Qual è la particolarità del NOAM Film Festival? Si tratta del primo festival pensato in Italia per la promozione del cinema NOord-AMericano – da cui deriva il nome stesso – con una particolare attenzione alla produzione indipendente.
Non solo cinema statunitense che nasce all’ombra di Hollywood, ma anche cinema dei Paesi che si trovano alla periferia del più grande impero cinematografico mondiale. Canada e Messico su tutti, ma anche le isole come Cuba e Haiti. Partendo da una selezione di film dai grandi circuiti festivalieri indipendenti nordamericani (Sundance Film Festival, Tribeca, Toronto International e molti altri), l’obiettivo è stato quello di portare nella città delle ceramiche grandi film e ospiti internazionali. Scoprire nuovi talenti e, soprattutto, offrire uno spettacolo nuovo e innovativo per il territorio.
Il progetto del NOAM Film Festival, contraddistinto dal suo tratto culturale e popolare, è pensato dall’associazione di giovani Filmeeting, a cui piace ‘ibridare’ il cinema con altri ambiti della cultura. Come letteratura, musica e fotografia e aprirsi alle contaminazioni di sport, scienza, filosofia e tecnologia.
“Quest’idea ambiziosa deve essere balenata nella testa di tanti,” racconta il direttore artistico, Andrea Valmori. “La pandemia in questo senso ha giocato, almeno per noi, un ruolo fondamentale spingendoci a prendere l’iniziativa e a farlo nel minor tempo possibile. Sin da subito siamo partiti con l’obiettivo di stabilizzarci sul territorio e con la speranza di rinnovarci di anno in anno. Fare un festival di lungometraggi nordamericani è stata una sfida per Faenza, perché è una nicchia mai toccata prima nell’ambito dell’attivismo giovanile. Con un budget di circa 50.000 euro, siamo riusciti a coinvolgere un ampio pubblico grazie anche a grandi eventi a ingresso libero. Cosa ci preme per il futuro? Approfondire ancora di più il rapporto culturale tra Faenza e il Nordamerica.”
Durante la prima edizione del NOAM Film Festival, tutto è iniziato con la mostra fotografica di Francesco Lusa – a cura di Fototeca Manfrediana. A partire dal progetto realizzato in pellicola 35mm, durante un viaggio on the road del 2017 tra i paesaggi sconfinati di California, Nevada, Arizona e Utah.
In vista della prossima edizione, si sta già lavorando su una mostra alla Molinella di opere di illustratori internazionali. Grazie ad Alice Iuri – classe 1986, creatrice dell’immagine del festival – che già collabora con alcune testate canadesi, oltre che per Linus, L’Espresso, ed editori quali Salani e Mondadori. Poi, chiaramente, spazio ai film, suddivisi sempre nelle tre sezioni: Classic, Concorso e Special.
“Ci siamo resi conto,” aggiunge Valmori, “che il cinema ha avuto un ruolo davvero da protagonista anche attraverso gli incontri con gli ospiti che hanno coinvolto gli spettatori. Quindi abbiamo deciso di investire ancora di più sulla qualità, concentrandoci in particolare sulle commedie e sul cinema-documentario. Cercheremo inoltre di avviare un rapporto con le scuole visto che per noi è molto importante il punto di vista dei ragazzi. Il NOAM Film Festival parte infatti dall’idea che i giovani possano fare la differenza.”