Pesaro è una città dal grande valore culturale che, negli ultimi anni, ha vinto sfide incredibili: dal riconoscimento Unesco di Città della Musica nel 2017, a quello di Capitale italiana della Cultura 2024, raggiunto a marzo di quest’anno e che coinvolgerà tutte le realtà dell’intera Provincia in un unico grande progetto che si dipanerà in un intenso 2024.
Sinergie vecchie e nuove che si svilupperanno per guardare a una Pesaro che non c’è, ovvero una città del futuro, costruita con l’apporto di una intera comunità creativa e produttiva. Un luogo ideale che si pone in ascolto e sposa con coraggio le idee.
Nelle divertenti e originali graphic novel del musicista e fumettista pesarese Guido Brualdi, la città è la base da cui partire per raccontare le sue storie. “Mai come ora,” racconta, “mi sto rendendo conto di come una città la facciano le persone.
È una città che, nonostante i cambiamenti generazionali, riesce sempre ad alimentare una sorta di fuoco creativo. Penso a luoghi storici della scena musicale di qualche anno fa, come il Menga, ma anche allo Skate Park, dove gruppi di ragazzi organizzano festival dedicati ai giovanissimi.”
Come esce la Pesaro disegnata da Brualdi? “Riprendo i posti meno pop: c’è il lungomare, dove si va a bere la sera, ma rappresentato da alcuni scorci a cui non si fa attenzione. Posti non riconoscibili, quasi un gioco con i miei lettori pesaresi.
Ma Pesaro per me è un luogo dove la creatività si riesce a sviluppare: se ti dai da fare, sei sempre ben accolto. Questo ti rende parte di una grande famiglia e ti mette a tuo agio.”
Quasi un’attrazione fatale per molti dei suoi cittadini che spesso decidono di tornare, dopo esperienze di maturazione professionale svolte anche all’estero, come nel caso dell’eclettico fotografo e scrittore Alberto Giuliani.
“Ho abitato a Milano, Bombai, Buenos Aires, solo per citarne alcune, ma sono tornato a Pesaro tre anni fa,” racconta. “Le ragioni sono molteplici: sicuramente una questione affettiva, di radici, ma l’ho scelta per la sua dimensione straordinaria, il suo aspetto umano e culturale. Le Marche hanno molta ‘grazia’, che non ho trovato in altri territori, e conservano una certa sincerità e valore della parola data.”
Una grazia intesa come dolcezza, “forse propria di questo territorio che declina dolcemente sul mare e addolcisce gli animi. Un terreno fertile dove ci si può confrontare, condividere e parlare con una certa libertà.”
Arte, musica e spettacolo che convivono in armonia, che fotografano una città in continua crescita: “Dal punto di vista culturale,” continua Giuliani, “il mio auspicio è che si possa osare anche di più. Grazie alla globalizzazione non c’è più bisogno di essere New York per fare certe cose: in qualunque territorio si potrebbe essere provocatori e padroni di una scena globale.
Ecco, mi piacerebbe poter ‘giocare’ sulle nostre attitudini, per dire qualcosa al mondo. Mi piacerebbe che la città fosse in grado di dare un segnale forte di cambiamento, di rottura. Pesaro 2024 potrebbe essere il trampolino di lancio per essere orgogliosi del proprio patrimonio: è la nostra occasione, ma non bisognerà fermarsi qui.
Dopo l’anno di capitale della cultura si deve proseguire su questa linea, continuare a creare spazi di accoglienza per gli artisti, sia locali che stranieri, dove offrire residenze creative, per mantenere e continuare a nutrire questo fermento.”
Partire dall’esistente per ampliare gli orizzonti: non ha mai interrotto la sua crescita la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, un altro dei grandi ‘contenitori di contenuti’ presente a Pesaro da 58 anni, come conferma il direttore organizzativo Cristian Della Chiara.
“Per il 2024 abbiamo un progetto con il festival del cinema di Sarajevo,” ricorda, “un’apertura verso i Balcani che si basa su diverse suggestioni e conoscenza del territorio. Sarà l’occasione per confermare la capacità di relazione fra le varie istituzioni, verso la costruzione di nuove sinergie.”
Un percorso non casuale e coerente che parte dalla valorizzazione dei talenti del nostro territorio. “È bello sentire commenti estremamente positivi sulla nostra città dai fruitori dei nostri festival: tutti la indicano già come una città ricca di stimoli, dove sarebbe bello trasferirsi.”
Questa nuova sfida per Pesaro 2024 “ha dato un’ulteriore spinta propositiva al dialogo non scontato tra realtà grandi e piccole, stimolando le idee e i rapporti.
Non è un caso,” conclude Della Chiara, “che il video realizzato per il dossier di candidatura ci abbia fatto scoprire il giovane Elia Mazzini che ha inaugurato il festival di quest’anno. Creare una comunità partendo da solide basi è un processo partecipato e attivo che stimola e permette di costruire un futuro ancora più solido a livello culturale e artistico.”