Matteo Tontini e le surfskate waves

di Francesca Miccoli
La rampa Per il Surfskate Pensata per l’allenamento a terra: il surf urbano
Cavalcare onde infinite, sospesi tra il tepore energizzante del sole e la rasserenante limpidezza del mare: il sogno per ogni surfista che desidera allenare il fisico e liberare la mente, affinando la tecnica e migliorando la performance atletica. Niente di nuovo sotto il cielo della California o sulle spiagge chiare di Surfers Paradise, località balneare della costa d’oro australiana.  Eppure, nonostante la realtà Adriatica sia molto diversa dal ‘paradiso-surf’ a cui ci hanno abituato cinema e televisione, la cultura del surf negli anni si è fatta strada anche in Romagna.

Qui il mare richiedere ancora più dedizione e pazienza per poter praticare e allenarsi sulle onde, ed è stato proprio un giovane imprenditore cesenate, Matteo Tontini, ad accettare la sfida, apparentemente proibitiva, lanciata da un cliente. “Una sfida che solo un matto romagnolo poteva raccogliere: costruire delle onde ‘asciutte’,” spiega Matteo Tontini, titolare di Whitezu.

“La parola magica è surfskate, un particolare tipo di skateboard nato dall’unione dei termini che indicano le due tavole per eccellenza: l’una da governare in mare, l’altra sulla terraferma. Simboli di discipline differenti ma accomunate dalla sensazione di libertà che riescono a trasferire a chi le pratica.

Circa dieci anni fa,” continua, “quando le prime tavole da surfskate hanno iniziato a circolare in Romagna, è stato subito chiaro che si trattava di uno strumento straordinario per simulare i movimenti specifici del surf e fare progredire velocemente ogni surfer, permettendogli di allenarsi anche fuori dall’acqua.”

Mancava solo una onda che permettesse di riprodurre a terra tutte le manovre di base. “È qui che nascono le Surfskate Waves di Whitezu, rampe sagomate a forma di onda che consentono di praticare le manovre di surf utilizzando una tavola da skate,” prosegue l’imprenditore.

“Uno strumento modulabile per un allenamento facilmente calibrato sulle esigenze individuali. Pensando quindi alle necessità di chi pratica in qualsiasi condizione climatica, abbiamo costruito rampe in materiale composito adatte anche alle condizioni ambientali estreme, e che non richiedono manutenzione.”

Qualità che rappresentano un debito di know how verso l’altra impresa di cui Matteo Tontini è titolare. “Un’azienda in cui si lavorano componenti industriali in vetroresina e materiali compositi. Un’entità separata rispetto a Whitezu ma che senz’altro ha agevolato la progettazione e realizzazione delle rampe.” 

I materiali impiegati consentono infatti di ricreare le caratteristiche tecniche specifiche per l’allenamento. “La struttura è morbida, elastica, estremamente accomodante.” Si può installare ovunque per surfare anche lontano dalla brezza marina, in un garage dell’entroterra o nell’aia di un casale di campagna. O ancora nei ristretti locali di un appartamento condominiale o addirittura su un balcone.

Il modello ONDAzero, “poco più grande di un tavolo”, comporta infatti un minimo ingombro. Mentre la versione ProTraining è ideata per i centri di allenamento, gli stabilimenti turistico-sportivi, il giardino di casa. Ed è pensata per chi pratica a un livello medio avanzato. 

I primi surfskate nascono negli Stati Uniti a metà degli anni Novanta. Il famoso ‘carver skate’ creato in terra californiana. “Whitezu è stata la prima impresa a realizzare in maniera strutturata una rampa specifica per poter finalizzare l’allenamento con i carver. Pensata quindi per i surfer che hanno poca possibilità di andare in mare.”

Non è un caso che uno dei due inventori del brand a stelle e strisce abbia visitato, visibilmente emozionato, lo stabilimento balneare della riviera romagnola che ospita il modello di rampa per surfskate più grande e popolare.

“La pratica su queste strutture, in autonomia o affiancati da un coach, consente di migliorare in maniera rapida ed efficace la tecnica della surfata in vista delle sessioni in mare. È inoltre appetita dai principianti. Perché offre una migliore stabilità rispetto all’acqua, agevola manovre fluide e coordinate. Permette di generare velocità con minore sforzo e rinforzare la memoria muscolare a lungo termine senza dover fare sforzi coscienti.” 

Lavorare in spazi stretti consente di essere più reattivi e precisi. E moltiplicare la capacità allenante, “consentendo a chi la utilizza di scendere in acqua più sicuro e preciso nelle manovre. Con l’obiettivo di riuscire a surfare più onde in mare.” 

A ottimizzare la piattaforma di allenamento contribuiscono gruppi di surfisti, i clienti che condividono le loro esperienze e gli istruttori di surf che l’hanno adottata come standard. “Una collaborazione che ci ha permesso di sviluppare una metodica didattica praticata anche in seno alle federazioni.”

Negli ultimi tempi si è registrata un’autentica esplosione del surfskate: il boom è avvenuto durante il lockdown. Se lo skateboard è terra di conquista per giovanissimi e adolescenti, il surfskate è utilizzato soprattutto da persone tra i 30 e i 50 anni. “Capita così di vedere mamme e papà praticare accanto a ragazzini.” Whitezu vanta poi clienti a tutte le latitudini.

(continua…)

Matteo Tontini e le surfskate waves
Qui sopra, da sinistra, Matteo Tontini, titolare di Whitezu, insieme al surfer Stefano Lappi sulla rampa dello stabilimento Belaburdela a Torre Pedrera.
“Vendiamo molto in Europa centrale, nelle aree continentali più distanti dal mare, anche per questioni logistiche di trasporto. La versione piccola da casa o cortile viene commercializzata anche in Medio Oriente, in Corea e Tailandia. Abbiamo aperto un mercato che non esisteva.”

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