Una volta abbracciata la carriera di allenatore, poi, Sandro Dell’Agnello, detto pure ‘El Grinta’, è rimasto sostanzialmente sé stesso. Un uomo di carattere, con una personalità forte.
Quel carattere, quella grinta, appunto, che dal 7 novembre 2023 sta mettendo a disposizione della Rinascita Basket Rimini, la squadra che lo ha chiamato in corso d’opera per cercare di raddrizzare una stagione nata male. E il sanguigno coach livornese non ha esitato a rimboccarsi le maniche.
“Il nostro obiettivo dev’essere sempre quello di vincere la prossima partita,” attacca il tecnico, 62 ‘primavere’ lasciate alle spalle. “Non credo serva a nulla stilare tabelle, meglio accantonare per il momento i sogni di gloria, mettere la tuta da operai e andare avanti. La classifica dice che dobbiamo sgomitare nella melma. Da lì dovrà venire la nostra forza,” precisa Dell’Agnello che non è legato a un particolare tipo di basket.
“Prima si lotta, poi si gioca a pallacanestro,” continua l’allenatore della formazione riminese alla seconda stagione consecutiva in quel campionato di LegaDue che vuole tenersi stretto. “L’importante è fare l’impossibile per vincere. Sinceramente non credo troppo alle motivazioni del barone De Coubertin… Per quel che riguarda un discorso tecnico, ritengo che la cosa più sensata sia adeguarsi ai giocatori che hai a disposizione.”
La difesa, lo dicono un po’ tutti i coach, è imprescindibile per centrare qualsiasi tipo di risultato. Ma l’Rbr – questo l’acronimo della Rinascita, realtà seguita sempre al palasport Flaminio da 2.500-3.000 ‘fedeli’ – ha quella sana attitudine a mordere dietro, a rendere difficile la vita ai rivali? “Per noi è forse più facile fare un canestro in più che prenderne uno in meno. Però stiamo lavorando per crescere anche a livello difensivo,” assicura Sandro Dell’Agnello che è rimasto favorevolmente impressionato dall’impatto con questa nuova realtà.
“Ho trovato un bell’ambiente, un’ottima società. Per quel che riguarda la squadra è chiaro che qualche problemino c’è, altrimenti non sarei qui,” è realista Sandro, un personaggio che custodisce nella sua personale bacheca (di giocatore) uno scudetto conquistato con Caserta e una medaglia d’argento agli Europei con la nazionale azzurra, allori catturati nell’anno di grazia 1991.
E pensare che Sandro Dell’Agnello ha scoperto lo sport dei canestri tardi. “Già, avevo 17 anni, prima facevo motocross,” rivela. “È stato un incontro casuale, mi aveva notato per la mia statura (2.03 adesso, quasi due metri da adolescente, Ndr) un professore di ginnastica, che mi chiese di provare. E sbocciò subito l’amore.
“Il basket mi ha dato tanto,” prosegue il tecnico, “lo sport di squadra è in generale una bella palestra per imparare a vivere, ti costringe a relazionarti con gli altri. Nel mio caso, poi, sono riuscito a trasformare un hobby in professione. Il massimo.”