Dorelan: intervista a Riccardo Tura

di Paola Francia, foto Andrea Bardi
La cultura Del sonno Da Due Generazioni
Prima di essere una storia di successo è una storia di famiglia che, nell’arco di due generazioni, ha trasformato un’intuizione nel marchio leader del bedding. È un sabato mattina del 1968 quando Diano Tura e Pietro Paolo Bergamaschi, poco più che ventenni, decidono di lasciare l’azienda in cui lavorano e di mettersi in proprio sospinti dalla passione per la qualità. I primi materassi vedono la luce in un garage: è qui che prende forma, creazione dopo creazione, un’avventura imprenditoriale dall’inconfondibile matrice artigiana che nel volgere di 50 anni ha proiettato Dorelan nell’olimpo del sonno made in Italy.

Riccardo Tura, 53 anni, presidente del consiglio di amministrazione, oggi alla guida di Dorelan insieme al fratello Luca, racconta: “Mio padre seguiva la produzione e la creazione di nuovi macchinari. Pietro Bergamaschi si occupava della parte commerciale e dei rapporti con i clienti. Sono sempre stati complementari, un connubio vincente che si è consolidato negli anni”.

Dopo due anni passati a sfornare materassi in garage – un incipit che ha precedenti illustri del calibro di Bill Gates e Larry Page, così come del fondatore di Amazon Jeff Bezos e dei fratelli Walt e Roy Disney che crearono i primi film nel garage dello zio – Diano e Pietro costruiscono un capannone di 1.000 metri quadri e iniziano a produrre in via Golfarelli.

“Le difficoltà all’inizio non sono mancate,” dice Riccardo, “soprattutto nella ricerca di nuovi clienti e per la necessità di estendere l’attività oltre i confini locali.” Fino a quando i due soci si affacciano al mondo della grande distribuzione con un aumento dei volumi destinati ai negozi di arredamento, grazie a un servizio efficiente e a prezzi competitivi. 

Nel 1989 fanno il loro ingresso in Dorelan i figli: rispettivamente Riccardo e Luca Tura, William e Cristian Bergamaschi. Una generazione dopo l’altra, l’azienda assume quei tratti ‘familiari’ che ancora oggi la connotano per l’idea di benessere e per il rapporto con il consumatore. 

“Avevo 18 anni e mi ero iscritto da poco all’università,” racconta Riccardo, sposato con Ilaria e padre di Matteo, Margherita e Marco. Una passione per il calcio in tv e per lo sci sulle piste. “In attesa di iniziare le prime lezioni decisi di andare a lavorare per qualche settimana con mio padre e non me ne sono più andato.

Geniale nell’ideazione e nella gestione dei processi produttivi, è stato lui a insegnarmi sul campo. E con l’esperienza che il dna di un imprenditore è il ‘qui e ora’ proiettato al futuro, grazie a una visione fortemente ancorata al presente e al tempo stesso lungimirante. Di lui ho sempre ammirato la caparbietà e la passione per il lavoro, vero motore dell’azienda, che non è mai venuta meno. Tant’è che ad oggi è amministratore e trascorre le giornate in produzione.”

La svolta arriva nel 2014 con l’apertura dei primi punti vendita a marchio Dorelan, termine coniato dai due soci di ritorno da Parigi. Un mix tra la musicalità delle note del pentagramma e la morbidezza della lana. 

Ad oggi l’azienda conta 500 dipendenti, in Italia e all’estero. 2.000 rivenditori e 200 store monomarca in tutto il mondo. Con un business concentrato nel settore del retail, del contract e del wholesale (rivenditori tradizionali). E con un fatturato atteso di 110 milioni di euro nel 2024 che, per il 10%, si sviluppa all’estero nelle filiali di Miami, Lione, Hong Kong e Taiwan. Ultima, in ordine di tempo, quella di Seul dopo l’acquisizione di un rivenditore storico coreano. Da 10 anni, inoltre, Dorelan è fornitore ufficiale delle navi di Costa Crociere e MSC

“Alla base dello sviluppo costante che ci ha sempre caratterizzati ci sono senza dubbio la competenza dei nostri collaboratori, le strategie di mercato e la comunicazione, a partire da una grande attenzione alla qualità,” spiega l’Ad.

“Non siamo mai scesi a compromessi nell’utilizzo dei materiali, puntando in maniera importante su ricerca e innovazione. Negli anni abbiamo condotto numerosi studi per migliorare la qualità del sonno, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna. Le ricerche del Comitato scientifico interno hanno, inoltre, analizzato come il sonno può influenzare le performance degli atleti.” Ed è proprio un’atleta, la campionessa Federica Pellegrini, la testimonial delle creazioni firmate Dorelan

La produzione si concentra nei 35.000 mq dello stabilimento forlivese, affiancato da un secondo di 6.000 mq. Ed è caratterizzata da un forte legame con il territorio. “Non abbiamo mai pensato di delocalizzare: il nostro prodotto non è solo il risultato di un macchinario, ma della competenza dell’uomo che lo guida. La Romagna è una terra bellissima e continueremo a investire qui.” 

Un legame che non è venuto meno nei giorni drammatici dell’alluvione di maggio 2023 quando, in collaborazione con il Comune di Forlì, l’azienda ha donato 1.000 materassi, 1.000 reti e 2.000 guanciali alle popolazioni colpite. Oltre che ai dipendenti e alle loro famiglie. 

Dal mese di maggio, Riccardo e Luca Tura, sposato con Ramona e padre di Filippo e Francesco, sono al timone dell’azienda nel ruolo di amministratori delegati. Questo dopo l’acquisizione delle quote dalla famiglia Bergamaschi. “Molto devo al socio fondatore di mio padre, Pietro, grazie al quale ho mosso i primi passi nel ramo commerciale dell’azienda.”

(continua…)

Dorelan: intervista a Riccardo Tura
L’azienda forlivese Dorelan nasce nel 1968 dall’intuizione di Diano Tura e di Pietro Paolo Bergamaschi. Oggi conta 500 dipendenti e 200 store in tutto il mondo, con un fatturato che nel 2024 sarà di 110 milioni di euro.
Dorelan: intervista a Riccardo Tura
Ora lo sguardo è puntato al futuro. “Crediamo al potenziale dell’azienda che può crescere ancora, sia in Italia che sui mercati esteri sui quali stiamo investendo molto. Mi piacerebbe che i miei figli e miei nipoti contribuissero a questa crescita,” sorride, “ma sarà una loro decisione e saranno liberi di scegliere la loro strada.” 

Dopo 50 anni di esperienza, e il passaggio due generazioni, quali sono i pro e i contro di un’azienda di impronta familiare? “La continuità di visione e lo sguardo lungo nelle scelte strategiche, con il rischio a volte di essere un po’ ‘invadenti’ nell’operatività, ma ci si può lavorare,” sorride ancora.

Condividi l’articolo: