“Sono nata a Gambettola e per un breve periodo ho vissuto a Cesena prima di trasferirmi a Bologna per laurearmi in lingue,” racconta Ada Grilli. “Successivamente sono partita per Belluno per insegnare e dopo qualche anno sono approdata a Venezia, dove ho vissuto vent’anni, e infine a Bergamo.”
Da lì Ada Grilli non fa che salire sempre più in alto, fino alle estreme terre artiche. Complice la sua passione per gli esploratori e i viaggi in luoghi insoliti, tra cui l’Islanda, la Lapponia e la Groenlandia. “In laguna ha inizio la mia carriera da editrice. Dopo la richiesta del Touring Club Italiano di pubblicare una guida sui viaggi con i bambini, negli anni Novanta fondo la casa editrice Leading Edizioni, che esiste tuttora.
Mi focalizzo inizialmente sul turismo a misura di bambino, ma presto lancio un’altra collana dedicata al nord. Studio e percorro in lungo e in largo la Lapponia per scrivere Iter Lapponicum, coprendo così un vuoto editoriale. Perché fino al 2000 non sono esistite guide della Lapponia. Inizio a incuriosirmi sempre di più dei Paesi nordici e dei loro esploratori.
Parto dalla ristampa anastatica, quindi senza apportare modifiche, del Viaggio Settentrionale del ravennate Francesco Negri, vissuto nel Seicento e arrivato per primo a Capo Nord. L’interesse che ne scaturisce diventa carburante per continuare a pubblicare i resoconti di altri viaggiatori creando una nuova collana. Ma anche per fare ritorno al nord per scriverne.”
La ricercatrice si spinge a più riprese fino alla fredda Scandinavia e finalmente una sera ecco la luce, sia in senso figurato che letterale. “Vedo per la prima volta l’aurora boreale nel 1998. Rimango folgorata e decido di buttarmi a capofitto nello studio di questo fenomeno naturale per capirlo e fotografarlo al meglio.”
Ada Grilli intraprende un dottorato in Scienze Polari all’Università di Siena e successivamente un Master in Polar Law all’Università di Akureyri (Islanda), diventando una delle massime esperte sul tema nel nostro Paese, tanto da istituire nel 2015 all’Università di Torino il primo corso in Italia di Geopolitica e Antropologia Polare.
Il fenomeno, dovuto all’interazione di particelle cariche di origine solare con la ionosfera terrestre, consiste in bande luminose di colore rosso, oppure verde o azzurro che si verificano a una altezza di circa 400 km con grande dinamismo nel cielo.
“Ne ho viste innumerevoli ed è sempre un’esperienza unica. Nel momento in cui osservo le aurore non penso in modo scientifico, mi lascio sovrastare dalle emozioni che attivano in me e soprattutto mi piace osservare l’espressione estasiata di chi mi accompagna nel viaggio. È un evento che si ripete da quando esistono la Terra e il Sole e continua a verificarsi nonostante il cambiamento climatico.”
A proposito degli avvistamenti alle nostre latitudini: “Non ero in Italia in quel momento”, spiega la ricercatrice. “Quindi non ho avuto un’esperienza diretta del fenomeno. Ma la cosa non mi stupisce affatto. Anche a metà dell’Ottocento si sono verificate aurore polari sia in Grecia che in Sicilia e Campania. Capita raramente ma non è impossibile.”
Le sue esperienze l’hanno portata a organizzare mostre sulle culture artiche in diverse città italiane, tra cui Cesena, ma anche nei paesi scandinavi. L’ultima, inaugurata nel 2023, si intitola Donne dei ghiacci e fa parte di un progetto di divulgazione che prevede anche una pubblicazione e una serie di incontri sul tema della parità di genere, storicamente portata avanti con discreto successo al nord. La mostra sarà allestita nella Biblioteca Malatestiana a febbraio.