Una ricerca, quella legata al progetto Agnes che premierà chi sarà capace di immaginare nuovi orizzonti in termini di produzioni energetiche e di applicare tecnologie innovative e non inquinanti. Si fa così sempre più concreta la vicenda del progetto Agnes per la realizzazione del più grande parco eolico e fotovoltaico verde a mare d’Europa.
La società Agnes, nata come start-up innovativa nel 2019 per dare corpo al progetto, ha presentato ufficialmente al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica la documentazione per la Valutazione di impatto ambientale (Via).
In gioco c’è la nascita di quello che viene chiamato l’Hub energetico Agnes Romagna 1 e 2, previsto nel tratto di mare davanti alla costa ravennate. Padre dell’operazione Alberto Bernabini, ingegnere. Amministratore unico di Agnes, controllata dalla holding ravennate Qint’x che nel tempo ha trovato compagni di viaggio importanti come Saipem. E di recente la F2i, la società Fondi Italiani per le Infrastrutture. Una società di gestione del risparmio italiana che vanta tra i fondatori Cassa Depositi e prestiti. Una compagine azionaria in grado di attuare un investimento vicino ai 2 miliardi di euro e di acquisire, per ora, un finanziamento pubblico di 70 milioni di euro.
La svolta, che vuole la ricerca di energia rinnovabile e la produzione di idrogeno in mare più che a terra, deve fare i conti con processi autorizzativi lunghi e complessi. Messi alla prova su un progetto mai apparso sulla scena italiana, che dà un impulso alla transizione energetica contrastando il cambiamento climatico.
Il parco eolico da 600 MW si compone di due parti. Una davanti oltre Punta Marina verso sud, Romagna 1, e una, Romagna 2, da Porto Corsini verso nord a oltre 20 km dalla costa (12 miglia nautiche). Per un totale di 75 pale, dette turbine, da 8 MW alte 170 metri e con un rotore di diametro pari a 260 metri.
Accanto è previsto un impianto fotovoltaico galleggiante da 100 MW. Per un totale di energia prodotta fra i 1.500-2.000 GWh all’anno più un sistema di accumulo di energia detto storage della capacità di 50 MW. Le previsioni indicano la fase di costruzione nel 2024 e l’entrata in esercizio nel 2026.
Il progetto Agnes ha trovato da subito un appoggio incondizionato da parte degli enti locali e dalla Regione. Lasciando sullo sfondo il tema della compatibilità con tutte le attività turistiche e legate alla balneazione e alla pesca. Non sono mancati i timori circa l’impatto visivo delle strutture offshore presenti nel parco eolico. Ben minori rispetto al progetto più avanzato di rigassificatore.
Una prima risposta sul tema paesaggistico e su ciò che il progetto può rappresentare per Ravenna, la Romagna e per l’Italia, viene dallo stesso amministratore di Agnes, Alberto Bernabini. “Il Progetto Agnes Romagna rappresenta un’incredibile opportunità sia a livello locale e nazionale sotto tanti punti di vista.
In primis, per il contrasto alle emissioni di anidride carbonica equivalente grazie alla quantità ingente di energia verde prodotta. Sufficiente per soddisfare il fabbisogno di più di mezzo milione di famiglie. Poi vi è senz’altro la ricaduta economica sulla filiera locale. Vi è un intero distretto energetico nel Porto di Ravenna che vede la sua economia in declino da diversi anni. E questa è l’opportunità di rilanciarsi con grande innovazione. Coinvolgendo tante aziende locali.
Vi sono senz’altro impatti positivi sulla nostra comunità in maniera diretta e indiretta. Al contrario di quanto si pensa è dimostrato da esperienze all’estero che progetti di questo tipo aumentano l’attrattività a livello turistico. E in ogni caso le turbine di Agnes saranno posizionate a 20 km dalla costa quindi tutt’altro che impattanti.”
Segue da vicino l’iter dell’hub energetico da tempo il sindaco Michele de Pascale. Che rimane convinto del valore strategico per la città e per l’intero Paese delle attività offshore. “Una notizia importantissima per Ravenna che riguarda un intervento molto innovativo.
La sua realizzazione rappresenta una grande opportunità, in termini di risposte concrete all’esigenza sempre più forte di dare un significativo impulso allo sviluppo delle energie rinnovabili e di crescita occupazionale per tutto il distretto ravennate.
E anche se finora non è stata accolta la nostra proposta di prevedere una procedura autorizzativa accelerata per impianti di questo tipo, speriamo comunque che l’analisi della documentazione possa avvenire in tempi brevi, affinché si concretizzino il più celermente possibile i grandi vantaggi che la realizzazione di tale progetto può determinare, in termini di maggiore autosufficienza energetica, opportunità di lavoro e sostenibilità ambientale.”