ricettive riminesi.

Risultati che sono frutto di un impegno costante nel tempo sia sotto il profilo progettuale che di investimento, per portare e mantenere la struttura del MWC “Marco Simoncelli” tra le eccellenze mondiali del settore. 

Cinquant’anni di storia che oggi trovano casa nel volume 50 anni di Corse. 1972-2022 edito da Giorgio Nada Editore che attraverso i contributi di Davide Bagnaresi, Marco Masetti, Sergio Remondino e Luigi Rivola, ripercorre la storia sportiva e imprenditoriale del circuito e “vuole rappresentare,” come ha detto Marco Montemaggi che ne ha curato la realizzazione, “il punto di arrivo di una storia iniziata negli anni Settanta, in un momento in cui la riviera adriatica viveva un periodo di grande sviluppo.

Quella energia, probabilmente, fu alla base dell’idea di costruire il ‘Circuito del mare’, così come all’epoca i giornali chiamavano questo luogo.”

“Un’opera preziosa durata 3 anni,” ha commentato Andrea Albani, managing director di MWC, “in cui trova sostanza la ricerca finanziata e condivisa con l’Università di Rimini che ci ha permesso di comprendere il valore sportivo, culturale e d’impresa di questo fenomeno unico, che nel tempo è diventato un prezioso patrimonio che, connettendosi al territorio, ogni giorno evolve e cresce.”

In apertura Enea Bastianini davanti alla Bruta Pela e ai suoi tifosi. Qui, alcuni scatti storici dell’Archivio fotografico Minghini provenienti dalla Biblioteca Gambalunga.

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