Stefano Sirotti, foto e ciclismo

di Barbara Baronio, foto Gianmaria Zanotti
il Fotoreporter cesenate del tour de france in sella da 34 anni
Quando aveva 13 anni sua madre Gesualda ha convinto il padre a portarlo al Tour de France. Da quel lontano 1990 essere un fotoreporter di ciclismo è diventato il suo obiettivo. Se gli si chiede se ama andare in bici, lui risponde che non disdegna una partita a calcetto. Non a caso in città lui, che per molti è noto come ‘Siro’, per altri è invece ‘Ciro’, in onore della maglia del difensore italiano, Ciro Ferrara, che spesso ha indossato nelle competizioni calcistiche amatoriali sotto il campanile dell’Osservanza di Cesena. Un cimelio preziosissimo donato a suo padre da Ciro Ferrara al termine di una partita allo stadio Dino Manuzzi.

Ecco Stefano Sirotti, classe 1977, da 34 anni fotoreporter di ciclismo. Il ciclismo lui lo guarda, lo vive, lo osserva. E durante le gare, armato della sua fedelissima Nikon, ne immortala i momenti salienti, cercando di catturare proprio quelli che ne faranno la storia.

Ha all’attivo 34 Tour de France che ha sempre curato tappa dopo tappa. Oggi con la sua agenzia ‘Sirotti’ segue anche il Giro d’Italia, di cui è arrivato a fotografare 34 edizioni, la Vuelta a Espana, le Classiche del Nord, gli Europei e i Mondiali. Tutto ha avuto inizio da quelle prime uscite con il padre Emanuele Sirotti, già fotografo sia del Cesena Calcio sia del mondo del ciclismo. 

Dal 1990 Stefano Sirotti non ha perso una corsa tra quelle che contano davvero. “Anche mentre studiavo all’istituto tecnico commerciale Renato Serra,” racconta Stefano Sirotti. “Tutto gravitava intorno al calendario delle gare, soprattutto nel mese di aprile per le Classiche del Nord.

Ricordo che non potevo permettermi mai di ammalarmi, perché dovevo calcolare bene le assenze dalle lezioni, dato che molti dei sabati di scuola li trascorrevo con mio padre in viaggio. Anche per l’esame di maturità sono riuscito a sostenere le prove in tempo per raggiungere mio padre in Francia alla quarta tappa del Tour.” 

Una passione di famiglia quella di Stefano che arriva dalla dinastia dei Sirotti, in cui lo zio Gian Angelo è stato per anni uno dei fotografi della Diocesi di Cesena Sarsina. E il padre Emanuele, da cui ha appreso tutto del mestiere, fotoreporter sportivo. Un rapporto fantastico quello che univa padre e figlio: diversi nel carattere, ma brillanti e unici nel saper cogliere l’attimo giusto.

Quando il padre è venuto a mancare nel 2015, il figlio Stefano ne ha ereditato anche tutto l’archivio. Una raccolta molto preziosa dove sono conservati scatti della storia del ciclismo mondiale e dei suoi personaggi. All’interno dell’archivio, che Stefano ha completamente digitalizzato, vi sono oltre un milione d’immagini, a partire dagli anni Cinquanta. Raccontano di 265 gare ciclistiche, di quasi 4.000 squadre e di oltre 9.500 ciclisti.

“Mi appassiona fotografare gli atleti in gara e sono innamorato di quei brividi che ogni tappa può regalare. Mi sono occupato anche di servizi calcistici, ma la bici mi attira molto di più. Con il calcio ci si mette a bordo campo e si segue la palla. Con il ciclismo si può scegliere il tipo di servizio da offrire.” Ogni volta entra in gioco anche la creatività del fotoreporter, la sua sensibilità e anche la sua esperienza.

“È importante conoscere gli atleti, valutare bene i tempi e cogliere l’istante giusto. E poi c’è quell’adrenalina che prende quando ci si trova lì e non si può sbagliare. È un mestiere che però comporta anche molti sacrifici. Inizio la stagione a gennaio con l’Australia e negli ultimi anni ho chiuso con la Cina in autunno.”

