Negli ultimi anni, i campi di lavanda hanno riscosso un notevole successo fra gli appassionati di fotografia e i semplici curiosi. Un po’ per i colori di questa pianta arbustiva, un po’ per il suo aroma. La lavanda è diventata la pianta simbolo dei primi mesi estivi.
A San Tomè, fra Forlì e Villafranca, c’è un campo di lavanda che negli ultimi anni è diventato piuttosto famoso. Arrivando da Forlì, il campo appare come una distesa violetta sulla sinistra, e sembra non avere fine.
La coltivazione appartiene all’Azienda Agricola Scozzoli, che negli anni ha saputo valorizzarla a dovere. Ogni estate, prima della raccolta della lavanda, sono infatti numerosissimi gli incontri ed eventi organizzati. Come lezioni di yoga in mezzo alla lavanda o picnic con musica dal vivo. Ma anche spettacoli, visite, aperitivi. È anche un modo per incontrare persone, aggregarsi, conoscersi.
Il campo dell’azienda è sorprendentemente resistito bene anche all’alluvione dello scorso maggio. Pur trattandosi di una pianta rustica, la lavanda non cresce bene nell’acqua stagnante, ma fortunatamente dopo una potatura più profonda e l’eliminazione di alcune file oggi è tornata più splendente e rigogliosa che mai.
Anche a Ronta di Cesena è presente un grande campo di lavanda che attira ogni estate curiosi e appassionati. Si trova fra via Parataglio e vicolo Cortina, ed è curato da Oriano Aldini. Anche questo campo è spesso fotografato e visitato, e per sua stessa natura è un luogo ideale per eventi e serate.
Come quello di San Tomè, è una vera e propria coltivazione e la lavanda raccolta viene usata per produrre oli, saponi e profumi. Tradizionalmente, questa pianta viene impiegata sin dai tempi antichi per le sue proprietà, tanto che nel Medioevo era utilizzata per detergere il corpo. La lingua italiana ha recepito il nome ‘lavanda’, infatti, dal gerundio latino del verbo ‘lavare’, cioè lavandus, lavanda, lavandum, ‘che deve essere lavato’. E ancora oggi il suo olio essenziale è uno dei più usati in profumeria. Il profumo, ovviamente, è la sua caratteristica più famosa. Contrariamente ad altre specie, i fiori conservano l’aroma a lungo, anche da secchi, e piccoli sacchettini di tela nei cassetti sono presenti in moltissime case.
La lavanda e la Romagna però sono legate non solo dalla tradizione, ma anche dalla storia. Il patrono della città di Cesena, San Giovanni, si celebra il 23 giugno e durante la ricorrenza è tradizione preparare la cosiddetta ‘Acqua di San Giovanni’. Basta selezionare e raccogliere alcuni fiori che vanno lasciati in ammollo in un recipiente per tutta la notte. E, il giorno dopo, il 24 giugno, utilizzare quest’acqua per lavarsi il corpo – proprio come nel Medioevo – come rito propiziatorio.
Secondo la tradizione, l’acqua così trattata avrebbe proprietà benefiche e sarebbe in grado di portare salute, fortuna e amore. Fra i fiori utilizzati, ovviamente, c’è anche la lavanda che, fiorendo proprio in questo periodo dell’anno, è diventata uno dei simboli dei festeggiamenti.
La lavanda, oltre ad essere tradizionalmente importante nel cesenate, è diventata anche uno dei simboli dell’estate della Provincia. Non resta che andare in uno dei campi che disseminano la zona, scattare qualche foto, respirare un po’ del suo odore piacevole. E sentirsi in Provenza per qualche ora.