Byzantina Ars: il ricamo bizantino

di Alessandra Albarello, foto Lidia Bagnara
Le tovaglie D’altare ricamate da Marisa Barboni
Luci e ombre si alternano sui ricami bizantini come sui bassorilievi di Ravenna. La Byzantina Ars, il ricamo bizantino, riproduce infatti rigorosamente i motivi ornamentali delle chiese e dei monumenti della città romagnola ma anche i colori, inconfondibili e cangianti, dei mosaici. Caratteristiche che la rendono unica e riconoscibile. 

Quando sia stata istituita esattamente la scuola di ricamo e la Byzantina Ars nessuno lo sa con certezza. Ma nel 1927 la ‘Scuola della Piccola Provvidenza’, così chiamata allora, era già in grado di sostenersi economicamente.

L’attività era nata dall’idea di un gruppo di signore dell’Azione Cattolica, tra cui le sorelle Poggiali, di formare orfane e giovani indigenti a un’attività che le avrebbe rese indipendenti. A tale scopo, era stata ingaggiata un’esperta maestra di ricamo, la signora Fancella della ditta Canetta di Milano.

Nel 1987 fu poi il C.I.F. (Centro Italiano Femminile) a dare un nuovo slancio e maggiore visibilità a questa eccellenza artigianale strettamente legata al territorio. Con l’istituzione di corsi e la partecipazione a diverse mostre e manifestazioni.

Fino ad arrivare al 22 novembre del 2023. Alla presenza delle autorità competenti, il C.I.F. ha donato ufficialmente a San Vitale le due tovaglie realizzate per l’altare della chiesa. Artefice di queste straordinarie opere d’arte Marisa Barboni. Che, dopo essere stata allieva di Adriana Nardi, è diventata lei stessa maestra di ricamo bizantino seguendo una vera e propria passione. Un incontro, quello con la Byzantina Ars, che, quarant’anni fa, le ha cambiato letteralmente la vita. Tant’è che ora non riesce più a immaginarsi senza avere un ricamo in mano. 

L’idea delle due tovaglie le era venuta dopo che il gruppo di ricamo Reggio Ricama aveva realizzato un manufatto destinato alla Basilica di San Pietro. E la scelta di presentarlo a Ravenna non era stata certo casuale. Perché l’ispirazione era arrivata proprio da una delle prime rappresentazioni di una tovaglia d’altare in un mosaico di San Vitale raffigurante il sacrificio di Abele e Melchisedech.

C’è voluto oltre un anno di lavoro certosino per realizzare le due tovaglie riprendendo il motivo geometrico di una transenna della basilica. “Il geometrico è bello ma difficilissimo. A volte ho ricamato anche 16 ore al giorno, utilizzando una lente di ingrandimento,” spiega Marisa Barboni. Che prima delle 23 non posa mai l’ago, il filo e il telaio. E non si fa fatica a capirlo quando si intravedono quei punti erba microscopici, realizzati prendendo 2 o tre fili di tessuto alla volta.

La Byzantina Ars ha infatti delle regole ben precise. Dei criteri definiti dalla scuola che bisogna seguire per ottenere un lavoro perfetto. A partire dalla scelta del tessuto, solo lino bianco o écru, perché la trama deve essere regolare ed evidente.

Dopo aver identificato il motivo, lo si trasferisce sulla stoffa con la carta carbone e poi si realizza il disegno a punto erba utilizzando il colore marrone. Riempito il fondo, il lino si posiziona in drittofilo sul telaio, con il punto stuoia in una delle tonalità riprese dai mosaici bizantini.

Sono solo sette: pavone, blu (lo stesso del cielo stellato di Galla Placidia e della cappella di Sant’Andrea), l’azzurro, il giallo oro. Il rosso porpora, il mattone e il verde che è stato utilizzato per le tovaglie di San Vitale dove predomina nei mosaici. Anche per i bordi ci sono delle tecniche da seguire: prevalentemente a pippiolini o a barrette, oppure a punto festone per le forme ovali o rotonde.

I motivi ornamentali che emergono in negativo dal fondo luminoso e colorato sono molteplici. Li ritroviamo tutti nella ricca iconografia della città di Ravenna in una sorta di Grand Tour e, oltre alle transenne comprendono, tra gli altri, anche le foglie di acanto, il pavone e perfino moltissimi particolari ripresi dalla Cattedra d’Avorio del primo arcivescovo di Ravenna Massimiano, conservata al Museo Arcivescovile.

È vero che, per una sorta di naturale assonanza spirituale, la Byzantina Ars si presta principalmente per i paramenti sacri. Tra cui la mitria donata a Papa Francesco ed eseguita sempre da Marisa Barboni. Che però spesso decora anche tovaglie, lenzuola, runner, asciugamani, paralumi, cuscini e molto altro ancora. “Negli anni Novanta indossavo infatti un tubino con il colletto ricamato,” ricorda Marisa Barboni. Protagonista, con alcune sue allieve, di un documentario girato qualche anno fa da Rai3 per la trasmissione Geo.

Byzantina Ars: il ricamo bizantino
Segue il dettaglio di alcuni ricami bizantini realizzati dalle sapienti mani dalla maestra Marisa Barboni, nella foto qui sopra.
Byzantina Ars: il ricamo bizantino
Byzantina Ars: il ricamo bizantino
E mentre il suo sguardo e le sue mani indugiano su questi piccoli capolavori, il pensiero va automaticamente al futuro della Byzantina Ars e a chi proseguirà questa preziosa tradizione artigianale. Un’arte sospesa tra terra e cielo, tra luci e ombre.
Byzantina Ars: il ricamo bizantino
Pubblicato su XX IN Magazine XX/XX, chiuso per la stampa il XX/XX/XX

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