Gianguido Girotti, classe 1977, a soli 3 mesi dalla nascita ha affrontato la sua prima uscita in barca con i genitori e oggi ricopre la carica di direttore generale del Gruppo Beneteau, il colosso nautico francese leader mondiale nella progettazione e nella realizzazione di barche a vela e a motore.
Dopo gli studi liceali, Girotti è volato in Inghilterra dove ha frequentato Ingegneria Navale, muovendo poi i suoi primi passi nella progettazione affiancando per quattro anni lo yacht designer German Frers, fino ad approdare a Beneteau: una realtà che ha all’attivo 135 anni di storia e che negli ultimi due anni è cresciuta in borsa del 180%. Padre di Giulia e sposato con Benedetta, vive a Saint Gilles Croix de Vie in Francia e appena gli impegni glielo consentono torna in Romagna, nella sua amata Cesena, dove tutto ha avuto inizio.
Girotti, dalla realtà di provincia ai vertici: qual è stato il suo percorso?
“Terminati gli studi ho ricevuto la telefonata di German Frers del team di Luna Rossa che mi invitava a raggiungerlo a Milano. In quegli anni lavorare per Frers è stato incredibile, ho toccato con mano le barche da regata più importanti del mondo, ho acquisito la consapevolezza di cos’è la professionalità ad alti livelli e la forza del lavoro di squadra. Ricordo l’impegno e la dedizione di tutte quelle ore (centinaia) di lavoro in preparazione dell’American Cup. Nel 2004 poi è arrivata la direzione tecnica del Cantiere del Pardo, uno dei leader italiani nel settore della nautica, nel 2013 è stata la volta di Dufour. Nel 2015, mentre iniziavo a rivolgere il mio sguardo alle barche a motore, Madame Roux mi ha offerto di entrare a dirigere il marchio Beneteau.”
Qual è la sua visione d’impresa?
“La più grande performance da raggiungere nel lavoro è riuscire a trasformare l’interesse del singolo in quello della collettività. Quando 2019 Madame Roux mi ha raggiunto con la proposta della direzione generale di Beneteau ho compreso come fosse indispensabile che ogni marchio (9 in totale) concorresse al successo dell’intero gruppo. È nata così la Casa dei Marchi. Abbiamo voluto definire il Gruppo Beneteau Casa e ogni marchio una sua stanza con le sue caratteristiche da mantenere e rispettare. Siamo al 2020, arriva il Covid e inaspettatamente la spinta verso la barca cresce. Negli ultimi due anni abbiamo registrato un aumento della domanda del 30% superiore alla capacità produttiva. Abbiamo anche strategicamente acquisito due nuovi stabilimenti produttivi in Portogallo per produrre 1.000 barche in più in meno di due anni.”
Quali sono i progetti su cui sta lavorando?
“Ad oggi Beneteau sta lanciando un marchio dedicato al fluviale a propulsione elettrica che sarà presentato in primavera: l’obiettivo saprà rispondere a una fetta di mercato specifico considerando che in Europa vi sono 60.000 km di fiumi navigabili. Inoltre abbiamo chiuso l’acquisizione del 40% delle due prime società di charter nella nautica al mondo e acquisito un boat club negli Stati Uniti. In questo modo vogliamo togliere ogni freno alla proprietà puntando sui servizi e l’utilizzo. Il mio obiettivo è fare in modo che nella democratizzazione della vela ci siano una o più date all’anno che le persone dedicano per andare in barca senza per forza preoccuparsi di tutti gli aspetti come se fossero degli armatori.”
Cosa dell’essere romagnolo si è portato lungo la sua carriera e nella sua professione?
“La mia Romagna è ricca di persone creative e genuine e che hanno trasformato idee in realtà. I romagnoli sanno affrontare e risolvere i problemi e sono molto orgoglioso della mia terra. Credo che il dialogo e la trasparenza siano di certo il modo migliore per lavorare e raggiungere gli obiettivi prefissati.”