Renzo Brocculi e Valentina trombonisti cesenati

di Alessandro Mambelli, foto Gianmaria Zanotti
Suonando con il Maestro Morricone
Giappone, New York, Cina, Città del Messico, Brasile. Sono solo alcuni dei luoghi in cui può capitare di andare quando si fa parte dell’orchestra Roma Sinfonietta, quella che è stata diretta dal Maestro Ennio Morricone.

Lo sanno bene i due cesenati Renzo Brocculi e Valentina Brocculi, padre e figlia, entrambi trombonisti, che hanno vissuto l’esperienza straordinaria di accompagnare il Maestro Morricone in giro per il mondo per tantissimi anni, dal 1998 al 2015.

“Un giorno eravamo in Giappone, che è uno dei posti più belli in cui siamo stati,” dice Renzo, rievocando i giorni di vita frenetica in tour con l’Orchestra. “E quello dopo dovevamo già partire per New York.” 

Inizialmente, ricorda, Morricone era restio a fare concerti, benché fosse già molto famoso come compositore. “Organizzammo delle serate al teatro greco di Taormina,” spiega Renzo. “Eravamo una ventina, pochi archi, pochi fiati. Però vide che ovunque si presentava era un trionfo,” e così si convinse a fare concerti più grandi.

“Il primo vero concerto fu nel 2001, al Barbican Centre di Londra. Ci chiesero sette bis e il presentatore dovette comunicare che avremmo dovuto prendere l’aereo!” Ogni volta c’era il tutto esaurito. “Siamo sempre stati in giro. Non avevamo il tempo di metabolizzare la giornata e le emozioni del concerto perché il giorno dopo eravamo già in viaggio per quello successivo.”

Suonare con Morricone era bellissimo,” raccontano Renzo Brocculi e Valentina. “Il Maestro era un animo buono e gentile, era sempre disponibile, si rideva spesso.” Ma sul palco e nei teatri era severo. “Prima dei concerti facevamo sempre una prova,” spiega Renzo, rievocando un episodio in particolare. “Un giorno stavamo suonando The Mission e l’orchestra era un po’ distratta – in fondo, quel brano lo eseguivamo di continuo – e così Morricone iniziò a urlare. ‘Questo pezzo lo devo suonare per tutta la vita e voi ridete?’ Dal fondo mi alzai e gli dissi: ‘Ennio, ma con ‘sto pezzo ti sei guadagnato il paradiso.’ Intendevo dire, ironizzando, che prendeva tantissimi soldi dai diritti Siae. Tutta l’orchestra capì cosa intendessi, invece Ennio mi ha abbracciato e ha detto che avevo proprio capito lo spirito del pezzo.” Un rimprovero trasformato in un momento di complicità.

La musica è naturalmente il file rouge che lega padre e figlia. Una passione che permea da sempre le loro vite. Valentina, cresciuta tra le note, ha mostrato interesse nella professione di Renzo sin da bambina: “Mio padre utilizzava una piccola stanza per registrare e a me piaceva moltissimo restare ad ascoltare. Il mio compito era quello di accendere e spegnere il registratore premendo REC.”

E così, dopo una prima sperimentazione con il violino, Valentina si è dedicata al trombone, seguendo le orme del padre. “Feci l’esame di ammissione al Conservatorio con il trombone. Iniziai a studiare solo un po’ di mesi prima dell’esame ma da quel momento è iniziato tutto.” La musica non l’ha mai abbandonata per tutta la vita, e viceversa: “Attualmente sono un’insegnante di musica nelle scuole secondarie di primo grado e insegno trombone all’Istituto Musicale Corelli di Cesena”, spiega. “Al momento non suono con nessuna orchestra, ma faccio parte di un trio composto, oltre a me, da pianoforte e cantante”. 

Anche per Renzo il primo approccio fu con un altro strumento. “La mia passione per la musica è nata quando portai a casa una chitarra. Non ricordo come la ottenni, ma dissi a mio padre che dal giorno dopo non sarei più andato a scuola perché volevo suonare. E lui mi rispose: ‘Va bene, ma domani vai a lavorare’. Così cominciai a fare l’apprendista.” Il passaggio al trombone avvenne quando il direttore artistico del Teatro Regio di Torino gli chiese di fare un’audizione come trombonista. All’epoca era già diplomato e suonava nelle balere sulla riviera.

“Fino a quel momento avevo fatto un unico saggio con orchestra e non ci avevo capito quasi niente,” ricorda. “Siccome potevo portare quello che volevo, andai in un negozio, comprai un pezzo per trombone e lo studiai. Quando finii, mi dissero che ero riuscito a fare diventar bello un pezzo brutto.” E così iniziò la sua carriera, sia come musicista (prima di Morricone a Roma, nell’Orchestra Sinfonica della Rai), sia come insegnante in conservatorio. Ora è in pensione.

“Lavorare col proprio padre è dura”, racconta Valentina. Quando Morricone cercava nuovi trombonisti perché nessuno aveva passato l’audizione, però, proposero a Renzo di chiedere se sua figlia avesse voluto provare, e da lì è iniziato tutto. “Non dico la paura… Perché, insomma, è Ennio Morricone!”.

Anche se lavorare col padre è dura – e viceversa, precisa Renzo –, “è stata anche una grande lezione di vita”, conclude. “Abbiamo condiviso tante cose che ricorderemo per sempre”.

Renzo Brocculi e Valentina trombonisti cesenati
In queste immagini, Renzo Brocculi e Valentina Brocculi, padre e figlia entrambi trombonisti.
Pubblicato su Cesena IN Magazine 03/24, chiuso per la stampa il 09/08/2024

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