Carlo Vistoli tra premi e successi

di Roberta Bezzi, foto Marco Borelli
Il controtenore italiano più richiesto all’estero
Il lughese Carlo Vistoli, classe 1987, è il controtenore italiano più richiesto all’estero, soprattutto per quanto riguarda il repertorio barocco che sta tornando molto di moda e piace particolarmente ai giovani. Ha appena vinto il Premio Abbiati 2024 della critica musicale italiana come miglior cantante dell’anno scorso. Un suo tratto distintivo? Da ‘ragazzo della porta accanto’, sul palco riesce a trasformarsi nei personaggi più incredibili, grazie alle sue doti attoriali che deve anche alla sua passione per il cinema. La sua è un’estate intensa dal punto di vista professionale, in giro per il mondo, preso da un impegno dietro l’altro. In giugno ha debuttato negli Stati Uniti, alla San Francisco Opera, come Arsace in Partenope di Georg Friedrich Haendel.

“Avevo già cantato in un concerto oltreoceano ma mai in un’opera,” ricorda Carlo Vistoli. “L’accoglienza da parte del pubblico è stata ottima. In più ho lavorato con un bel cast, un bravo direttore, in uno dei teatri più belli. Sono molto soddisfatto.”

In luglio poi, Carlo Vistoli ha esordito alla Staatsoper di Vienna cantando nel ruolo di Giulio Cesare accanto al mezzo soprano Cecilia Bartoli, nel Giulio Cesare, sempre di Haendel. Da annotare che, al fianco della Bartoli, aveva già ottenuto un bel successo sia all’Opéra di Montecarlo sia in concerto durante una tournée europea che lo ha portato in prestigiose sale come il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, dove è spesso ospite, e al Concertgebouw di Amsterdam. 

E l’autunno sarà altrettanto roseo per Carlo Vistoli visto che il prossimo 26 settembre è atteso al debutto nella stagione del Teatro alla Scala di Milano, cantando Alidoro nella nuova produzione dell’Orontea di Antonio Cesti con la regia di Robert Carsen e con Giovanni Antonini sul podio.

Nel 2025 poi altro palcoscenico di prim’ordine: per la prima volta alla Royal Opera House a Convent Garden, Londra, in Semele di Haendel, nella parte di Athamas. Sul fronte discografico, per novembre è prevista l’uscita del suo disco dedicato al Vivaldi sacro, per l’etichetta Harmonia Mundi, con l’Akademie für Alte Musik Berlin.

D. Carlo Vistoli, lei e la musica un colpo di fulmine?

R. “Lo definirei più un amore sbocciato nel tempo, in modo naturale a Lugo dove l’opera è di casa, prima culla musicale di Rossini. Sono nato in una famiglia senza un background musicale. Mio padre ascoltava saltuariamente dischi di musica classica che mi piacevano.

Da bambino, andando in edicola a Lugo, ero rimasto affascinato dai cd dei grandi compositori, che mi facevo regalare. Così ho iniziato a farmi una cultura, poi ho iniziato a studiare pianoforte e chitarra classica alla scuola dei fratelli Malerbi. La passione per l’opera si è poi fatta strada assistendo agli spettacoli al Teatro Rossini.” 

D. Il passo successivo è stato avvicinarsi al canto?

R. “Sì. Verso i 18-19 anni ho iniziato la sperimentazione della vocalità con Fabrizio Facchini a Lugo. Ed è in quel momento che ho scoperto che cantare con la voce di testa o farsetto mi era più facile che con la voce da tenore. Così ho studiato la tecnica con l’insegnante-tenore William Matteuzzi di Bologna che tutt’ora mi segue.”

D. Si è accorto presto che questa sarebbe diventata la sua strada a livello professionale?

R. “Sì. Partecipando a concorsi e masterclass, le cose sono andate subito nella giusta direzione. Ho mosso i primi passi in regione, l’esordio con l’opera Didone ed Enea è stato a Cesena e poi a Ravenna. Negli anni successivi sono stato invitato anche a qualche concerto del Ravenna Festival.

