Riccardo Sirri lavora dal 2005 in EducAid, si è occupato in prima persona anche di progetti in Medio Oriente e in Palestina. Fa tutto ciò perché “se una società funziona e le persone possono a tutti i livelli avere una propria autonomia individuale, è meglio per tutti.”
L’efficienza sociale è un plus. Il suo non è buonismo, bensì volontà di applicare degli ideali al pragmatismo quotidiano così da farlo funzionare. I diritti degli esseri umani vanno tutelati ogni giorno. E ogni giorno bisogna battersi per farli valere, conoscere, rispettare.
Ecco perché Riccardo Sirri è entrato a far parte di EducAid. Organizzazione non governativa riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri che opera dal 2000 in campo socio-educativo a livello interculturale. Soprattutto nell’ambito dei diritti delle persone con disabilità e delle minoranze. I soci fondatori sono due autorevoli realtà operanti nel riminese: il Ceis e la cooperativa sociale Il Millepiedi.
“Il punto di riferimento ispirativo,” racconta Riccardo Sirri. “È una visione pedagogica ampia, figlia della filosofia della fondatrice del Ceis, Margherita Zoebeli. Educatrice e pedagogista svizzera, fautrice di una cooperazione internazionale ante litteram. Che dopo aver lavorato a lungo in Europa giunge a Rimini nel ‘46, per aiutare una città ferita gravemente dalla guerra. Alla sua morte, per restituire un po’ di ciò che lei aveva donato, nasce EducAid.” La cui mission è quella di favorire l’applicazione delle convenzioni internazionali in materia.
L’attività sul territorio è residuale, essendo EducAid un’organizzazione che lavora per definizione in ambito internazionale. “Siamo comunque coinvolti in progetti di Educazione alla Cittadinanza Globale soprattutto rivolti alle giovani generazioni, ne possiamo citare alcuni promossi dall’Unione Europea e dalla Regione Emilia-Romagna.”
EducAid dal 2010 ha un focus sulla disabilità adulta in gruppi discriminati, con grande attenzione alle pari opportunità. A maggior ragione se con disabilità, attraverso un percorso di empowerment, quindi conquista di consapevolezza di sé e controllo delle proprie azioni, scelte, decisioni personali, sociali, politiche.
I loro programmi di formazione e metodologia (lavoro-scuola) “si rivolgono sia a gruppi che a operatori, insegnanti e a funzionari dei Ministeri al fine di sviluppare progetti idonei. I nostri interlocutori fanno sedere ai tavoli internazionali le espressioni delle varie istituzioni.”
Lavorare in contesti di emergenza è proprio una caratteristica del loro lavoro, “perché ritengono fondamentale creare società inclusive in cui tutti possano trovare risposte ai propri bisogni.”
Le loro proposte riguardano quindi in particolare la scuola quale centro dei processi di sviluppo, investendo nella formazione, nella costruzione o miglioramento degli edifici scolastici. Ponendo al centro il bambino e il suo benessere psicofisico, con focus pedagogici rivolti a “minori che vivono in realtà difficili del pianeta, da El Salvador al Kenya. Al fine di garantire loro permanenza e accesso a scuola, lavorando con dirigenti, insegnanti e famiglie, quale scambio tra professionisti dell’educazione, esportando l’esperienza del Ceis.”
Il terzo principio guida della mission di EducAid insiste sulla diversità come risorsa. “Questo significa proporre un modello alla pari, per permettere alle persone con disabilità di diventare cittadini emancipati, nel pieno dei loro diritti.”
Il quarto principio promuove l’innovazione, per cambiare il welfare. “Rispondendo ai bisogni dei paesi in cui si opera creando realtà di eccellenza, come quella impiantata a Gaza City, fiore all’occhiello della cooperazione italiana, finanziata dal Ministero degli Affari Esteri.”
Prima della guerra scoppiata in ottobre, il Fablab era un dipartimento in autonomia gestito da persone disabili con servizi di supporto e un laboratorio 3D utile per fornire ausili a persone con disabilità.
(continua…)