L’arte di Azel, definita Human Beatbox, non è solo quella di imitare suoni e riproporli con la bocca, usata come cassa di risonanza assieme alle corde vocali, ma è anche quella di comporre interi brani utilizzando creatività, ascolto e senso del ritmo. Per lui la musica è da sempre la modalità prediletta per comunicare.
Da autodidatta ha imparato a sfruttare la sua estensione vocale ed è arrivato a generare suoni che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Quando è sul palco non lascia indifferenti, i suoi suoni particolari e unici sorprendono il pubblico che si fa catturare dalla sua energia.
Ad oggi è uno dei maggiori esponenti al mondo della disciplina dello Human Beatbox. E membro dell’organizzazione ufficiale italiana di questa forma d’arte: Italian Beatbox Family (IBF). Azel, classe 1999 nato a Crotone e cesenate d’adozione, arriva in Romagna all’età di dodici anni e a quel tempo la musica è già una grande passione per lui.
“Mio nonno materno, Domenico Ciampà, mi ha introdotto al mondo della musica. Era un tenore lirico e polistrumentista. Mio zio invece, Gianni Ciampà, ottimo musicista, ha da sempre scatenato in me una voglia innata di esibirmi. Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia circondata da musicisti,” sottolinea Azel. “E questo ha senza dubbio generato una forte curiosità per il mondo della musica, da sempre canalizzata in me e mai prodotta con uno strumento.”
Ancora bambino scopre Rahzel, uno dei principali esponenti della BB, e viene a contatto per la prima volta con questa forma d’arte. Dal primo approccio, avvenuto attraverso un video su Youtube all’età di 8 anni, Azel inizia a replicare suono dopo suono emulando le stesse tecniche utilizzate dall’artista, ma con l’idea di comporre qualcosa di completamente unico e originale che potrà poi rappresentarlo in futuro.
Lo Human Beatbox, considerato come il quinto elemento dell’hip-hop, è una forma d’arte che si è evoluta tantissimo dalle origini dei primi anni Ottanta. Arrivando così ai beatboxer odierni capaci di ideare veri e propri brani col solo ausilio della voce, utilizzando tecniche sempre più innovative e complesse. La Human Beatbox può essere declinata come: ‘old school’, ovvero più orientata su uno stile strumentale e su generi ‘radice’ come il pop, jazz, funk. Oppure come ‘new school’, più concentrata sull’astrattismo del suono e tecnicismi specifici. Azel porta sul palco ambedue gli scenari e, talvolta, il risultato è un connubio sorprendente che ammalia gli spettatori incuriositi dai suoi virtuosismi stilistici.
“Sono sempre stato affascinato dall’interpretare la musica in piena forma solo con la mia voce,” racconta Azel. “Mi esercitavo imitando le frequenze di suoni che mi interessavano. Ho cercato di replicare brani molto famosi come Billie Jean di Micheal Jackson. Col tempo ho avuto modo di studiare la musica più a fondo e comprenderla in tutte le sue forme.
Affezionato alla ‘new school’ mi sono ispirato a Skrillex, uno dei primi compositori che ho preso davvero a cuore, in particolar modo per la creatività e bravura nel realizzare suoni molto particolari.” Nel 2016 Azel avvia il processo di sviluppo del suo stile. “Ero stanco di imitare la musica di altri, stavo diventando ridondante e volevo concentrare il mio bagaglio di conoscenza musicale in un progetto nuovo.”
Così nel 2016 nasce ‘Azel’, nome che si ispira al suo primo ‘maestro’ Rahzel. Proprio in quell’anno, grazie ai maestri dell’Accademia 49 di Cesena, arriva la possibilità di pubblicare un video sul canale YouTube più famoso al mondo di Human Beatbox, in Svizzera. Azel rilascia così sul canale YouTube Swissbeatbox il video dal titolo Liquid Flow, ovvero ‘Flusso Liquido’. Il video diventa virale a causa delle svariate ripubblicazioni da parte di altri canali.
“Non potevo credere che stesse avvenendo tutto ciò, ma soprattutto non avrei mai pensato che il video, una volta online, venisse condiviso tanto da raggiungere un milione di visualizzazioni. Da lì le opportunità hanno iniziato a bussare alla porta.” Azel partecipa al TEDxCesena, TEDxRoma e TEDxDRC a New Delhi, online causa della pandemia. Dal 2019 al 2022 è campione d’Italia di Human Beatbox, ed è ospite in diversi programmi Rai e Mediaset. Nel 2023 arrivano i mondiali a Berlino a cui può accedere perché campione italiano.
“Ho ricordi molto vividi di quella gara, uno in particolare è l’eliminatoria ufficiale dove sono arrivato terzo su quasi 90 beatboxers arrivati da tutto il mondo. Poi quando ho affrontato, nelle fasi successive, il campione in carica della Svizzera, quello della Danimarca. E, nella sfida per la ‘Top 8’ al mondo, quello degli Usa lo statunitense è riuscito a superarmi. Sono stato felice e soddisfatto per essermi battuto contro autentici professionisti.”
Il giovane Giuseppe, che negli anni del suo percorso scolastico presso l’Istituto Tecnico Pascal camminava nei corridoi della scuola esercitandosi e sempre concentrato nell’ideazione di nuovi suoni, è cresciuto diventando un esponente di spicco a livello mondiale della disciplina. Tanto da essere preso come punto di riferimento per masterclass e lezioni di Beatbox in scuole, teatri e congressi. Come al teatro Verdi di Cesena, all’auditorium di Roma e al Muse di Trento. Inoltre è stato giudice ai nazionali di Beatbox nel 2022.
“Mi considero sempre un informatico che ogni tanto fa emergere l’altro ‘io’ per arricchire la routine e vivere esperienze uniche ed emozioni irripetibili. Per me tutte queste conquiste costituiscono il mio riscatto sociale. Agli albori, per lungo tempo, ho ricevuto e percepito emotivamente una profonda diffidenza verso questa arte.
Dopo aver raggiunto risultati così significativi oggi è ancora più chiaro che la Beatbox è una disciplina con la sua armonia e anche il suo rigore. C’è un mondo dietro che raccoglie una community di appassionati e professionisti che hanno il desiderio di produrre musica attraverso la sola voce e allo stesso tempo il bisogno di interpretare i propri suoni.
Ad esempio uno dei miei suoni distintivi è il Liquid Bass, ‘basso liquido’, profondo e voluminoso che nasce dall’unione di una particolare oscillazione della lingua e la voce. Anche il Vortex Whistle, ‘fischio a vortice’ nasce da una particolare oscillazione della lingua. Questi suoni sono stati utilizzati da molti e non c’è emozione più grande nel sapere di poter ispirare il prossimo.
Riuscire a creare il proprio suono è infatti una delle finalità dei beatboxer che sono produttori musicali con un mercato specifico, sempre più in espansione e in arricchimento anche attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie. Col passare del tempo,” aggiunge Azel, “ho avuto persone che hanno puntato su di me, hanno intravisto il potenziale che custodivo e mi hanno spronato e offerto delle occasioni.