River Delfini, Nessuno Fuorigioco

di Flavio Semprini, foto Fabrizio Petrangeli
Il progetto Di Inclusione Della River Delfini Calcio
I River Delfini sono una delle società calcistiche più note del riminese e con un’importante attività giovanile. La propensione a lavorare con i bambini e le bambine ha avuto un’evoluzione molto interessante negli ultimi anni.

In seno alla società River Delfini è nato il progetto ‘Nessuno Fuorigioco’ che mira a includere nella pratica sportiva giovani atleti con disabilità. Ce ne parla il responsabile, Emanuele La Ferla.

D. Come e perché è nata questa iniziativa?

R. “Siamo partiti nel 2018 ma era un’idea che già ci ‘frullava’ per la testa da tempo, ma siamo riusciti a strutturarci solo in quell’anno. Avevamo avuto con noi giocatori con disabilità negli anni precedenti senza riuscire a includerli. Nel 2018 affiancammo loro dei facilitatori e questa è stata la prima parte del progetto che ancora prosegue. Nel 2019 abbiamo conosciuto Daniele Cassioli, un atleta paralimpico non vedente, il quale ha fondato la Real Eyes Sport.

Abbiamo aderito alla sua associazione e siamo diventati un ‘polo’ per bambini non vedenti o ipovedenti. Con loro facciamo allenamenti su misura coinvolgendo anche altre nostre squadre, scuole e gruppi scout.

Tre anni fa abbiamo iniziato a fare attività con bambini autistici per i quali abbiamo creato un allenamento su misura. Il primo anno erano in sette, l’anno scorso quattro e quest’anno dovremmo averne dieci.”

D. Quanti sono i ragazzi con disabilità che seguite? 

R. “Tra giovanissimi non vedenti, autistici o con altre disabilità parliamo di una ventina di atleti, tra questi c’è anche una bambina, e al momento ci auguriamo di essere in grado soddisfare tutte le richieste. Alcuni ragazzi vengono coinvolti nelle attività con i loro coetanei normodotati con buoni risultati, ma l’idea di base è quella di creare un progetto a misura di ogni singolo bambino.”

D. Com’è il rapporto con i genitori dei giovanissimi bambini? 

R. “C’è grande collaborazione. Abbiamo bisogno del loro punto di vista e dei loro suggerimenti per migliorarci e anche di quello delle altre realtà che seguono i bambini fuori dal campo di calcio, a partire dal supporto e dai servizi dell’Azienda Usl.

C’è una bella rete di collaborazione alla quale possiamo fare riferimento, pur con le complessità che inevitabilmente comporta. Con le famiglie quasi sempre il rapporto è buono, a parte piccole difficoltà, e in linea generale si crea un’ottima dinamica.”

D. Come preparate i vostri allenatori ad avere un approccio specifico? 

R. “I nostri allenatori ‘dedicati’ sono sette. Alcuni lavorano già nelle scuole come insegnanti di sostegno, altri hanno frequentato i corsi per Operatore sportivo per la disabilità. In pratica, la preparazione si fa soprattutto sul campo dove si creano gli strumenti più efficaci per lavorare.

Per questo motivo anche noi River Delfini abbiamo organizzato due corsi di formazione negli ultimi due anni sotto la guida di Andrea Farnese, esperto di questo settore. Contiamo di proseguire seguendo la nostra filosofia: poche parole e tanto esercizio pratico.”

D. Federazione e istituzioni supportano la River Delfini in questo progetto? 

R. “Al momento dalla Federazione non riceviamo contributi ma forse dipende dal fatto che non siamo bravi a richiederli. Abbiamo entrate grazie a Real Eyes Sport e partecipiamo a bandi. La ricerca di sponsor è continua e dobbiamo ringraziare tutti quelli che ci supportano. Così come tutti gli Scout riminesi: senza di loro non ce la faremmo.”

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