E l’attività artigianale, specie quella romantica del liutaio, riporta la mente a questi ritmi più rilassati, in cui lo scorrere delle ore diventa superfluo davanti a un violino o una chitarra che reclamano attenzione.
Ogni strumento da riparare ha una sua storia pregna di vita, di sudore, di sacrificio, di respiri. E il liutaio, nel momento in cui se lo ritrova tra le mani, ha il compito di cullarlo e renderlo protagonista. Per non parlare della costruzione, del legno che prende vita tra le dita. E arriva a sprigionare suoni altrimenti nascosti. Difficile trovare un talento più nobile e incredibile, estremamente rilevante per il nostro Paese. Bisogna ricordare infatti che Cremona è la capitale mondiale della liuteria.
A Cesena c’è il liutaio Diego Suzzi a tenere alta la bandiera della liuteria italiana. Diego inizia a suonare a 17 anni a Montalto, in quel di Sarsina. Appassionato di chitarre, un giorno varca la soglia di Jimmy Guitar, negozio di Cesena che ha chiuso i battenti diversi anni fa. Qui rimane folgorato dalla vastità di strumenti vintage esposti e scatta in lui un qualcosa. Che lo porta a cercare e acquistare numerose chitarre solo per il gusto di ripararle, chiedendo consiglio ai liutai della zona.
Il risultato, vent’anni dopo, è la Liuteria Diego Suzzi. Un laboratorio che da due anni e mezzo anima il centro di Cesena. Posizionata in via Cesare Battisti, è diventata punto di riferimento per musicisti e semplici appassionati. Evolvendosi anche in vinileria e luogo ideale per promuovere e ospitare rassegne musicali e letterarie a cui hanno preso parte nomi del calibro di Motta, Dente, Boosta dei Subsonica, Bianco e Ian Svenonius.
Uno spazio in cui entrando è possibile vedere all’opera il liutaio specializzato nel restauro mentre si lascia trasportare da quell’attività così insolita, che richiede un’abile manualità e una pazienza infinita. Tutto attorno, strumenti in vendita o parte della sua collezione.
I clienti non mancano, anzi, vengono da diverse parti d’Italia. Da Padova fino a Roma. Senza contare chi lo ha raggiunto dalla Spagna o i professionisti della musica italiana e internazionale che da qui sono passati a più riprese. E con i quali Suzzi ha instaurato in certi casi delle vere e proprie collaborazioni.
Per il liutaio questa attività è una scoperta ogni giorno. “Gli strumenti a corda non sono solo oggetti,” racconta. “Ognuno di loro genera un suono e un’emozione diversa in base a quanti anni hanno, quanto sono stati usati, chi li ha suonati e come li ha conservati.
Ognuno ha un suo valore e qualcosa di nuovo da insegnare. Quello che deve metterci il liutaio è la sensibilità, la capacità di ascolto e la competenza.” Il liutaio ha una pagina Instagram molto attiva, in cui pubblica il suo lavoro.
Sfrutta la fotogenia degli strumenti anche Mattia Montesi, specializzato nella costruzione e riparazione di strumenti ad arco. Il ravennate ma forlivese di adozione si è avviato a questo mestiere all’età di 22 anni, nel 2008. E ha aperto un paio di anni fa il suo scrigno in via Romanello da Forlì, da cui può testimoniare come il panorama musicale si sia affievolito rispetto a una decina di anni fa.
“Se un tempo anche Forlì era un ambiente florido musicalmente,” racconta, “ora si riflette anche a livello locale la situazione che colpisce tutto il Paese. In Italia si respira tristezza, mentre all’estero il settore mantiene una certa vivacità.”
Montesi ha praticamente iniziato per gioco a occuparsi di strumenti e nel 2021 l’hobby si è trasformato in lavoro a tempo pieno. “Non sono pentito della scelta fatta. Ogni giorno ho a che fare con dei pezzi da capire e ascoltare, in cui immergermi per ripararli con estrema sensibilità.”
Il tutto inizia con il desiderio di costruirsi da solo uno strumento. “Ho chiesto consiglio a un liutaio di Cervia. È stato frequentando la sua bottega che la passione ha preso il sopravvento e mi ha portato a frequentare due corsi ad hoc.
Sono rimasto affascinato dal lavoro sul legno e abbinare questo materiale all’acustica mi ha stravolto la vita. Mi sono affacciato all’ambiente con leggerezza, ma mi ha assorbito completamente.”