Aaron Raschi e il suo messaggio universale

di Milena Massani, foto Riccardo Gallini
Aaron Raschi cantautore e musicista delle emozioni
Nomen omen è una nota locuzione latina che esprime il concetto del ‘valore augurale del proprio nome’ che, se lo si sa cogliere, segna indelebilmente il proprio destino, come quello del giovane cantante, pianista e chitarrista Aaron, il ‘messaggero’, portatore di un personale messaggio musicale che desidera condividere: “Scrivo per bisogno personale, per trascendere ciò che provo”, afferma il ventunenne Aaron Raschi.

“Ho composto circa 30 brani, sugli store ne sono presenti 11, altri 8 sono quasi pronti per nuove uscite,” svela mentre arpeggia. 

“I miei testi sono a libera interpretazione. Ciò che desidero è instaurare un dialogo, se posso essere d’aiuto anche solo a una persona per me è una vittoria. Perché, come scrivo in un brano, siamo anime sole in mezzo alla gente.” 

All’età di 3 anni i genitori gli hanno donato una batteria, per poi passare alla Bontempi, fino a conoscere il musicista jazz Nafta con cui ha studiato e abbracciato il pianoforte, suo strumento d’elezione, “col quale riesco a trascendere più emozioni.” 

La passione per la musica gli è stata trasferita dalla famiglia: “Sono cresciuto ascoltando il rock, dai Genesis ai Queen. Attualmente ascolto Ultimo e i Linkin Park, artisti agli antipodi tra loro, ma ci sta! I generi che affronto, mescolandoli tra loro, sono il pop, l’indie e il rap, come nel brano Lasciami stare.”

Aaron ha iniziato a cantare da solo e ora tramite “l’Academy milanese che frequento mi sento stimolato e consigliato a fare sempre meglio da persone preparate, che lavorano con grandi artisti. Così come fondamentale è il rapporto con il mio produttore modenese.”

Quando porta live i suoi brani, Aaron desidera che le persone ascoltino il messaggio perché “la musica suonata è un linguaggio universale che può toccare le corde interiori di una persona. Sono legato a brani come Quando ti sei persa, Sigarette spente, Chiamami, Casa di specchi.

Quest’ultimo brano è interamente mio, è l’unico videoclip che ho girato e cantarlo è stata una vera liberazione, ho buttato fuori cose che mi premevano. Le giovani generazioni hanno molto da dire, basta solo mettersi in ascolto.”

In foto Aaron Raschi
Pubblicato su XX IN Magazine XX/XX, chiuso per la stampa il XX/XX/XX

Condividi l’articolo: