Ritorno alla terra nel riminese

di Flavio Semprini, foto Riccardo Gallini
L’amore Per la Campagna Come Stile Di vita
“Abbiamo avviato una Comunità di supporto all’agricoltura,” spiega Elisa. “Ce ne sono una ventina in Italia ed è un modello economico dove i consumatori diventano produttori.”

Abbiamo raccolto una serie di testimonianze di giovani e moderni contadini che hanno fatto ritorno alla terra, trasformando la propria passione per la terra in una professione. Ape Lara con la produzione di miele, Ca’ Masarot a Santarcangelo e l’azienda agricola Border River di Fratte di Sassofeltrio.

Ape Lara: un ritorno alla terra che ama le api

Lara Ossani e la sua famiglia si occupano di api fin dagli anni Ottanta. Dal 2016 questa passione è diventata un’azienda, Ape Lara, e coinvolge tutta la famiglia: Lara e papà Domenico ‘sul campo’ a Case Mori e mamma Lorena in laboratorio.

La produzione è molto attenta alle tematiche bio. “Non siamo certificati ma lavoriamo i prodotti come se lo fossimo,” spiega Lara. “I trattamenti sono quelli regolamentati dal biologico e a Case Mori i nostri apiari sono circondati da coltivazioni bio delle quali si occupa mio padre. Abbiamo altri due apiari: uno a Casa Macanno e l’altra a Ca’ Masarot a Santarcangelo e anche per questi utilizziamo gli stessi processi.”

Attenzione alla biodiversità e niente ‘scorciatoie’ comode. Ma quanto e cosa produce Ape Lara? “Quanto si produce varia di molto in base al clima e, in questi ultimi anni, con gli sbalzi di temperatura improvvisi, le api si sono disorientate. Potremmo dire che produciamo dai 500 chili di miele in su, poi raccogliamo polline, propoli, pappa reale e cera.” 

Quella della famiglia Ossani è una piccola azienda strutturata… ma riescono a vivere di solo miele? “In realtà no,” spiega Lara. “Per sostenere una famiglia, un’attività come questa richiederebbe molte più api. Ape Lara è la mia principale occupazione ma realizzo anche progetti per le scuole.”

Interessante capire a quale pubblico e a quali acquirenti si rivolge l’azienda. “Quando ancora eravamo hobbysti, vendevamo alle persone del quartiere. Poi siamo diventati una vera e propria azienda e abbiamo fidelizzato i clienti che sono quasi tutte persone che ci conoscono e ha funzionato molto il passaparola. A febbraio abbiamo già le prenotazioni per il miele che arriverà durante l’anno e vendiamo anche all’interno dell’agriturismo di Case Mori.”

L’azienda agricola Ca’ Masarot a Santarcangelo

Ad occuparsi di Ca’ Masarot a Santarcangelo – l’azienda agricola che nel ‘claim’ della pagina Facebook recita “agricoltura organica, sensibile, sostenibile” – è Elisa Zammarchi. Ma cosa si intende, esattamente, per organica, sensibile e sostenibile? “Ho scelto volutamente termini che non ci incasellino in un percorso predefinito perché gli approcci sono diversi e io vorrei essere flessibile e aperta,” dice Elisa. “Sensibile perché voglio ascoltare ciò che la natura ha da dirmi, mettermi al suo servizio, invece di dominarla o possederla. Quindi, non abbiamo lavorazioni troppo impattanti per non ‘disturbare’ l’ecosistema. Organica nel senso di considerare l’entità agricola come un organismo nel quale tutti i fattori che concorrono a crearlo hanno un ruolo, compresi noi umani.”

È un approccio che richiede molta preparazione. “Cerco di studiare e di portare queste idee calandole nella nostra realtà,” spiega. “Non esiste un vademecum definitivo, ma provo a utilizzare risorse non troppo difficili da trovare per dare vita a un’agricoltura di prossimità, mantenendo in equilibrio una ‘macchina’ che ha già un suo equilibrio. La sfida che stiamo affrontando è diversificare al massimo la produzione di frutta e verdura.”

L’attività portata avanti va oltre la vendita diretta alla ricerca di nuove strade. “Oltre ai mercati, adesso abbiamo rapporti solidi anche con i Gas, i Gruppi di acquisto solidale. Abbiamo anche avviato una Comunità di supporto all’Agricoltura: ce ne sono solo una ventina in Italia ed è un modello economico nel quale i consumatori diventano anche produttori partecipando alle attività agricole.”

Ritorno alla terra con agriturismo

Molto interessante è anche l’esperienza di Federico Berardi, del papà Paolo e della compagna Camilla Novali nell’azienda agricola Border River di Fratte di Sassofeltrio che a settembre diventerà un agriturismo. “Apriremo al solo pernottamento e offriremo pranzo e cena ai soli clienti della struttura,” dice Federico.

“All’interno dell’azienda, in particolare, sviluppiamo la linea vacca/vitello con le nostre fattrici di razza Angus, animali da pascolo che per dieci mesi l’anno sono sempre fuori dalla stalla. I vitelli vengono portati al mattatoio ma le carni sono lavorate nel nostro laboratorio. Abbiamo anche le pecore che affittiamo ai ragazzi che praticano la disciplina sportiva dello sheepdog. Inoltre, abbiamo un allevamento di cavalli. Vorremmo acquistare una puledra da ‘adattare alla carrozza’ per far prendere l’aperitivo in calesse agli ospiti del nostro ormai prossimo agriturismo. Non mancano le oche e le galline da uova.”

“Il 90% per cento della nostra produzione è utilizzato dal nostro food truck che un tempo utilizzavamo per fiere e manifestazioni ma che oggi lavora solo in azienda,” prosegue Federico. “Abbiamo un’area dove serviamo solo hamburger di carne di nostra produzione. Insomma, abbiamo tante novità in procinto di partire, compresi i corsi yoga tenuti da Camilla.”

Ritorno alla terra nel riminese
In apertura, Lara Ossani titolare di Ape Lara. Qui sotto, Elisa Zammarchi di Ca’ Masarot a Santarcangelo. A seguire, Federico Berardi dell’azienda agricola Border River.
Ritorno alla terra nel riminese
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