E un progetto di franchigia – il Romagna Rugby – dislocato in tutto il territorio romagnolo. Si sviluppa così la storia del Ravenna Rugby. Solida realtà sportiva che oggi annovera oltre 170 tesserati e una decina di allenatori e che copre tutte le fasce d’età.
Dagli Under 5 fino agli Under 19, a cui si aggiungono i Senior che stanno disputando il campionato di serie C. Un gruppetto di 4-5 ragazze inserite nel team Romagna e gli Old Passatelli, il sodalizio nato nel settembre 2007 sulla spinta di quel gruppo numeroso di atleti che avevano giocato insieme sul finire degli anni Settanta dando impulso al movimento in città.
Mario Battaglia, il presidente del Ravenna Rugby, è uno di loro. “I Passatelli sono la dorsale storica del Ravenna Rugby,” spiega. “La loro attività ha fatto da traino per la crescita e il consolidamento di questo sport in città. Oggi la nostra funzione è mutata. Ci divertiamo ancora a giocare. Ad allenarci due volte alla settimana. E promuoviamo eventi e iniziative per raccogliere fondi a supporto dell’attività e delle necessità del club.”
A propiziare la nascita degli Old Passatelli è stato Giovanni Poggiali, a cui si deve anche la costituzione attraverso la Compagnia dell’Albero, di cui è presidente onorario, della franchigia Romagna Rugby. Che oggi annovera 11 club del territorio romagnolo e che si propone di promuovere e sostenere lo sviluppo della palla ovale in Romagna, con particolare attenzione ai settori giovanili.
“È stato un progetto lungimirante e vincente,” ammette Battaglia. “Che ha permesso ai club aderenti di sentirsi parte a tutti gli effetti di una crescita comune mantenendo la propria autonomia. E questa sinergia ha mostrato la sua forza anche in occasione delle elezioni del nuovo presidente della federazione, Marzio Innocenti. Eletto grazie anche all’apporto della cordata ravennate e romagnola.”
E oggi se i numeri sono così rilevanti è anche per la promozione che questo club ha saputo fare negli anni. Non solo del rugby ma dell’attività sportiva in generale. La scuola è stato un bacino d’utenza importante.
Ravenna Rugby ha avviato un progetto motorio-sportivo e relazionale per la scuola primaria con un’attività motoria e di scoperta del gioco e dei valori del rugby in orario scolastico e un’attività sportiva rugbistica in orario extra-scolastico. Il progetto è coordinato da Marianna Dall’Ara, insegnante e team manager della squadra di serie C, ed è stato anche la risposta più immediata al momento buio del Covid.
“Siamo così riusciti a dare continuità alla nostra attività aiutandoci con gli allenamenti online grazie alla grande disponibilità dei nostri istruttori. I numeri delle adesioni stanno risalendo. Ma non possiamo nascondere che anche noi, come è capitato a tutti purtroppo, abbiamo perso un gruppo di praticanti. Oggi le società devono rileggersi, riprogrammarsi, riappropriarsi del territorio in cui operano nel contesto di un quadro mutato. Com’è strutturato il nostro progetto didattico-sportivo?
I bambini che vengono a praticare il rugby entrano di fatto in una squadra dentro la squadra, partecipano ai concentramenti, hanno la loro divisa, la loro borsa e una volta terminato il percorso scolastico vengono inseriti all’interno della formazione sportiva.” Più dei risultati sul campo è la trasmissione dei valori insiti nello sport e nel rugby a dare forza a questa realtà.
“Partiamo dal presupposto che il rugby è uno sport molto bello,” sottolinea Battaglia, “e che sta vincendo finalmente la sua lotta contro il pregiudizio di chi lo ritiene violento e duro. Qui si impara il rispetto degli altri, dell’arbitro, delle regole, si impara il comportamento corretto.
E in un momento in cui tanti bambini e ragazzi non hanno più fisicità e non conoscono cosa vuol dire fare fatica, praticare il rugby li aiuta anche a formarsi fisicamente, attraverso alcuni movimenti. Ad esempio il placcaggio: a mio avviso è bellissimo e uno dei più completi. Va insegnato subito. Il terzo tempo poi sublima tutto.”
L’altro grande valore che percorre il campo da gioco e tutto quello che gli sta attorno è il volontariato. “È la nostra grande forza,” ammette deciso il presidente.