Un lavoro che ha alla base immensi e straordinari tesori culturali che la città custodisce con cura, ma che vanno tenuti vivi da un racconto che omaggia la memoria e pone le radici per una fruizione futura. Tra gli “scrigni” più importanti ci sono sicuramente la Biblioteca e i Musei Oliveriani che stanno per compiere 230 anni. Una lunga storia iniziata grazie alle generose donazioni di Annibale Olivieri: documenti, libri, reperti archeologici e diversi altri oggetti che aveva raccolto nel corso della sua vita.
È così che accanto alle grandi famiglie che hanno governato Pesaro – gli Sforza, i Malatesta, i Della Rovere – come quelle che hanno contribuito, in tempi più recenti e in diversi ambiti, alla fortuna della città, oggi la Biblioteca è entrata in possesso anche di documenti più attuali, come ad esempio quelli di Sergio Guerra, musicista e professore universitario, scomparso per Covid nel 2020:
“Facciamo in modo che le acquisizioni continuino anche oggi, non possiamo interrompere questo percorso, anzi dobbiamo rafforzarlo e adeguarci anche alle nuove sfide e tecnologie che i tempi impongono”, spiega la direttrice Brunella Paolini. “E anche su questo stiamo molto lavorando: la memoria, anche del presente, non può andare dispersa, va al contrario tutelata e sempre valorizzata. Conserviamo il presente che sarà la nostra memoria nel futuro.
Ed ecco perché, da diversi anni, abbiamo iniziato anche ad occuparci di fotografia.” Le attività e le collaborazioni dell’Ente Olivieri con le altre istituzioni cittadine sono un altro punto di forza, a partire dai Musei cittadini, fino ad associazioni culturali come Pesaro Segreta: “Siamo sempre più aperti, disponibili e a disposizione della città e del territorio anche in relazione alla progettualità che si svilupperà in seguito alla designazione di Pesaro capitale cultura 2024”.
Anche i Musei di Pesaro custodiscono un patrimonio straordinario, identità di un intero territorio. Una testimonianza da preservare con cura e rispetto per restituirla al meglio al pubblico. “La scelta rivelatasi vincente è stata quella di mettere a sistema le strutture nel circuito museale Pesaro Musei”, commenta Luca Montini, responsabile di gestione del circuito.
“Con un biglietto unico e una card di fidelizzazione offriamo ai visitatori la possibilità di scoprire la storia della città: i Musei Civici, già residenza della nobile famiglia Mosca, custodi di pregiate opere d’arte del territorio e di importanti collezioni a partire dalla donazione di dipinti, ceramiche e arredi della marchesa Vittoria; il percorso rossiniano, da Casa Rossini, casa natale del compositore, al Museo Nazionale Rossini; la Sonosfera®, innovativo teatro per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica; le aree archeologiche e, ancora, Palazzo Ciacchi, la Casa-museo Giovanni Gentiletti, la Sinagoga, il Centro Arti Visive Pescheria, con le mostre di arte contemporanea, e le moto del Museo Officine Benelli.
Una rete dinamica di strutture museali, in costante aggiornamento e destinata a crescere, che incentiva il pubblico a visitare e scoprire tutte le sedi.” Ma quanto è importante riuscire a incuriosire il pubblico di oggi? “L’esperienza di visita oggi non si esaurisce più nell’acquisto del biglietto e nella visione del museo, ma vive un prima e un dopo: è un viaggio che parte dal reperimento di informazioni sul web, dall’interazione con i social, e che continua dopo la visita nei feedback e nella creazione di una community digitale.
In presenza, invece, i musei devono essere vivi: in questi anni abbiamo organizzato conferenze, eventi culturali, musica dal vivo e danza all’interno delle sale, proprio per ampliare e diversificare le tipologie di pubblico.”
Preservare la memoria è anche il desiderio che anima il team di Pesaro Segreta, composto da Ugo Betti, Gabriele Stroppa Nobili, Federico Malaventura e Chris Morri. Preservare per raccontare, sia attraverso la storia, gli oggetti, i palazzi, i personaggi, sia tramite i tanti aneddoti, il patrimonio storico e artistico della città.
Le fotografie, i documenti e i video che ora sono a disposizione nel sito, così come nella loro pagina Facebook, sono frutto di una ricerca incessante che arriva a evidenziare un mondo, spesso partendo da un piccolo particolare. “La nostra è una ricerca continua, alcune segnalazioni ci arrivano anche dalle persone che ci seguono, sparse per tutto il mondo”, spiega il presidente Ugo Betti, “perché solo conoscendo in profondità la nostra terra potremo assaporarla nella maniera migliore.
Mai dimenticarsi di ciò che abbiamo vissuto: è questo il nostro mantra e non per fare paragoni, ma per tenere vivo il ricordo di come eravamo.” La divulgazione viene tradotta anche attraverso spettacoli “che raccontano il kursaal, il porto, la piazza, i borghi. Il riscontro è notevole, la gente è felice perché attraverso queste testimonianze sa che non sarà dimenticata. La gioia più grande per noi è far sentire tutti partecipi di questa grande memoria collettiva”.