“Le nostre aziende hanno guidato un percorso evolutivo caratterizzato da una sempre maggiore specializzazione e diversificazione delle attività. Accostando al ruolo della produzione quello del servizio per la società”. Così dice Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. “Questa evoluzione è stata possibile anche grazie al contributo dell’imprenditoria femminile, la cui presenza continuerà a crescere.”
D. Maria Letizia Gardoni, perché l’agricoltura attrae così tante donne?
R. “Le imprenditrici hanno la possibilità di coniugare la propria indole manageriale e dirigenziale con la capacità di sapersi prendere cura degli altri. E grazie alla multifunzionalità, lavorano tante donne che, oltre alla produzione primaria, svolgono attività legate ai servizi educativi, come ad esempio le fattorie didattiche, o riabilitativi, attraverso l’agricoltura sociale, e di accoglienza turistica con gli agriturismi.”
D. E sono sempre più coinvolte anche nella governance di Coldiretti: che segnale è?
R. “Siamo un’associazione che anticipa sempre i tempi. Così come successe per la legge che introdusse la multifunzionalità in agricoltura, ideata da Coldiretti oltre 20 anni fa nell’incredulità generale, oggi molti ruoli dirigenziali all’interno dell’organizzazione sono ricoperti da donne. Nelle Marche abbiamo accelerato il percorso e, oltre ad avere la classe dirigente più giovane d’Italia, vantiamo la più alta percentuale di donne che assolvono ruoli apicali.”
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Alba Alessandri ha un allevamento di galline per la produzione di uova biologiche a Pieve Torina, nel Maceratese. A maggio 2023, ha concluso il proprio mandato come presidente di Coldiretti Giovani Impresa Marche, e oggi è consigliere per la Provincia di Macerata. È uno degli esempi marchigiani di un cambio di mentalità ormai acquisito. “Da occupazione di cui vergognarsi,” osserva, “oggi lavorare in agricoltura viene vista come un’attività soddisfacente e un modo per realizzarsi.”
D. Alba Alessandri, l’agricoltura non è quindi per soli uomini…
R. “A differenza dell’agricoltura di un tempo, più fisica, oggi la tecnologia permette di lavorare in maniera più sicura e meno affaticante. Inoltre, c’è tutto il settore dei servizi, al quale sempre più aziende agricole si stanno aprendo con attività collaterali.”
D. Qual è l’identikit della marchigiana che si avvicina all’agricoltura?
R. “Molte si avvicinano per tradizione di famiglia, ma ovviamente ci sono tante eccezioni. Le statistiche indicano che 3 donne su 4 in agricoltura hanno conseguito il diploma o una laurea e non solo con l’indirizzo specifico. Io, ad esempio, ho studiato giurisprudenza perché volevo fare l’avvocato, ma quel mondo non mi ha conquistata. Così ho acquistato delle stalle abbandonate e ho iniziato la mia attività.”
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Nella sua azienda di San Lorenzo in Campo, Arianna Bottin produce ortaggi, frutta, olio extravergine di oliva e ha diversi ettari a seminativo. Oggi è la Delegata di Coldiretti Giovani Impresa Marche e il suo percorso professionale è anche una bella storia: “Ho iniziato nel 2016, non mi ero ancora diplomata all’Istituto Agrario,” racconta. “Prendevo terreni in affitto e solo successivamente decisi di acquistarne altri. Poi ho rilevato l’azienda agricola di mio nonno, che mi ha insegnato tutto ciò che c’è da sapere sulle semine.”
D. Perché ha scelto questo lavoro?
R. “L’agricoltura è una scelta di vita. Stare a contatto con la natura rendere liberi: ciò che offre questo mondo non lo dà nessuno.”
D. Che spazio ha l’innovazione nella sua attività e nelle giovani aziende che stanno nascendo?
R. “Per quel che riguarda me, appena avviata l’attività ho iniziato un percorso di conversione al biologico e mi sono aperta alla vendita diretta dei miei prodotti. Le nuove generazioni sono più sensibili ad aspetti come il mangiare sano, la salvaguardia della natura, il rapporto stretto tra produttori e consumatori. In generale, l’innovazione vede noi giovani come protagonisti: penso alle nuove tecnologie dell’agricoltura 4.0 per ridurre i consumi o anche agli stessi social ed e-commerce per promuoversi.”
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Francesca Gironi, presidente di Coldiretti Donna Impresa Marche Coldiretti, è di Jesi ed è proprietaria di un allevamento di cavalli da gara e coltiva foraggio in biologico per la loro alimentazione. Lei, come altre imprenditrici, è già sulla strada della transizione green. “Se parliamo di economia circolare, riutilizzo delle risorse e riduzione degli sprechi, l’agricoltura si preoccupa dell’ambiente da ben prima che venisse coniata questa definizione,” sottolinea con orgoglio. “Io stessa riutilizzo il letame per la concimazione dei miei campi: in parte lo rivendo a un’azienda che coltiva funghi.”
D. Francesca Gironi, la produzione di energia è un’opportunità?
R. “Sulle rinnovabili siamo pronti a continuare a fare la nostra parte, così come sul biogas da produrre con reflui e scarti di produzione. Siamo favorevoli al fotovoltaico, purché non vada a occupare ulteriore terreno agricolo.”
D. E questo rischia di essere un problema…
R. “È chiaro che una politica energetica italiana votata alla rinnovabili è necessaria per la tutela del pianeta e per la sovranità di approvvigionamento, ma siamo dell’idea che prima dei campi si debbano colonizzare tetti e coperture di edifici, ex aree industriali dismesse.”