Per prepararsi alle nuove sfide, Francesca Masi ha quindi lasciato il suo incarico al Servizio Cultura del Comune di Ravenna.
Al primo incontro si nota la sua eleganza, il suo sorriso. Il suo modo semplice di presentarsi e di accogliere. Ma, approfondendo la sua conoscenza, si scopre la sua profonda cultura umanistica e la sua spiccata curiosità di intellettuale.
D. Francesca Masi, in questi anni è stata coinvolta in iniziative culturali in vista delle celebrazioni dantesche. Inevitabile partire dal suo rapporto con il Sommo Poeta…
R. “L’amore per Dante lo devo a Francesco Petrarca. Ero nel dipartimento di Italianistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Frequentavo i seminari del professor Giuseppe Billanovich per laurearmi con lui appunto su Petrarca. Il professore mi chiese di interrogarmi sui cento canti della Divina Commedia. Perché, e citava Contini, filologo e critico italiano, ‘non si può studiare la letteratura italiana senza aver letto i cento canti’. Quella lettura intensa, quasi contemplativa, si collegava ai corsi tenuti da mons. Carlo Maria Martini dove strettissima era la connessione tra sacra scrittura e letteratura. Ho imparato a custodire nel profondo la Commedia. Quella lettura mi ha cambiato la vita.”
D. Lei è nata a Parma. Deve a questa sua passione per Dante l’aver scelto di vivere a Ravenna?
R. “In parte sì. Sono felice di aver fatto questa scelta. Ravenna è una città che si salda alla ricerca di bellezza che è nel cuore. Si svela con grazia e lentezza. Dante ne è il cuore e per me è una stella polare e una presenza nella mia giornata, al pari dei familiari, dei colleghi, degli amici. Devo proprio al dialogo con le donne che Dante incontra nella Commedia la curiosità e la propensione per tutto ciò che attiene al femminile.
Le voci e gli sguardi delle donne interrogano i miei giorni, le donne dell’Antica e della Nuova Alleanza, così potenti in quel penultimo canto del Paradiso, le madri e le sorelle di ogni tempo che hanno saputo eternarsi tra le pieghe di una storia scritta al maschile. Ipazia d’Alessandria, Ildegarda di Bingen, Teresa d’Avila, Etty Hillesum, Simone Weil, Maria Zambrano, Cristina Campo e tantissime mie guide. Fino a Mariangela Gualtieri che proprio nell’anno del centenario dantesco ci ha lasciato il suo tenerissimo e intelligentissimo sguardo su Dante.”
D. Parallelamente ha portato avanti il Centro Relazioni Culturali fino a conclusione degli incontri, nel maggio 2022. Anche nei programmi, sempre basati su argomenti vari, ha introdotto un incontro mensile programmato su opere che trattano Dante.
R. “Il Centro Relazioni Culturali è entrato nel mio cuore in punta di piedi. Lavoravo all’ufficio cultura del Comune in via Ponte Marino, nello stesso edificio del grande antro letterario di Walter Della Monica e delle sue collaboratrici. Quasi da subito ho iniziato a fermarmi la sera per quelle ‘due chiacchiere’ con Walter. Che, nel 2013, mi ha fatto l’onore di volermi al suo posto a dirigere una delle più geniali invenzioni culturali che questa città abbia avuto e che spero possa per sempre durare. ‘Perché la cultura è una cosa seria’, diceva Walter.”
D. Dalle esperienze passate a quella nuova, ancor più importante e impegnativa con RavennAntica…
R. “Si tratta di un’organizzazione che ha come fine la messa in valore di un patrimonio ineguagliabile come quello di Ravenna e della sua storia. Certo una delle esperienze più toccanti di questi primi sei mesi di lavoro nella Fondazione è stato affrontare il drammatico e intenso momento dell’emergenza che ha toccato la Romagna, quando il Museo Classis ha aperto le proprie porte per accogliere le persone evacuate dalle proprie abitazioni: 900 tra persone e animali di affezione hanno vissuto per una settimana dentro al museo, che ho capito essere lo spazio dove le persone possono stare bene e insieme.”
D. Come affronta questo nuovo e prestigioso incarico?
R. “In primo luogo, ringrazio tutti i colleghi della Fondazione che amano il proprio lavoro e si applicano con passione e competenza per rendere possibile la realizzazione delle attività per i bambini, CRE estivi, notti al museo, laboratori, e per garantire tutti i servizi e le aperture. È stata inaugurata una felice collaborazione con Ravenna Festival che ha dato luogo a 15 concerti. Sono state realizzate visite e percorsi in occasione del Settembre Dantesco e ora le forze si concentrano sulle nuove sezioni del Museo Classis che contribuiranno a rendere ancora più preziosa e feconda l’esperienza del museo.”