Dopo tanta attesa, lo scorso 30 novembre si sono aperte le porte del nuovo Complesso Museale di Palazzo Guiccioli a Ravenna. Accoglie il Museo Byron, il Museo del Risorgimento e il Museo delle Bambole, Collezione di Graziella Gardini Pasini.
Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Ernesto Giuseppe Alfieri, alla domanda “Può essere considerato un regalo alla città?” risponde: “Di più, molto di più. Questo museo è un nuovo punto di interesse soprattutto per i turisti, un palazzo antico di grande livello che si apre mostrando momenti storici di grande importanza. Pensiamo che sarà una nuova attrazione che va ad aggiungersi alle mete classiche che hanno per oggetto i nostri unici e importanti mosaici. Dobbiamo ringraziare l’idea geniale di Antonio Patuelli che, come sempre, anticipa i tempi.”
Palazzo Guiccioli è un edificio storico prestigioso, intimamente legato alle vicende culturali e politiche dell’Ottocento ravennate. Collocato nel cuore della città, nella centralissima via Cavour, emerge fra le case residenziali della via, quale luogo fra i più emblematici delle memorie cittadine. Tra le sue stanze di gusto neoclassico George Gordon Byron trascorse, innamorato della giovane Teresa Gamba Guiccioli, anni felici. E fra i più produttivi sul piano letterario. Ma anche, partecipi e protagonisti, Alessandro Guiccioli, Ruggero e Pietro Gamba, rispettivamente padre, fratello e coniuge di Teresa.
Lì avvennero le prime cospirazioni politiche che portarono ai moti carbonari del 1820-21. Il piano nobile, infatti, è riservato il Museo del Risorgimento che vanta, oltre ai molti cimeli che documentano la vocazione insorgente della città con il suo contributo ai moti, una sezione di grande importanza dedicata a Giuseppe Garibaldi e alla diffusione popolare del suo mito.
Un tocco leggero ma molto interessante è dato al museo dal reparto dedicato alle bambole e ai giochi che in epoche diverse hanno rappresentato anche un metodo educativo. La raccolta è ricca e importante, è una documentazione curata per anni da Graziella Gardini Pasini, che offre i giochi di una volta e oggetti rari che fanno del gioco una documentazione storica.
Con quale spirito e preparazione si dovrebbe visitare un museo che ‘racconta’ una Ravenna che ha vissuto importanti momenti politici ma anche un filone culturale e romantico? “La curiosità è sempre una buona compagnia, al resto ci pensiamo noi,” spiega la direttrice Alberta Fabbri.
“Museo Byron e del Risorgimento è un percorso che attraversa due nuclei tematici diversi ma molto meno distanti di quanto non si pensi. Siamo nella dimora di Illustri, testimone silenziosa di vicende memorabili. A cominciare dalla stesura di alcuni importanti componimenti di Byron, continuando con memorie e cimeli in cui l’aura del ‘corpo’ si compie solo attraverso la parola che li nomina. Senza la partecipazione del visitatore,” precisa la direttrice, “anche il dispositivo narrativo non si aziona. Questo fa comprendere come l’orizzonte progettuale miri ad essere accessibile a chiunque.”
Fabbri si sofferma poi a commentare la personalità istrionica e geniale di Byron e dei molti poeti che hanno gettato un fascio di luce nell’oscurità dell’inquietudine, concentrando l’attenzione sull’individuo che ha un ruolo non trascurabile anche nella penetrazione capillare, appunto, individuale, delle istanze libertarie promosse dall’Illuminismo. Byron, geniale, silenzioso, elegante, innamorato di Teresa ma anche del paesaggio ravennate, della pineta, di Dante.
Come immaginarlo? “Partirei dalla sua relazione amorosa. Per Byron l’incontro con Teresa ha la carica dirompente che batte il tempo del cambiamento. È la leva che aziona la decisione di lasciare Venezia per Ravenna. Sulle galeotte conversazioni intorno a Dante, Ravenna viene delineandosi come una terra promessa. La città che per il Sommo Poeta fu alma mater nella stagione errante dell’esilio, lasciava intravedere mondi possibili anche per chi, come lui, aveva voltato le spalle, deliberatamente e suo malgrado, alle bianche scogliere di Dover.”
Infatti a Ravenna Byron trova nuovo slancio per i suoi componimenti. La partecipazione alla vita attiva della città lo porta a cavalcare nella ‘Divina Foresta’, la pineta che ispirò Dante e Boccaccio. Ma anche il luogo dove si potevano incontrare i cospiratori che qui si davano segreto convegno. Fra Europa e Mediterraneo, Byron si erge a eroe dei due mondi. Agli occhi del pubblico inglese, Ravenna rivela il lato mediterraneo, se non proprio esotico, del ‘giovane Aroldo’.
Incontro fatale, dunque, quello tra Byron e Ravenna. Byron e Risorgimento, a Ravenna, non sono poi così distanti.