Un’attività intensa quella di Stefano Sirotti che recentemente ha ricevuto anche un premio prestigioso in occasione Tour de France, che nel suo grand depart italiano ha toccato Cesenatico, terra natale di Marco Pantani. Il direttore del Tour Christian Prudhomme ha premiato Stefano Sirotti con il ‘Plateau de la reconnaissance’ per aver collezionato il 34° gettone di presenza al Tour.

A testimoniare l’importante patrimonio storico posseduto da Sirotti vi sono anche due pubblicazioni da lui curate. La prima è dedicata ai primi 30 anni di Tour de France. “Si tratta di un volume fotografico con circa cinquecento scatti che ci porta negli ultimi trent’anni di storia del Tour de France. Un lavoro che nasce dalla mia collaborazione con Alessandro Freschi.

L’altro volume intitolato 45 Giri. 1976-2020 raccoglie gli scatti che, prima mio padre e poi insieme, abbiamo realizzato in occasione di 45 anni di gare del Giro d’Italia. Tra i testi figurano i contributi di tanti artefici del Giro, campioni come Nibali, Bugno, Baronchelli.”

In tanti anni di gare diversi sono stati i momenti che porta nel cuore o che l’hanno toccato profondamente. “Ricordo che nel 1995 al Tour del France morì, a causa di brutta caduta, Fabio Casartelli, giovane campione olimpico. È stato un evento scioccante che mi ha colpito molto anche perché, pochi giorni prima, gli avevo scattato foto bellissime proprio sulla salita di Mende. Indimenticabili poi sono gli anni di Pantani. Di lui ho tutto.

Gli esordi, il lungo stop dopo il grave infortunio durante la Milano-Torino del 1995, per passare al 1998, l’anno in cui ha realizzato la doppietta vincendo Giro d’Italia e Tour de France. Marco Pantani l’ho seguito anche in moto, era un piacere vederlo pedalare.

Memorabile la sua salita sull’Alpe d’Huez dove l’ho fotografato proprio quando registrava il record di 36 minuti e 50 secondi per scalare i 21 tornanti disseminati in questa che è una delle montagne simbolo del Tour. E come non ricordare quando Marco ha fatto da gregario a Garzelli sul mitico colle Izoard al Giro del 2000, non avrei smesso mai di scattare! Sono molto legato alla famiglia di Pantani,” continua Sirotti.

“Marco ha sempre avuto un carattere particolare, ma ricordo che ogni qualvolta incontrava il mio sguardo non mancava di salutarmi e di fermarsi a parlare. Per me e per tanti appassionati di ciclismo è il mito italiano di questo sport. È come il Tomba per lo sci, il Valentino Rossi della moto e il Sinner del tennis. Con la sua tenacia e le sue prodezze è stato capace di suscitare grande interesse per il ciclismo su strada e di coinvolgere tutte le generazioni.”

Sirotti, a detta sua, ha quasi una doppia vita. “Il mio lavoro dura come un anno scolastico, per oltre 9 mesi giro per il mondo e per i restanti sono a Cesena dove ritrovo gli amici di una vita. Sono legatissimo alla mia terra, in primis per la passione per il Cesena Calcio e poi per tutte le tradizioni della mia città e le sue tante storie.

Stefano Sirotti, foto e ciclismo
In queste foto, il fotoreporter cesenate di ciclismo Stefano Sirotti.
Stefano Sirotti, foto e ciclismo
Stefano Sirotti, foto e ciclismo
Non ultima la Giostra di Cesena che ho scoperto grazie a mio cugino Daniele Braschi e che ho contribuito a far conoscere nel mondo del grande ciclismo. Dei più di 1.460 videospot sulla Giostra di Cesena una trentina vengono proprio dal ciclismo. Negli anni, infatti, avendo stretto amicizia con tanti campioni li ho coinvolti nella promozione di questo evento. Personaggi unici come El Diablo Chiappucci, Saronni, Moser, Cassani e tanti altri.”
Stefano Sirotti, foto e ciclismo

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