Carlotta Ragazzini, sliding door

di Massimo Montanari, foto ITTF
La faentina è medaglia Di bronzo Alle Paralimpiadi
La grande impresa, il sogno che si avvera, la medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Parigi di Carlotta Ragazzini nasce nel modo più casuale e inatteso possibile. Dal rumore di una pallina udito al piano di sopra dove, coordinate da Davide Scazzieri, presidente della società Sport è Vita, si svolgevano attività ricreative per i pazienti e per gli ex degenti, nel centro di unità spinale di Montecatone.

Lì la 23enne pongista di Reda, allora poco più che adolescente, Carlotta Ragazzini, stava seguendo il suo percorso terapeutico per affrontare le conseguenze di un cavernoma midollare, manifestatosi quando aveva un anno e mezzo.

“Non so se quel momento è stata la mia sliding door,” dice. “Però è vero che alcune volte trovi le cose quando non le cerchi. Sono andata a vedere, attratta da quel rumore, ed è stata una folgorazione, un momento importante perché altrimenti non avrei pensato a questa prospettiva.

Non avevo mai fatto sport agonistico prima di allora e non conoscevo il tennistavolo. È stato tutto decisamente casuale.” Ma è stata la fortuna di Carlotta Ragazzini e dello sport paralimpico, non solo romagnolo ma anche nazionale che, quel giorno, senza ancora saperlo, ha trovato una campionessa.

“Quello che mi è piaciuto fin da subito del tennistavolo è il fatto di essere uno sport di confronto,” spiega. “Nel quale bisogna adattarsi alle più diverse situazioni. Poi mi piace perché quando ti alleni devi pensare tanto a come poi andrai a giocare la partita, come applicare quel che hai svolto in allenamento. Non è solo sport fisico ma spicca l’elemento concettuale.”

I primi allenamenti, il tesseramento con la società Sport è Vita, poi le prime gare e i primi grandi trionfi. L’ascesa di Carlotta è stata quella tipica dei campioni. Il riscaldamento in Italia con i tre titoli italiani a squadre. “Nel 2019 ho vinto i Campionati Europei di categoria, nel 2022 i Giochi Paralimpici Europei Giovanili in Finlandia, dove ho preso anche l’argento a squadre. Lo scorso anno, a Sheffield, agli Europei assoluti ho vinto il bronzo nella mia classe (Ndr, la 3 femminile) e il bronzo nel doppio misto.”

E quest’anno, alla sua prima Paralimpiade, è arrivato il bronzo, sotto gli occhi di mamma, zia, cugina e alcuni compagni di squadra del suo club, presenti nella capitale francese. “Adesso che sta passando il tempo da quella conquista sto cominciando a realizzare quello che ho fatto,” confessa Carlotta Ragazzini.

“Nell’immediato è difficile rendersene conto. Sicuramente sono sensazioni e ricordi che mi porterò dentro per il resto della vita. Ed è bello guardare la medaglia nella sua custodia: è in camera mia e guai a chi me la tocca,” dice ridendo.

La 23enne faentina – ha compiuto gli anni il 15 settembre – che a Parigi era testa di serie n. 4, si è arresa solo alla sudcoreana Yoon Jiyu in semifinale. “Con lei non avevo mai vinto e sapevo dunque che sarebbe stata una partita difficile.

Sono però contenta di come ho giocato, perché ho messo in pratica le cose che avevo imparato e provato in allenamento. Poi era la mia prima semifinale alle Paralimpiadi, la gara più importante della mia carriera: non era scontato riuscire a giocarla con il sangue freddo e la mente lucida. E fino all’ultimo ho cercato di vincere: non mi sono fatta bastare il pensiero che comunque, arrivata a quel punto, il bronzo era sicuro.”

A dare ulteriore entusiasmo a Carlotta è la consapevolezza del grande successo mediatico riscosso dalle Paralimpiadi, molto seguite sia dalle televisioni che dalla stampa nazionale e locale. “Di sicuro la copertura mediatica di Parigi è stata superiore a qualsiasi altra edizione precedente,” osserva.

“E il solo fatto di essere su Rai2 tutti i giorni era impensabile pochi anni fa. È stata una vetrina importante per tutto il movimento paralimpico, non solo per il mio sport. Ma soprattutto permette di lanciare e far cogliere un messaggio a tanti: se ce l’ha fatta lei o lui, perché non posso farcela io?

Qualcuno mi ha chiesto se con questa medaglia sono diventata testimonial di questo sport. Forse testimonial è un parolone, però se qualche ragazzino o ragazzina mi ha visto e ha pensato di cominciare a fare sport prendendomi come esempio mi fa piacere.”

Ora Carlotta Ragazzini, che tra un allenamento e l’altro passa la maggior parte del tempo al centro federale di Lignano Sabbiadoro, si dedica allo studio (è iscritta alla Facoltà di Lettere Moderne). E al suo hobby principale, la lettura. “Ho sempre un libro a metà che sto leggendo, soprattutto romanzi classici, gialli e thriller,” dice, e comincia a pensare alla prossima stagione e ai prossimi grandi impegni.

“Nel 2025 torno a Helsingborg, in Svezia, per gli Europei. Qui li avevo disputati già nel 2019 e poi parteciperò ai vari tornei internazionali, di cui però non ho ancora il calendario. E guardando un po’ più in là, nel 2026 ci sono i Mondiali in Thailandia.”

Altre conferme da cercare, altri sogni da inseguire.

Carlotta Ragazzini, sliding door
Qui sopra, Carlotta Ragazzini durante un incontro alle Paralimpiadi di Parigi.

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