Federico Marchetti è partito da Ravenna per conquistare il mondo attraverso progetti visionari e coraggiosi. E lui, che si è sempre sentito romagnolo per nascita, italiano per Dna e americano per scelta, lo racconta ora nel suo libro autobiografico Le avventure di un innovatore, edito da Longanesi.
D. Nel 2000 ha creato Yoox, la prima azienda italiana unicorno, diventata poi Yoox Net-A-Porter Group. Federico Marchetti, com’è nata l’idea?
R. “Appena tornato dagli Stati Uniti ho cercato di capire quale fosse un vantaggio competitivo dell’Italia e ho pensato subito alla moda. Non avevo soldi per poter finanziare un mio progetto ma internet, che era agli albori, per un certo periodo ha permesso a tutti di accedere a dei capitali. Ho unito i puntini e il risultato è stato: la moda su internet. Così è nato Yoox.”
D. Si è ispirato a qualcuno o a qualcosa?
R. “No, perché era una cosa completamente nuova e sono stato il primo al mondo a vendere la moda su internet. Yoox è nato partendo dalle collezioni precedenti con l’obiettivo di allungare la vita ai capi di moda di buona qualità. Ventitré anni dopo sembra la cosa più sostenibile del mondo…”
D. Il passaggio dalla moda e dal lusso all’impegno ambientale è stato quindi più un cambiamento o un’evoluzione?
R. “Un’evoluzione, perché quando ho cominciato non pensavo alla sostenibilità, ma a un modello di business che potesse funzionare per tutti. Allora non mi era ancora chiaro il concetto di ambiente e di moda longeva, andavo solo incontro alle esigenze dei consumatori, chiedendomi perché un prodotto dovesse finire dopo una sola stagione. Nel 2001 ho aggiunto anche il vintage e nel 2008 ho lanciato il megaprogetto Yooxygen, ristrutturando tutta l’azienda secondo i principi della sostenibilità. Un progetto vastissimo, in anticipo sui tempi. Basti pensare che la Camera della Moda Italiana ha annunciato il primo manifesto sulla sostenibilità solo nel 2011.”
D. Com’è cresciuta, negli ultimi 20 anni, la coscienza sostenibile delle aziende?
R. “È ormai chiaro a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, che diventare sempre più sostenibili non sia solo una questione di marketing ma anche di sopravvivenza. Con il progetto che ho lanciato con Re Carlo III sulla moda sostenibile, ho riunito un gruppo di amministratori delegati di grandi brand internazionali per cercare di velocizzare questo processo. Ma come si fa a innescare questa accelerazione? Secondo me la ricetta vincente è l’innovazione.”
D. Nel 2021 infatti l’allora principe Carlo la nomina Chair of HRH Sustainable Initiative Task Force on Fashion. In che cosa consiste il suo incarico, Federico Marchetti?
R. “La Task Force è composta da una quindicina di membri ai quali ho trasmesso le mie due visioni del futuro sulla moda sostenibile: il passaporto digitale e la moda rigenerativa. In particolare, il passaporto digitale riguarda le informazioni che vengono veicolate ai clienti finali quando acquistano un articolo di un determinato brand, dandogli così gli strumenti necessari per fare acquisti più consapevoli. Ho iniziato a lavorare al passaporto digitale nel 2018 e non a caso nel 2022 la Commissione Europea ha annunciato che sarebbe diventato obbligatorio per tutti.”
D. E invece The Modern Artisan?
R. “È stato il mio primo progetto realizzato con Re Carlo. Lo avevo incontrato in Scozia ed essendo un grande amante dell’Italia mi chiese di inventarmi un progetto che unisse l’Italia all’Inghilterra. Anche qui ho collegato tutti i puntini, pensando a quali fossero le nostre passioni comuni: l’Italia e l’Inghilterra, i giovani, l’educazione, la sostenibilità, la moda…
L’ho chiamato The Modern Artisan perché l’obiettivo era di mettere a disposizione di giovani artigiani degli strumenti moderni per poter affrontare al meglio il loro lavoro, avvalendosi di dati, dell’Intelligenza Artificiale, del web marketing e rendendo così più contemporaneo un lavoro tradizionale. Con The Modern Artisan abbiamo messo assieme due gruppi di studenti italiani e inglesi che hanno realizzato una collezione incrociando tutti i dati di Yoox.
Questa prima collezione, che ha riscosso un grande successo, aveva in sé anche il primo embrione del passaporto digitale. Dopo questo progetto Re Carlo ha deciso di affidarmi l’incarico della Task Force e sono entrato poi a far parte sia del Board della sua Fondazione sia di Highgrove Garden, la residenza reale dove viene prodotto cibo sostenibile.”
D. The Modern Artisan ha avuto un seguito?
R. “Dopo la mia uscita nel 2021 da Yoox Net-A-Porter, sono state fatte altre due edizioni e mi fa quindi molto piacere che questa sia l’eredità che ho lasciato. Penso che questo progetto sia davvero un modello di moda futura, di artigianalità mischiata alla tecnologia e all’innovazione. Passato e futuro insieme. Oltre a questo ho lasciato a Yoox Net-A-Porter Infinity, un piano decennale sulla sostenibilità, l’ultimo mio progetto firmato come amministratore delegato.”
D. Ritornando al clima, qual è stata la sua impressione su ciò che è accaduto in Emilia-Romagna? Ne ha parlato anche con Re Carlo?
R. “Con Re Carlo ci scriviamo regolarmente delle lettere e quindi gliene ho scritta una parlandogli dell’alluvione dell’Emilia-Romagna. La sua risposta è stata di grande tristezza ma la cosa che gli ha dato più fastidio, non solo riguardo all’Emilia-Romagna, è che ci siano tante chiacchiere e poche azioni concrete. Questo è un pensiero che continua ad accomunarci perché troppo spesso si parla di ambiente ma si fa ancora poco a tutti i livelli.”
D. Il suo libro l’ha dedicato a sua madre e a sua figlia Maggie. Qual è il invece messaggio che rivolge alle nuove generazioni?
R. “Ho notato che tra i giovani prevale la paura e vorrei quindi che il mio libro servisse a infondere in loro un po’ di coraggio, per guardare al futuro con ottimismo. Da sempre mi occupo dei giovani perché anch’io lo ero quando ho iniziato con Yoox – avevo 29 anni – e ho dato poi lavoro a 5.000 ragazzi intorno ai 30 anni, quelli di Yoox Net-A-Porter.”
D. Federico Marchetti, quali qualità le sono servite per essere un innovatore? C’entrano un po’ anche le sue origini?
R. “Sicuramente la romagnolità appartiene al mio Dna, ma per passare dalle radici al futuro occorre usare tanta immaginazione. E per immaginarsi il futuro bisogna iniziare a sognare, cercando poi di mettere in pratica i sogni. Questa è la parte dove ci vuole propensione al rischio e molto coraggio.”
D. Il suo prossimo sogno?
R. “Che tutti facciano qualcosa per l’ambiente, perché è arrivato il momento di cambiare rotta.”