Tra gli archivi Pesaro, la Biblioteca e i Musei Oliveriani (all’interno di Palazzo Almerici) hanno una lunga storia iniziata grazie alla generosità di Annibale Olivieri. A metà del Settecento, ha deciso di donare alla città le sue collezioni di documenti, libri, reperti archeologici e di diversi altri oggetti raccolti nel corso della sua vita.
Ma accanto alle grandi famiglie che hanno governato Pesaro e a quelle che hanno contribuito, in tempi più recenti e in diversi ambiti, alla fortuna della città, troviamo anche acquisizioni più attuali. Come spiega la direttrice Brunella Paolini.
“Cerchiamo sempre di non interrompere questo rapporto con i cittadini. Rafforzandolo e adeguandoci alle nuove sfide e tecnologie che i tempi impongono,” spiega. “La memoria, anche del presente, non può andare dispersa, perché sarà la nostra memoria nel futuro. Da diversi anni ci occupiamo anche di fotografia.”
La biblioteca non è infatti solo il luogo della memoria e della conservazione, ma è anche un’istituzione. Che si dedica al racconto e alla divulgazione del suo patrimonio. Dove si organizzano eventi, incontri, conferenze, concerti, presentazioni di libri, esposizioni in ogni momento dell’anno.
Stessa cosa valida anche per l’Archivio di Stato, che forse molti interpretano come un semplice archivio di planimetrie. Quello di Pesaro è uno dei cento Archivi di Stato che operano sul territorio nazionale. Uno per ogni capoluogo di Provincia, e che dipendono dal Ministero della Cultura. Attualmente si trova nel palazzo degli uffici finanziari, in attesa di spostarsi a Rocca Costanza.
“Un luogo che finalmente conferirà all’Archivio più visibilità e prestigio,” sottolinea la direttrice Sara Cambrini. “Ma anche un luogo coevo alla storicità dei documenti che conserviamo, risalenti fino al XV secolo. Dalle testimonianze dei documenti dell’Archivio emerge la realtà della vita delle persone. Dalle doti delle donne ai testamenti, gli inventari delle quadrerie, gli atti processuali (con i motivi che spingevano a delinquere). Ma anche le origini della nostra lingua e del dialetto,” dice.
“Le esposizioni e le mostre che mettono in dialogo il presente con il passato servono anche a questo, ricostruendo le curiosità su luoghi e persone che si sono adoperate per far crescere e vivere la nostra città.”
Non pubblico, ma fruibile in occasione di mostre speciali o consultabile su richiesta, nell’Archivio Stroppa Nobili si trovano libri antichi e moderni, manoscritti, stampe, incisioni, mappe, disegni, oggetti, prevalentemente dal 1500 a oggi, oltre a migliaia di immagini d’epoca riguardanti Pesaro e comuni limitrofi.
Il tutto lo si deve alla curiosità di Gabriele Stroppa Nobili, sempre in giro per mercatini d’antiquariato. “Ormai mi conoscono in molti nella zona. L’ultimo ‘colpaccio’ sono le più antiche foto della Fiera di San Nicola del 1891.”
Oltre 15.000 sono le fotografie possedute da Gabriele. “Le più antiche appartengono al primo fotografo di Pesaro, Vittorio Rosa. Era un ferroviere che comprò tutta l’attrezzatura dagli Alinari di Firenze per iniziare questa attività a Pesaro. Ho le sue foto e il suo ritratto che si potrebbe definire come il primo selfie pesarese.”