Regista e scrittore, uomo brillante nato per raccontare – lontano dalla fama dei riflettori perché quasi sempre dietro le quinte – Davide Savelli ha costruito la propria carriera su una formazione solida ed esperienze maturate sul campo, propiziate da incontri speciali.
“Sono cresciuto a Forlì nella stradina chiusa di via Biagiolini, giocando con amici e amiche che ricordo con grande affetto,” racconta Davide Savelli rivisitando gli albori. “Tra i vicini di casa Claudio Chieffo, che talora scendeva in strada e organizzava staffette per noi bambini.” L’adolescenza è consumata tra i fermenti giovanili e lo sviluppo di interessi artistici e culturali.
“Intorno ai 16-18 anni cantavo nel gruppo musicale post punk ‘Nausea’. E frequentavo i meravigliosi centri giovanili forlivesi, voluti da Flavio Montanari. Bravissimo e compianto assessore a cui va ascritto grande merito per la nascita del polo universitario forlivese.”
Accanto a quella per la musica c’è sempre stata la passione per la scrittura, “amata sin dai banchi delle elementari alla Benedetto Croce. Nel tempo mi sono cimentato nella stesura di testi di canzoni. Ma anche di articoli per riviste, a partire da Ottimomassimo, periodico dell’Arci nel formato millelire. Curato graficamente dall’artista Marco Neri, oggi docente universitario già protagonista alla Biennale di Venezia.”
Durante il percorso accademico la scoperta della vocazione per la storia non occidentale, ovvero quella meno conosciuta e convenzionale. A schiudere le porte di un futuro da incorniciare è l’incontro con due insegnanti illuminate. Anna Maria Gentili, docente di Storia e istituzioni dei paesi afroasiatici all’Università di Bologna, e Marcella Emiliani, con cui Davide Savelli consegue la laurea in Storia del Medio Oriente contemporaneo.
“Docente meravigliosa e persona straordinaria, che porto nel cuore,” spiega con viva emozione. “Una grande giornalista, autrice televisiva di Mixer. Nata, tra l’altro, il 2 luglio, come me. Un incrocio magico.” È grazie alla professoressa che Davide Savelli acquisisce “lo stimolo necessario a proseguire gli studi anche grazie a una borsa di ricerca post laurea che mi ha portato un anno in Giordania. Dove ho studiato arabo e iniziato collaborazioni giornalistiche più strutturate, con la radio svizzera e con la rivista Diario della settimana, diretta dalla coppia Deaglio e Foa.”
Poi, ecco l’occasione della vita. “Complici le vacanze ferragostane, mi trovai a essere l’unico giornalista, peraltro senza tesserino, presente in terra giordana quando scoppiò la rivolta del pane. Giuliana Sgrena, giornalista de Il Manifesto conosciuta al seguito del Ministro degli Esteri Susanna Agnelli, mi propose un reportage poi divenuto un paginone.” Gli articoli per Diario della settimana, molto apprezzati, aprono le porte della redazione esteri di Diario. “Accettai la proposta di trasferirmi stabilmente a Roma. Un grande passo che mi permise di capire come la mia strada fosse quella del racconto e del racconto audiovisivo. Così sono diventato autore tv.”
Il curriculum si allunga e il nome di Davide Savelli comincia a rimbalzare sulle labbra degli addetti ai lavori. Il ragazzo è in gamba e il passaparola alimenta una sorta di calciomercato con il giovane forlivese molto ricercato.
“Ho ricevuto proposte di lavoro sempre più interessanti; sono divenuto capoprogetto di alcune serie tv di discreto successo quali Storia proibita del ventesimo secolo prodotta da History Channel, trasmessa in prima serata su La7, venduta in edicola e in libreria.
Poi tanti altri programmi. Ricordo con piacere Passato prossimo, inchieste storiche raccontate da tre giornalisti come Luca Sofri, Corrado Formigli, oggi al timone di Piazza Pulita, e Alberto Nerazzini, ideatore e direttore del Festival del giornalismo investigativo Dig. A distanza di quasi un quarto di secolo, con Corrado e Alberto ci siamo ritrovati a collaborare a Cento Minuti, un nuovo progetto di inchiesta in prima serata su La7 da lunedì 8 aprile. Mi hanno chiesto di sviluppare il racconto visivo, la grafica, la confezione complessiva.”
Altro incontro magico quello con Alessandro Barbero. “Assieme abbiamo realizzato tanti speciali tv: su Dante, Napoleone, il 1492. Un anno fa ho accettato la proposta di seguire la direzione editoriale di Chora Storia, una linea di Chora Media, principale società di produzione di podcast in Italia.” Ed è subito nato il podcast settimanale Chiedilo a Barbero, format divertente e leggero, che ha superato gli 8 milioni di ascolti. “A maggio inoltre uscirà la miniserie La lunga notte dell’impero, poi ci sono tanti altri progetti in cantiere.”
La quotidianità è fatta di sveglie alle 6, lettura antelucana dei giornali – “ahimè online” – dal New York Times al Corriere e a rotazione diversi altri, segue la preparazione del caffè per la moglie Cristina e della colazione per i due figli: il sedicenne Ernesto e la piccola Malvina, 8 anni e in dono il nome di una bisnonna, donna straordinaria e fortissima. Poi incombenze scandite dal calendario Google: mail, call da casa e riunioni in presenza, all’ufficio di Chora in zona Parioli e un paio di volte al mese nella sede milanese e nello studio di registrazione torinese.
“Non lavoro poco anche se cerco di ritagliarmi tempo per la famiglia e per un po’ di sport.” Senza dimenticare la città di Saffi. “Poco tempo fa mi sono reso conto di aver trascorso più anni a Roma che a Forlì, dove ancora risiedono i miei genitori e mio fratello, che ha vissuto in prima persona il dramma dell’alluvione ma da ‘pellaccia’, come tutti i Davide Savelli, si è già lanciato in nuove avventure.
In Romagna ho cugine e tanti amici, che cerco di vedere quando rientro a casa, anche se le opportunità di incontrarsi sono sempre meno.” Il futuro sarà probabilmente nella città eterna, con altri progetti da realizzare. “Mi piacerebbe vedere in forma cinematografica il racconto su Garibaldi in chiave pop, scritto a 4 mani con Barbero. È in mano a una società di produzione, ma temo che richieda un budget troppo elevato.”