Com’è iniziato il tutto? Ce lo racconta Sabrina Zanetti.
Tutto iniziò nell’antica pescheria in piazza Cavour, il 10 agosto 1985. Una serata di film animati italiani fece scattare la scintilla e da allora Rimini vanta una manifestazione per tutte le età e i gusti. Sono quasi 40 gli anni di vita del Cartoon Club, le candeline si spegneranno il prossimo anno. “Cartoon Club,” ricorda Sabrina Zanetti, direttrice artistica, “nasce su intuizione di Paolo Scarponi. L’allora presidente Acli e appassionato di cinema. Con Isidoro Lanari e la complicità dei cartoonist Nedo Zanotti e Osvaldo Cavandoli nasce un evento di successo fino alla creazione di un Festival.”
“L’animazione italiana era celebre grazie a Carosello,” continua Sabrina Zanetti. “E nei primi anni sfilarono tutti gli autori della Penisola, da Bruno Bozzetto a Fusako Yusaki, molti ospiti a Rimini.”
Lei è stata coinvolta dalla prima edizione, quando ha preso le redini del Festival?
“Nel 1991 la prematura scomparsa di Scarponi mi portò a dirigerlo, ero presidente Enars Acli, oggi Acli Arte e Spettacolo”, replica Sabrina Zanetti. “Nel 1996 aprimmo alle produzioni internazionali e nel 1997, su richiesta del Comune di Rimini per rivitalizzare un’area di degrado, sbarcammo a piazzale Fellini per la prima edizione di Riminicomix.”
“Insieme a un team competente e appassionato, sono orgogliosa di aver fatto conoscere Cartoon Club e la città di Rimini grazie a scambi con altri Paesi, fino al Canada e al Senegal”. Conclude “Ogni anno riusciamo a realizzare un evento che attrae oltre 150.000 presenze ed è seguito con dedizione e affetto.”
Con la consegna della targa in oro che riproduce l’immagine di Sigismondo Pandolfo Malatesta, la città di Rimini ha reso onore al professor Stefano Pivato. Come storico e divulgatore, Pivato sa stare saldamente in sella tra tematiche dalla forte accelerazione. Lo dicono titoli come Storia sociale della bicicletta, Vuoti di memoria, Al limite della docenza, Italia vagabonda, Sia lodato Bartali. Il mito di un eroe del Novecento, ma poi, tra le polemiche, anche il suo contrario, Bartali e il salvataggio degli ebrei. Una storia inventata.
Quale filo rosso unisce queste scelte? “I francesi hanno coniato l’espressione ‘histoire bataille’ per indicare la storia delle battaglie o dei grandi personaggi. Io mi considero uno storico sociale più attento ai fenomeni ‘a un gradino più basso’ ma non meno importanti per comprendere l’evoluzione della società,” dice.
Ricordo l’incontro all’Università di Urbino, di cui è stato rettore dal 2009 al 2014, per la laurea honoris causa dello scrittore premio Nobel Derek Walcott.
“È poco noto ma anche Derek, come Tonino Guerra,” racconta, “scrisse poesie nel dialetto della sua terra natale, il creolo delle Antille.” Marzo 2012. Ci ritroviamo a tavola dalla Marianna con Sergio Zavoli che, tra un boccone e l’altro, dà gli ultimi ritocchi all’elogio funebre per Tonino Guerra.
“Tonino è stato un diffusore a piene mani di fantasia con la capacità di ridicolizzare la banalità che ci circonda. Di Sergio conservo il ricordo di una ostinata pignoleria che egli stesso definiva una qualità dei mediocri. In realtà, e lo sapeva benissimo, era un metodo per giungere alla perfezione.”
L’ultimo libro di Pivato si intitola Andare per colonie estive. Siamo in pieno Ventennio. Un rito di passaggio obbligato per i bambini di allora e una mossa del regime per conquistare la fiducia delle famiglie. “Le colonie furono uno strumento della ‘fabbrica del consenso’, per riprendere il titolo di un libro dedicato al fascismo. La riviera adriatica fu la più ‘gettonata’ per la presenza di Mussolini che passava le vacanze a Riccione.”
L’attività di assessore alla Cultura del Comune di Rimini, dal 1999 al 2009, a quali risultati ha portato? “Alla progettazione della cittadella della cultura che comprendeva, oltre al completamento del Teatro degli Atti, la Domus del Chirurgo, il cinema Fulgor e il progetto per il recupero del Teatro Galli.”
Oggi cosa manca a un’idea di cultura per Rimini e per una Romagna autentica e cosmopolita? “Un ambiente per le arti performanti, vuoto che potrebbe essere colmato dalla ristrutturazione dell’ex cinema Astoria.”