“Quella che mi piace definire l’Edizione Zero del maggio 2016 è nata da un’opportunità, dopo la cancellazione di un evento di artigianato in Toscana a cui mia mamma avrebbe dovuto partecipare,” racconta Isabella.
“Abbiamo deciso di cogliere un’occasione e sviluppare l’idea, animando un nostro disegno interiore e richiamando anche alcuni artigiani proprio di quella realtà toscana.” E a quel primo evento, tenutosi nel parco di un Bed&Breakfast in un maggio soleggiato, sono giunte tantissime persone. “È stata un’edizione di prova dove ci siamo messe in gioco. Ricordo ancora quelle giornate in cui abbiamo tagliato e raccolto fiori selvatici, lungo la strada, allestendo i vasi di fiori e curando ogni dettaglio.”
Da allora, a esclusione del 2020, il Gipsy Garden ha iniziato il suo viaggio facendo tappa due volte all’anno in diverse location della Romagna – l’ultima edizione di settembre si è tenuta ai Magazzini del Sale di Cervia – per un weekend dedicato all’artigianato, alle performance artistiche, alla musica e al cibo.
“Il Gipsy Garden è dedicato a chi ha ancora nel cuore la voglia di sognare, come si faceva da bambini,” racconta. “Nasce anche per condividere esperienze e del tempo di qualità, momenti che, dopo gli ultimi due anni, sono preziosi e speciali. Ho notato infatti che in entrambe le edizioni, sia quella invernale che quella estiva, le persone si godono interamente la giornata, lasciandosi meravigliare dalle diverse forme di artigianato, mestieri, idee, danze di mani che creano parole, voci. Ma anche soprattutto per lasciarsi stupire da qualcosa che non ti aspetti. Non a caso, per gli spettacoli tendo a non precisare l’orario, anche se mi viene chiesto, perché credo che sarebbe come togliere il momento sorpresa.” Un weekend in cui ritrovare la bellezza dei momenti vissuti in maniera più leggera, senza fretta.
“Tutto anche grazie agli artigiani che credono nel progetto, alla loro fiducia e alle voci che si uniscono a questo palcoscenico, dove di volta in volta vanno in scena storie di artigianato e quindi professioni da conoscere e da scoprire, mestieri da custodire. Allo stesso tempo il palcoscenico è diventato tale anche per gli artisti, che spesso abbiamo incontrato proprio per strada in città e che abbiamo invitato a prendere parte al Gipsy.”