Elisabetta Garuffi, lo spillo di Tosca

di Irene Gulminelli, foto Atelier Tosca Spose
Eleganza E ironia Nell’atelier Di Elisabetta Garuffi
Eleganza, precisione e ironia sono le parole che descrivono al meglio Elisabetta Garuffi, stilista rinomata nel mondo della moda matrimoniale. Classe 1965 è riminese d’origine ma dagli anni Novanta si è trasferita a Bologna insieme al marito, il noto comico Paolo Cevoli, dove ha aperto il suo atelier di abiti da sposa, Tosca Spose.

Di recente ‘I romagnoli’ Elisabetta Garuffi e Paolo Cevoli hanno partecipato al programma Sky Pechino Express, che li ha visti protagonisti di una nuova avventura insieme in Vietnam. 

D. Cosa le è rimasto più impresso dell’esperienza di Pechino Express? 

R. “Ciò che mi ha colpito di più è il fatto che io abbia accettato di partecipare. Per come sono fatta non amo stare davanti ai riflettori o avere le telecamere puntate e la mia prima reazione è stata dire di no.

Poi Paolo mi ha stimolata dicendo che avremmo vissuto una bella avventura insieme, una sorta di secondo viaggio di nozze, un’esperienza che avrebbe affrontato solo con me, altrimenti avrebbe rifiutato anche lui, e così mi sono convinta.

Le sfide mi stuzzicano, mi incuriosisce capire e superare i miei limiti ed essendo in una fase della mia vita in cui ho superato certe insicurezze, ho accettato.”

D. Elisabetta Garuffi, com’è stato l’approccio con il gruppo e con le persone del posto? 

R. “Come esperienza per me era tutto nuovo, anche il mondo dello spettacolo. Ti ritrovi in questo gruppo di nuovi amici per la prima volta composto da persone molto diverse tra loro ed è bello scoprire che, al di là dell’idea che ci si è fatti di certe figure, le persone sono molto di più. La stessa cosa avranno pensato di me e Paolo.

Un altro aspetto che mi ha colpito è l’incontro con la gente, scoprire una grande umanità. In Vietnam ci sono persone molto curiose di conoscere, soprattutto nei confronti del mondo occidentale, e generose: quel poco che hanno te lo danno tutto (una coppia ci ha fatto dormire nel loro letto rimanendo sul divano). Pur avendo vissuto periodi di guerra è rimasto un popolo molto aperto, capace di distinguere tra il gioco di potere e il valore delle persone.”

D. Qualche anno fa è uscito il suo libro Lo spillo di Tosca. Storie di moda e piccoli miracoli. Com’è nata questa esperienza? 

R. “È nato tutto con sorpresa dentro di me. Spesso alcune amiche mi avevano sollecitato a scrivere per raccontare del mio lavoro, ma non me la sentivo. Poi quando è venuta a mancare mia madre Tosca ho sentito un legame molto forte e mi sono messa a ripensare a tutto quello che mi era successo: l’atelier in cui lavoro è il negozio dove lei, che faceva la sarta, andava a vedere le sfilate di alta moda, la stessa passione per la sartoria che abbiamo sempre condiviso.

In quel momento ho capito che tutto quello che avevo fatto finora era stato frutto di un disegno a cui avevo risposto ‘sì’ senza sottrarmi e, investita da tanta gratitudine, ho deciso di restituirla raccontando la mia storia. I capitoli non a caso ho deciso di chiamarli miracoli, perché scandiscono queste tappe importanti della mia vita in cui è presente anche la mia famiglia: sei sorelle in un ambiente in cui abbiamo sempre vissuto a stretto contatto con il mondo della sartoria grazie al lavoro di nostra madre. Ora che sono anche nonna, so che potrò lasciare una testimonianza per i miei nipoti.”

D. Una passione che sta trasmettendo anche alle nuove generazioni tramite il suo atelier, Elisabetta Garuffi? 

R. “Un aspetto che mi riempie di orgoglio è che al momento il nostro team sia tutto molto giovane. Con ragazze e ragazzi tra i venti e i trent’anni. Si pensa che i giovani non siano interessati ai lavori artigianali, invece non è così. In tanti ci chiedono di venire a imparare il mestiere da noi. Rispetto alle grandi aziende in cui puoi seguire da vicino un singolo aspetto, in una realtà più piccola hai modo di vedere ogni fase. Dal rapporto con il cliente alla scelta dei tessuti, dal taglio alla creazione del campionario.

Certo, non tutti i giovani sono subito disposti a fare fatica, ma si impara anche quello. Nel mio lavoro metto tanta passione e precisione ed è un piacere poterlo trasmettere anche alle nuove generazioni. La storia dell’atelier in via Farini a Bologna è particolare perché ha sempre accolto il fashion. Da quando ospitava le sfilate di alta moda parigina come sartoria De Maria, poi è stato la sede di un ricamificio e infine Tosca. Nel tempo il nostro lavoro è cresciuto e quest’anno con grande soddisfazione vestiremo Michelle Bertolini, la sposa di Ignazio Boschetto del trio Il Volo, e l’influencer Irene Colzi (Irene’s Closet). Con entrambe si è creato un rapporto di grande stima e amicizia che mi riempie di soddisfazione.”

Elisabetta Garuffi, lo spillo di Tosca
In apertura, l’atelier di abiti da sposa. Qui sopra, Elisabetta Garuffi, riminese d’origine, ha aperto a Bologna l’atelier Tosca Spose. Qui sotto, con il marito Paolo Cevoli.
Elisabetta Garuffi, lo spillo di Tosca

Condividi l’articolo: