Benedetta Cimatti, da Faenza a Roma

di Chiara Bissi, foto Alan Gelati
Un 2025 Da sogno Per l’attrice Faentina Benedetta Cimatti
Non ha mai dimenticato le proprie radici, anche se da 15 anni vive a Roma, dove ha intrapreso la fortunata carriera di attrice, calcando prima i palcoscenici, poi interpretando ruoli sempre più importanti per il cinema e per il piccolo schermo.

Volto noto per il pubblico italiano, solare e talentuosa Benedetta Cimatti, 35 anni, faentina di nascita, terminati gli studi si trasferisce nella capitale per studiare recitazione all’accademia Fondamenta. 

Diplomatasi con il massimo dei voti, continua a studiare, frequentando stage e seminari di formazione tenuti da Michele Placido, Giancarlo Sepe, Pier Paolo Sepe, Luciano Melchionna, Paolo Antonio Simioni. Il debutto in televisione avviene nel 2013 con la serie Rai Fuoriclasse 2 e al cinema nella commedia di Luca Miniero Un boss in salotto. Di lì a poco entra nel cast de L’ispettore Coliandro e verrà scelta come protagonista de La Strada di Casa.

Seguono altre interpretazioni nelle serie La porta Rossa 2 ed è tra i protagonisti della serie Bella da morire, del medical drama Doc – Nelle tue mani e in Cuori.Ma è il 2025 l’anno da ricordare per Benedetta, quando usciranno 2 serie tv, un tv movie e un film, progetti a cui tiene moltissimo, a partire da M. Il Figlio del Secolo, tratto dal libro di Antonio Scurati, serie Sky, nella quale interpreta Rachele Mussolini.

Su Rai 1 usciranno la serie tv Prima di noi e il tv movie Giovannino Guareschi – Non muoio neanche se mi ammazzano, biopic nel quale veste i panni di Ennia, moglie del celebre scrittore emiliano. Al cinema, infine, è atteso il film Il primo figlio, per la regia di Mara Fondacaro.

D. Benedetta Cimatti, che rapporto conserva con Faenza e le sue origini?

R. “Sono orgogliosamente romagnola, vivo a Roma da tempo, ma se qualcuno mi dice che sono emiliana, specifico sempre. Ho un attaccamento forte alla mia terra che non dimentico mai, la Romagna mi scorre nelle vene, vorrei essere più presente ma il lavoro non me lo permette. Lì ho la famiglia e gli amici di una vita.”

D. Quando è arrivata la passione per la recitazione?

R. “C’è sempre stata grazie a mio padre. Lui è quello che mi ha fatto scattare la passione per il cinema. Era un grande medico, un chirurgo ma, appena poteva, per staccare guardava film e io da bambina ero sempre accanto a lui. A scuola dirigevo i miei compagni di classe, inventavo storie e mi immedesimavo nei personaggi.”

D. Ha frequentato subito scuole di recitazione, Benedetta Cimatti?

R. “Sentivo la necessità di esprimermi ma ero molto timida, diventavo rossa e a volte mi succede ancora. Finiti gli studi, ho cominciato il Dams a Bologna come percorso di studi universitari che più si avvicinavano alla mia passione.

Poi ho capito che quella scelta mi stava soffocando e di colpo ho preso la decisione di andare a Roma per fare il provino per l’Accademia dove sono stata selezionata. Insomma, ho seguito il mio cuore.”

D. Come è stato l’approccio con il teatro?

R. “L’idea era quella di lavorare sul palco e la scuola è stata fondamentale, lo studio mi ha permesso di superare le difficoltà. Ma in quel periodo di formazione ho sempre pensato che quella della recitazione fosse la mia strada.

Volevo essere una teatrante, poi mi si presentò tramite un agente la possibilità di lavorare nel cinema e in tv. Una scelta che in Accademia ti fanno pesare, ma pensai solo a valutare progetti interessanti. Così mi affidai a un’agenzia che mi segue tuttora. E arrivò il primo ruolo in Fuoriclasse.”

