È il carattere solare e volitivo uno dei segreti del successo di Loretta Carbonetti, Ceo di Casta – professional cooking equipment. Azienda forlivese leader nella produzione di cucine industriali, addirittura numero uno al mondo nel comparto della ristorazione etnica.
Un’imprenditrice capace di affrontare sfide, trionfi e difficoltà con lo stesso piglio deciso. Illuminata da quel pizzico di sana follia che permette di prendere decisioni importanti nei momenti difficili. Così è stato ad esempio durante la pandemia. Quando Loretta Carbonetti è riuscita a riconvertire temporaneamente la produzione, accendendo la luce in fondo al tunnel psicologico, oltre che lavorativo, capace di inghiottire tutta la famiglia Casta.
Perché l’azienda è prima di tutto una famiglia. “Oggi si trascorre la maggior parte della giornata al lavoro, la percezione di un clima sereno e cordiale è fondamentale.” Uno dei tanti insegnamenti appresi da Remo Cangini, già titolare di un’impresa artigiana del settore OMGas e fondatore, nel 1971, di Casta.
“Prima di quattro figli, impossibilitata a frequentare l’università nonostante l’ottimo profitto scolastico, dopo il diploma ho risposto all’annuncio di Casta, dove sono entrata nel 1991 in veste di impiegata contabile.” Appena due anni più tardi la prima svolta di una carriera in continua ascesa.
“Al momento di ritirarsi dal lavoro, Cangini, che incarnava lo spirito imprenditoriale degli anni Settanta, individuò quattro dipendenti amorevoli e capaci a cui affidare ‘la creatura’. Si fece addirittura garante con la banca per farci avere un finanziamento. Ci ha trasmesso un forte senso del dovere ma soprattutto entusiasmo e passione. E la costituzione della nuova società, Casta Srl, ha segnato l’inizio di un’avventura divenuta la mia grande favola.”
Oggi al fianco di Loretta Carbonetti ci sono Maurizio Casanova e Paolo Valmorri. “Soci illuminati, a cui sono legata non da vincoli di sangue ma da una grande stima reciproca: la mia famiglia per scelta. Mi hanno nominato Ceo contravvenendo allo stereotipo della donna realizzata solo indossando un grembiule e brandendo un matterello.
Sono responsabile della pianificazione finanziaria, delle vendite, della gestione dell’estero e del marketing. Con i soci condivido scelte avvalorate dalla medesima visione commerciale, sostenuta da una analoga visione etica. La forza della nostra azienda è la forza del nostro team.”
Un’impresa che oltre a essere sana si è dimostrata “eclettica e dinamica, in grado di produrre articoli innovativi” e modulare l’offerta intercettando in anticipo le dinamiche di mercato. “Siamo sempre pronti a rimetterci in gioco e a scommettere su noi stessi. Il futuro è già oggi.”
Risale al 1996 la decisione di investire nella onerosa certificazione CE di prodotti di nicchia, come le cucine wok, già in produzione da circa quindici d’anni. “In seguito, l’acquisto di marchi e brevetti delle cucine standard ci ha permesso di diventare un’azienda completa, unica sul mercato a produrre attrezzature per tutte le tipologie di cottura: etnica e tradizionale, innovativa.” La crescita è esponenziale, testimoniata dall’apertura degli stabilimenti Casta 2 e Casta 3 e dall’impennata dei dipendenti, dai 4 degli esordi agli attuali 50.
Essere imprenditrice di successo non implica necessariamente abdicare al ruolo di donna e madre. “Di solito una leader di azienda viene etichettata come una guerriera. Non si riesce a capire che dietro a una donna che riveste un ruolo apicale ci può essere una mamma che sa cucinare, prendersi cura dei figli, amare il basket e il ballo latino.”
Loretta Carbonetti è sinonimo di multitasking, con giornate scandite dall’alternanza tra lavoro e spesa, preparazione dei pasti e cura della casa. “Non credo di essere migliore di altre. Ho una grande forza di volontà e, come tutte le donne, ho una capacità organizzativa spettacolare.” In altre parole, “faccio i salti mortali.”
A beneficiare di tanta dedizione sono in primis “due figli meravigliosi. Il primogenito è già un piccolo imprenditore, ha un’azienda a Londra e si occupa di arbitraggio Amazon UK. Mia figlia ha appena compiuto 17 anni e frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico sperimentale.” Per i due ‘pargoli’ il cammino non è già tracciato. “Desidero che si realizzino trovando la loro dimensione. Faranno scelte per la loro favola. Senza un fardello opprimente sulle spalle.”
Nei coriandoli di tempo libero la manager si dedica alla lettura, “soprattutto d’estate”, al ballo latino, “che ha rimpiazzato la palestra e riesce davvero a farmi staccare la mente,” lo sport in compagnia degli amici. Un capitolo a parte merita la passione per la palla a spicchi e il tifo sfrenato per la pallacanestro Forlì 2.015, di cui Casta è sponsor.
“Sono finita al palazzetto quasi per sbaglio, su invito di Riccardo Pinza, che è anche avvocato di Casta. Ebbene, mi sono innamorata! Si tratta di una disciplina sportiva che sottende valori quali determinazione, lavoro di squadra, condivisione di un obiettivo, amore. insegnamenti che chiunque dovrebbe fare propri.” Non è insolito vedere la capitana d’industria scatenata sugli spalti assieme alla figlia, “al punto da essere etichettate dalla stampa come signorine esagitate nel parterre”. Decisamente più british il tifo in compagnia del figlio.
La vita intensa comprende anche l’impegno nel sociale con il Forlì Rotary Tre Valli e con la società Altremani, che promuove corsi formativi e professionalizzanti per dare ai detenuti un’opportunità di riscatto dopo il carcere. “È giusto restituire un po’ del bene che abbiamo e che troppo spesso diamo per scontato.”
Tra i momenti difficili vissuti non solo il Covid ma anche la Sars, con la chiusura di tutti i ristoranti cinesi, e la recente alluvione. “Mia sorella ha un’attività di pasta fresca nel quartiere San Benedetto, uno dei più colpiti dalla calamità. Abbiamo trasformato il suo negozio in unità mobile dei Vigili del Fuoco e, soprattutto, in punto distribuzione pasti e… sorrisi.
Vivere quotidianamente il disagio è stato motivo di grande riflessione, ci ha dato una spinta in più per andare avanti. Pensarci mi provoca ancora i brividi. Per quanto disastroso, è stato bellissimo. Si è creata una catena di solidarietà, gentilezza e forza di volontà, che ha dato la carica agli stessi soccorritori. Conservo foto meravigliose, sembrano istantanee di una festa!”
(continua…)