Il lancio internazionale risale al 2015 con l’ensemble francese diretto da William Christie, con cui collaboro ancora, grazie a un’importante tournée internazionale nelle più grandi sale da concerto del mondo. Quella è stata una grande vetrina, da lì in poi sono stato chiamato un po’ ovunque.”

D. Che voce è quella del controtenore? 

R. “Un timbro acuto che si ottiene facendo vibrare solo una parte delle corde vocali, non è una novità del Novecento, esisteva già nel Settecento negli oratori inglesi. Affronta il repertorio dei castrati di cui si ha memoria fino all’Ottocento.

La castrazione, che per fortuna non avviene più, consentiva di raggiungere note più acute che un uomo può garantire. Al riguardo, c’è solo una registrazione di Antonio Mareschi, l’ultimo castrato a inizio Novecento, ma cantava musica sacra e non barocca.”

D. Come si spiega il boom di controtenori e del repertorio barocco, al punto che si parla di ‘rinascimento’? Le sale da concerto sono piene di pubblico giovane e i controtenori sono le nuove star…

R. “Uno degli obiettivi della musica barocca era la meraviglia, e cosa provoca maggior meraviglia di un cantante uomo, con un modo di porsi da eroe, che però raggiunge altezze di tessitura maggiori rispetto ai tenori?

La tecnica si è affinata dal dopoguerra, grazie ad alcuni pionieri, in primis l’inglese Alfred Deller e, dagli anni Novanta, ad artisti come Bejun Mehta. Se un tempo la voce del controtenore era più adatta per musica da camera e piccoli ensemble, oggi può affrontare tranquillamente l’orchestra e teatri grandi. Non siamo più considerati una voce a parte, strana, ma equiparati a tenori, baritoni e soprani. Le parti che cantiamo sono eroiche.”

D. Un artista italiano è avvantaggiato?

R. “Sì, perché gran parte del repertorio è in italiano e quindi c’è una immediatezza vocale e un’espressività maggiore. Un cantante italiano è visto come un depositario della tradizione operistica.”

D. Cos’ha provato quando le hanno assegnato il Premio Abbiati?

R. “Mi è sembrato un sogno far parte di una lista in cui comparivano i grandi miti di cui leggevo da ragazzino. Ne sono onorato.”

D. Carlo Vistoli, com’è il suo oggi il suo legame con l’Italia?

R. “Molto forte ed è per questo che, nell’organizzazione dell’agenda, cerco sempre di inserire una o due produzioni nel Bel Paese. Sono molto emozionato per il prossimo debutto alla Scala dove ho cantato in concerto nel 2019. Dovevo esserci già nell’autunno 2020 con un’opera di Haendel che è stata cancellata per pandemia.”

D. E il suo rapporto con la Romagna?

R. “Altrettanto importante. Nel settembre 2022 mi sono sposato al Teatro Rossini di Lugo, di cui mi è stata concessa la sala prima dell’inaugurazione dopo il restauro. Mio marito, che lavora nell’editoria e nella musica a livello di ricerca e che mi segue in tutte le scelte professionali, è anche lui di Lugo.

(continua…)

In queste immagini, il controtenore Carlo Vistoli nei panni di Cesare nell’opera Giulio Cesare in Egitto, in Il Xerse, in Orfeo ed Euridice, e nel ruolo di Ruggiero in Alcina.
Per noi non poteva esserci luogo più simbolico se non il primo teatro in cui ho messo piede sia come spettatore che per i primi concerti. Purtroppo il teatro è stato danneggiato durante l’alluvione e per me è stato un colpo al cuore vedere le poltrone messe ad asciugare fuori dal teatro… Spero presto di tornare con un concerto e vederlo risplendere.”

Pubblicato su Ravenna IN Magazine 03/24, chiuso per la stampa il 19/07/24
Carlo Vistoli tra premi e successi

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