D. La notorietà l’ha cambiata, Benedetta Cimatti? Ora come sceglie i personaggi che le vengono offerti?

R. “È un processo continuo, non ci si deve sentire mai arrivati. La televisione mi ha fatto conoscere agli addetti ai lavori, mi ha dato la possibilità di avere un pubblico che mi segue, mi ha aperto il mondo dei casting e dei registi.

Quando si è aperta questa opportunità sarebbe stato stupido non coglierla. Per me l’apice sarebbe continuare a lavorare a progetti per il cinema e la tv e proseguire il cammino nel teatro. Per quanto riguarda la scelta dei personaggi è importante avere vicino persone che ti seguono con un obiettivo comune. La recitazione per me è una fonte di vitalità, se facessi una cosa che non mi corrisponde ne soffrirei. lo devo dare il meglio.”

D. Come ha affrontato una figura pesante come quella di Rachele Mussolini e quanto l’ha aiutata nell’approccio al personaggio essere nata in Romagna?

R. “Ho affrontato una sfida gigantesca. La serie uscirà a gennaio, la prima proiezione, avvenuta al festival del cinema di Venezia, è stata un’emozione indescrivibile. Per prima cosa è stato complicatissimo cercare di togliere il giudizio su di lei, è inevitabile che come donna, nell’interpretare una figura realmente esistita, abbia un giudizio.

Mi sono liberata dai pregiudizi per cercare di restituirle un’umanità. Ho lavorato sul dialetto h 24, ascoltando registrazioni, leggendo, studiando il parlato dell’epoca con un vocal coach, ma confrontandomi anche con mia madre. Con il regista ho condiviso la scelta di dare al personaggio una forte impronta romagnola, sono partita dalla camminata e da qui è arrivata la parola e poi tutto il resto.”

D. Come avviene il lavoro preparatorio prima delle riprese per lei, Benedetta Cimatti?

R. “Nella costruzione di un personaggio realmente esistito, una donna vissuta in un contesto storico drammatico, bisogna studiare molto. Sono partita dal libro di Scurati, poi ho ascoltato interviste e letto di tutto. Con il regista, Joe Wright, un genio, abbiamo fatto molte prove di lettura, poi insieme a Luca Marinelli, che interpreta Mussolini, abbiamo lavorato sul rapporto vittima e carnefice.

Arrivata in scena, sapevo cosa fare, grazie all’attento lavoro della regia. Ogni gesto, ogni parola è frutto di un lavoro enorme. È stato un onore recitare con un regista che ha lasciato tanto spazio allo studio e alla preparazione.”

D. Cosa può raccontare delle altre produzioni in uscita nel 2025?

R. “Sarò la protagonista del film Il Primo Figlio, opera prima di Mara Fondacaro. Un film di genere che indaga le dinamiche relazionali e il tema della perdita. E che spero che venga accolto al meglio dal pubblico e dalla critica. Poi ho girato per la Rai il tv movie sulla vita di Giovannino Guareschi, per la regia di Andrea Porporati. Per interpretare il ruolo della moglie dello scrittore sono tornata in Emilia ed è stato divertente, abbiamo ricevuto un’accoglienza fantastica. Siamo stati benissimo. Nel 2025 si vedrà il frutto di un lavoro intensissimo, sono felice e soddisfatta e spero che lo possa essere anche il pubblico.”

D. Pensa mai alla possibilità di lavorare in produzioni internazionali?

R. “Sì certo, è bello ampliare i propri orizzonti anche se non dimentichiamo che il cinema italiano ha fatto la storia. Amo Sofia Coppola, è la mia regista preferita, morirei pur di fare un film con lei. E poi lo scandinavo Thomas Vinterberg e il francese Michel Gondry, su tutti. Riprenderò lo studio dell’inglese, perché anche se ho fatto il liceo linguistico, devo migliorare, non si finisce mai di imparare.”

Benedetta Cimatti, da Faenza a Roma
In questi scatti, l’attrice faentina Benedetta Cimatti. Qui sopra, l’attrice nel ruolo di Ennia, sul set della serie Rai su Giovannino Guareschi.
Benedetta Cimatti, da Faenza a Roma

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