Il Planetario, come racconta il presidente dell’ARAR e responsabile delle attività Marco Garoni, è una struttura di proprietà comunale, aperto nel giugno del 1985. All’epoca era gestito dal Comune assieme all’associazione degli astrofili, che avevano alcuni spazi dedicati alle loro attività e alle osservazioni del cielo.
Al contempo venivano programmate alcune conferenze aperte al pubblico e alla cittadinanza per parlare del cielo, del sole, della luna e delle stelle. Marco Garoni è presente in associazione fin dal 1989, ossia da quando era un quindicenne con la passione per le stelle e i pianeti grazie alle coinvolgenti lezioni di scienze della maestra Giuliana alle elementari.
La collaborazione tra Planetario e ARAR si è evoluta nel tempo. Dal 2000 il gruppo astrofili fornisce anche attività didattiche e dal 2009 gestisce completamente il planetario, dalla didattica agli eventi, dai laboratori alle attività di osservazione. Qual è la funzione del planetario? “Fare divulgazione e promuovere la didattica,” spiega Marco Garoni. “Non è dunque un luogo per fare ricerca. In Italia sono circa 200 e comprendono sia planetari fissi che mobili. L’attività di ricerca viene svolta da noi astrofili dell’ARAR nel nostro osservatorio vicino a San Zaccaria, collaborando spesso con l’Università di Padova. Inoltre siamo parte del progetto Prisma dedicato all’osservazione di bolidi, meteore particolarmente luminose. Le monitoriamo con una telecamerina qui sopra al planetario e rileviamo le loro traiettorie per poi andarle a cercare al loro arrivo sulla terra.”
Il planetario è meta di passaggio di tante scuole, sia della Romagna che di tutta Italia, principalmente elementari, ma anche materne, medie e superiori. Due i tipi di attività proposti: la classica lezione sotto la cupola oppure quella integrata da laboratori. “Il nostro punto di partenza per scoprire la natura è sempre l’osservazione. Cosa vedo nel cielo, cosa vedo sorgere, cosa si muove, i moti apparenti del sole e poi una volta tramontato quali sono le costellazioni. È un percorso che aiuta a capire il concetto di metodo scientifico partendo appunto dall’osservazione. Invece, durante i nostri laboratori, i bambini hanno l’opportunità di poter costruire un piccolo manufatto, un modellino a tema astronomia con materiale di recupero.”
Oltre alle scuole, l’intenzione è avvicinare anche la città alle attività del Planetario organizzando osservazioni binoculari all’aperto al Parco Baronio, dove un astrofilo spiega quello che si può vedere con lo scopo di imparare a conoscere il cielo. “Facciamo osservazioni,” racconta Marco Garoni, “qui al planetario con il telescopio, osservando luna e pianeti. Inoltre organizziamo le famose sidewalk astronomy, le osservazioni in giro per la città, con lo scopo di far conoscere le nostre attività e soprattutto il cielo.” Un evento particolare degli ultimi tempi? “Famosa fu l’eclissi del ‘99 per la quale organizzammo due pullman per andare a vederla. È stato incredibile.”
Un consiglio a un giovane che desidera avvicinarsi al mondo delle stelle? “Il primo è quello di non comprare il telescopio ma uscire e osservare con gli occhi oppure con il binocolo del nonno. Appassionarsi all’osservazione come punto di partenza. Cercare di capire bene la cosa che più interessa.”