Fabrizio Gavelli, cinquantatre anni, forlivese di nascita e cittadino del mondo per vocazione, è presidente e amministratore delegato di Danone Company Italia e Grecia nonché Presidente della Fondazione Istituto Danone Italia. Eloquio brillante e cordialità genuina, il manager è legatissimo alle sue origini e rappresenta uno dei simboli della produttività romagnola, figlia di una competenza intrisa di umanità. Appassionato di sport e musica, Fabrizio Gavelli riesce a conciliare passione e professione, incarnando l’anima di un’azienda che sta riscrivendo il modo di fare impresa. Attraverso la creazione e condivisione di valori, il sostegno alla sostenibilità, la promozione del benessere delle persone già nell’ambiente di lavoro.
Un credo ben sintetizzato nel motto One Planet. One Health: un appello al cambiamento per costruire un mondo più sano per le generazioni di oggi e di domani.
Gavelli, qual è stato il percorso che l’ha proiettata dalla provincia ai vertici di Danone?
“Conseguita la laurea in Economia all’Università di Bologna, ho iniziato un lungo peregrinare per l’Europa. Dopo aver lavorato per diverse multinazionali tra cui Procter&Gamble e Reckitt Benckiser, nel 2005 sono entrato in Mellin, storico brand di Danone. In 17 anni ho rivestito incarichi in differenti divisioni e mercati europei: sono stato due anni in Olanda in qualità di direttore marketing global dei latti per l’infanzia; in seguito ho curato la divisione di nutrizione medica a Milano come amministratore delegato di Nutricia Italia e Grecia, prima di trasferirmi in Polonia come general manager nella divisione acque minerali. Quattro anni fa il ritorno ‘a casa’: oggi sono responsabile di tutte le aziende di Danone in Italia e Grecia.”
Qual è la sua visione di impresa?
“Le aziende devono perseguire obiettivi non solo economici ma anche sociali, impattando positivamente sulla salute delle persone, del pianeta e della comunità. Un’idea di business sostenibile che ha sempre indirizzato il nostro modo di fare impresa in Danone. Ne sono testimonianza numerosi progetti realizzati: nell’ultimo libro di Philip Kotler, il più grande esperto di marketing dell’era moderna, è annoverata tra le pratiche virtuose la nostra parental policy, volta a sostenere la genitorialità in azienda attraverso aiuti economici, psicologici e agevolazioni per il rientro al lavoro. Il risultato di queste policy? In Danone il tasso di natalità è pari al + 7,5% contro il -3,5% nazionale e il 100% delle mamme riprende l’attività dopo la maternità.
Quali altri progetti state portando avanti?
Activia con il programma ActForChange sostiene attivamente l’occupazione femminile con programmi formativi destinati alle donne che hanno perso il lavoro durante la pandemia; Actimel supporta la campagna vaccinale attraverso l’accompagnamento protetto delle persone più fragili ai centri vaccinali, mentre Mellin pianta centinaia di migliaia di alberi in varie città sul territorio italiano. E, a riprova del fatto che obiettivi economici e sociali sono assolutamente conciliabili, nel 2021 siamo stati l’azienda food con la maggior crescita tra le prime 20 aziende in Italia del largo consumo.”
Come hanno influito le origini romagnole nella sua esperienza professionale?
“Noi romagnoli portiamo nel mondo la tenacia, la determinazione nel perseguire un obiettivo e, soprattutto, il saper conciliare impegni professionali con il divertimento.”
Anche a fronte di agende piene di impegni?
“È certamente sfidante ma lavorare divertendosi significa prima di tutto lavorare con un purpose, un obiettivo in cui si crede profondamente. Come azienda dell’alimentare i nostri prodotti entrano nella vita quotidiana delle persone ed è attraverso i nostri brand che possiamo agire per il cambiamento e tradurlo in azione, a vantaggio della salute, del pianeta e delle comunità.”