Dopo le prime esperienze da dilettante, Mauro Malafronte ha avuto la fortuna di incontrare artisti che lo hanno incoraggiato, tra cui Alessandro Liotta, Filippo Zoli e Giuseppe Bedeschi. In particolare ha avuto quel supporto necessario per chi è all’inizio dall’astrattista Silvio Formichetti, portato poi alla Biennale di Venezia da Vittorio Sgarbi. Da lui ha appreso la tecnica e ha compreso che nell’astratto devono entrare l’intimo sentire e il mondo interiore dell’artista con le sue tensioni, i suoi tormenti, le sue esaltazioni.
I quadri gestuali degli esordi di Mauro Malafronte nascono da un’esigenza espressiva e comunicativa, dal bisogno di trovare uno sfogo liberatorio che potesse alleggerire l’impegno nel lavoro.
“All’inizio è stato quasi un gioco,” dice. “Poi, strada facendo, è diventato una parte importante della mia vita perché, quando entri in questo mondo, qualsiasi cosa vedi la colleghi subito a un quadro, entri mentalmente nell’opera che farai e che pertanto è già interiorizzata prima dell’esecuzione, a cui non ti puoi sottrarre.”
Per Mauro Malafronte l’emozione si fa gesto e trova nel colore la modalità espressiva adeguata. Per i quadri astratti, che non ha mai abbandonato, parte da un fondo bianco e poi con il nero dà la base dell’immagine per la quale usa colori primari come il blu, il rosso e il giallo. Colori distribuiti molto velocemente per lasciare l’impronta del vortice delle emozioni, a volte anche violenta, col tempo un po’ addolcita.
Ha sempre lavorato a terra perché, come diceva Pollock, si deve girare attorno al quadro per immergersi dall’alto nell’immagine. E anche perché per questo tipo di pittura ci vuole una base resistente per un gesto abbastanza potente, non sopportato dalla tela su cavalletto.
Nella sua ricerca, Mauro Malafronte è arrivato a realizzare una macchia perfetta di colore che ha chiamato “Catch the moment”. Dopo vari esperimenti ha scoperto che solo con una sfera di vetro contenente colore, lanciata da una certa altezza sulla tela pulita, riesce a ottenere una macchia perfetta.