Ristoranti, trattorie e osterie, come novelli ambasciatori del made in Italy, hanno un ruolo strategico per la valorizzazione e promozione del territorio.
Se poi sono insigniti di importanti riconoscimenti, assumono ulteriore rilevanza. Il fatto quindi che per il 2023 Abocar Due Cucine, Guido, Osteria del Povero Diavolo e Piastrino abbiano visto riconfermata la prestigiosa stella della Guida Michelin, è un indubbio atout per Rimini e dintorni. Il macaron è simbolo di eccellenza e qualità:
“Una cucina di grande qualità che merita la tappa!” recita la Rossa. E già così per il territorio che li accoglie è un valore aggiunto. Se poi la guida continua e dettaglia: “Prodotti di prima qualità, finezza nelle preparazioni, sapori distinti, costanza nella realizzazione dei piatti”… bingo!
La 68a edizione della Guida Michelin, riassegnando tutte le 4 stelle Michelin, sottolinea l’eccellenza gastronomica di questa terra, che per il 2023 si arricchisce anche della stella verde al ristorante Vite di San Patrignano.
Con questo simbolo, dal 2020, si premiano i ristoranti impegnati in una cucina sostenibile, attenti alle conseguenze etiche e ambientali, sensibili agli sprechi della loro attività, e che lavorano con produttori e fornitori ‘sostenibili’. “Siamo orgogliosi ed emozionati per questo riconoscimento,” commenta Arianna Merlo, direttrice di Vite.
“La sostenibilità è un valore vissuto quotidianamente a Sanpa e a Vite, nella scelta attenta dei menù come nella formazione dei ragazzi che, a fine percorso di recupero, compongono la giovane brigata di cucina.” Oggi guidata dallo chef di origine partenopea Davide Pontoriere.
Risale al 2018 invece la stella con cui Abocar Due Cucine ‘illumina’ il centro storico di Rimini. Abocar significa ‘avvicinare’ e l’avvicinamento di Camilla e Mariano, riminese lei e argentino lui, pare esser stato vincente vista l’attestazione della Guida Rossa.
“Per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione,” rivela Mariano, “soprattutto perché la stella ci ha dato la necessaria fiducia per proseguire nella nostra proposta di cucina. Che ha evidentemente uno stile diverso, contaminato e molto personale, poco allineato soprattutto al gusto della clientela riminese.
La stella ci ha aiutato a sostenere ulteriori sforzi, e poi ci ha regalato una notorietà che prima chiaramente non avevamo. Ha iniziato a frequentarci una clientela diversa, più eterogenea, in gran parte di fuori Rimini, particolarmente preparata e con aspettative più alte.
La sua conferma è una spinta a continuare a credere nel nostro lavoro e nella nostra visione non convenzionale di cucina.” La stella di Guido brilla ininterrottamente dal 2008 sulla spiaggia di Miramare. Qui i fratelli Raschi, Gianluca e Gianpaolo, nel 2001 hanno trasformato il ‘capanno’ costruito sulla spiaggia da nonno Guido nel 1946 in un ristorante gourmet che, anche grazie al macaron della Michelin, è frequentato tutto l’anno da un pubblico per buona parte forestiero.
“Ci consideriamo a tutti gli effetti degli ambasciatori della ‘riminesità’,” spiega lo chef Gianpaolo, “perché, con la nostra cucina, raccontiamo il mare di quest’angolo di Romagna a una clientela nazionale e internazionale. La stella è un riconoscimento importante per il nostro lavoro che resta centrato sulla soddisfazione dell’ospite che, proprio in virtù della stella, è anche più attento e critico.
Fare una cucina riconoscibile, costruita sui prodotti locali, non d’avanguardia e senza contaminazioni particolari ci ha sempre aiutato a farci comprendere.” Risalendo la Valmarecchia si trovano invece gli altri due rappresentanti stellati della ristorazione riminese. L’Osteria del Povero Diavolo a Torriana è la stella più ‘fresca’, datata 2020. È la casa di Giuseppe Gasperoni, chef appena trentenne che l’arrivo della stella non se l’aspettava proprio avendo aperto il locale solo due anni prima.
“La stella è giunta in un momento difficilissimo, in piena pandemia da Covid,” confida francamente, “e ha rappresentato un raggio di sole che ci ha spinto a continuare sulla strada intrapresa, perseverando nel fare quello che ci piace. Che non per forza rientra nei paradigmi del ristorante stellato più canonicamente inteso.” Al Povero Diavolo, Giuseppe continua infatti a portare avanti con passione una cucina che rinnova la tradizione locale con semplicità e genuinità.
“Che piace soprattutto a una clientela giovane, under 40… il nostro principale pubblico,” prosegue lo chef. “La stella ha contribuito ad ampliare e rinnovare la clientela, che adesso arriva soprattutto da fuori ed è più consapevole e preparata.” Ma soprattutto la stella, Giuseppe lo conferma, ha portato un 30% in più circa di giro d’affari e più richieste di lavoro e di stage da parte di giovani cuochi.
Giovani come tutto lo staff del Povero Diavolo, che ha un’età media di 30 anni. A Pennabilli infine ecco il Piastrino, stellato dal 2009, simbolo di una cucina radicata nel territorio, amplificatrice delle eccellenze dello stesso. Alla guida c’è Riccardo Agostini che confida: “Tredici anni fa la stella fu un grande risultato, soprattutto inaspettato perché non era nei nostri pensieri e neppure tra i nostri obiettivi, che erano molto più romantici.”
Si sa che parte del valore della stella sta nella sua capacità di spostare pubblico e condizionare i ricavi. “È evidente che la stella ha acceso i riflettori su di noi,” continua Riccardo, “conducendo qui un pubblico diverso, proveniente anche da lontano, di fascia medio-alta, curioso e appassionato.
Siamo un ristorante che fa destinazione, e di questo siamo orgogliosi. Ci stimola molto il fatto di contribuire a valorizzare il territorio e promuoverlo con la nostra cucina, che racconta questa terra attraverso la stagionalità e la semplicità.”