In Bulgaria Kina Bogdanova ha vissuto in un’epoca di radicali avvenimenti. Durante l’adolescenza ha assistito al cambio di regime in seguito al crollo del muro di Berlino. Al passaggio da un sistema politico e sociale a un altro, con profonde ricadute nella vita quotidiana.
Dopo le scuole superiori in un Istituto di Arti applicate dove ha studiato arte tessile, all’Università di Sofia ha frequentato il corso di specializzazione di Pedagogia dell’arte figurativa. Dopo un viaggio alla scoperta di Ravenna, a 28 anni, Kina Bogdanova rimane affascinata dalla città. Decide di iscriversi a biennio di Mosaico dell’Accademia di Belle Arti.
Si sente fortunata ad aver incontrato i maestri ravennati. Il primo anno ha seguito l’insegnamento di Marco di Luca. Successivamente di Luciana Notturni, Daniele Strada, Dusciana Bravura e Felice Nittolo. E ha anche conosciuto Paolo Racagni.
Su questi presupposti ha ripreso la sua attività artistica. Aveva già realizzato mostre di pittura, ma conoscere il mondo del mosaico contemporaneo ha arricchito la sua percezione, il suo approccio anche alla pittura. Tanto che in seguito ha realizzato alcuni personaggi dei suoi quadri anche in mosaico, contaminando vari linguaggi: la pittura, la scultura e il mosaico contemporaneo.
I primi lavori in pittura a tempera e a olio di Kina Bogdanova presentano figure con gli occhi chiusi. Figure sognanti che rimandano all’opera di Chagall, al surrealismo, a un mondo dove domina un sentimento di rilassatezza e di pace. Ogni scena è un racconto visivo che introduce a una dimensione simbolica fatta di intrecci e sfaccettature, tra frammenti di realtà e rimandi introspettivi che lasciano affiorare quel mondo infantile che persiste nel presente.
Anche le opere di scultura rivestite in mosaico vogliono essere racconti, immaginate e progettate prima in disegno a bozzetto per definirne dimensione, forma e materiali. Il colore intenso dei primi lavori dominati dai contrasti si sono addolciti nelle tonalità per offrire una visione armonica che consente giochi, movimenti, rievocazioni.
Per l’ambientazione delle sue storie, dei suoi racconti visivi, riprende sia il mondo naturale con gli alberi, le foglie, gli animali, tra tutti il piccione. E il mondo marino con la figura dominante del pesce, presenze che assumono una valenza metaforica che sconfina dal dato realistico per addentrarsi in un ambito poetico.
Il pesce immaginato è derivato da Il pittore e il pesce, una poesia di Raimond Carvar: “…un pesce saltò fuori dall’acqua / scura sotto il pontile e ricadde in acqua / e poi venne su di nuovo come una saetta / per ergersi sulla coda e scrollarsi tutto.” Il pesce che esce dall’acqua e poi vi ricade per ritornare a vivere a testa in giù per Kina Bogdanova rappresenta il senso e il desiderio di esistere.