Oggi rocche e castelli a Ravenna sono simboli delle comunità locali, sedi amministrative e culturali. Musei del territorio dalla vivace attività didattica, e ancora arene estive dedicate al cinema all’aperto e aree verdi attrezzate.
Sono sei rocche e castelli a Ravenna censiti dal catalogo regionale del patrimonio culturale della regione Emilia-Romagna, PatEr, tra i 130 indicati come aperti al pubblico. Il catalogo restituisce una visione d’insieme della memoria storica con schede informative su musei, teatri, luoghi d’arte contemporanea, castelli. Un piccolo itinerario turistico, ideale per le prime sortite primaverili, alla scoperta di un territorio capace di arricchire la propria offerta. In termini di luoghi di cultura, di dolcezza del paesaggio e di tipicità enogastronomica.
Nati a presidio di valli e grandi pianure, rocche e castelli a Ravenna hanno segnato il territorio, accentrando presenze militari, attività economiche e politiche. Fino alla conquista cinquecentesca della Romagna da parte dello Stato della Chiesa. Sopito ogni conflitto, le strutture di difesa in breve hanno perso la loro funzione principale, affrontando una repentina obsolescenza.
Passate di proprietà ripetutamente, saccheggiate, utilizzate anche come cava per materiale edilizio, hanno subìto nel Novecento gravi danneggiamenti nel corso della Seconda guerra mondiale. Per ciascuna il destino odierno rappresenta un bel capitolo di valorizzazione del patrimonio monumentale.
Tra le più apprezzate gite fuori porta, Brisighella che, oltre al borgo medievale, offre la salita alla Rocca come una delle mete più interessanti della Romagna. Opera della signoria dei Manfredi fu oggetto delle brame di Cesare Borgia, dei Veneziani che realizzarono il Mastio. In età recente nel 2016 è stato inaugurato un museo dedicato al rapporto tra l’Uomo e il Gesso.
La Rocca è inserita nella rete escursionistica regionale nel Cammino di Sant’Antonio, nel Cammino di Dante, e nei percorsi Borgo Rivola – Monte Mauro. Passando alla valle del Senio si incontra Riolo Terme. Che conserva nel cuore del proprio borgo la Rocca ammodernata prima dai Manfredi poi da Caterina Sforza sul finire del Quattrocento.
Nel Novecento dopo i danneggiamenti subiti durante il conflitto mondiale, fu sede comunale. Nel 2006 all’interno della Rocca, il Museo del Paesaggio dell’Appennino faentino e del territorio. L’edificio ospita un intenso programma di attività con mostre, incontri, musica e cinema, visite guidate in costume, Escape Room. Scesi in pianura fra Lugo, Faenza e Imola sorge Bagnara. In un territorio conteso fu edificata una Rocca alla fine del Duecento, probabilmente da Uguccione della Faggiuola. Anch’essa ammodernata da Caterina Sforza sul finire del Quattrocento; nel 1868, la Rocca venne acquistata dal Comune. Dopo successive ristrutturazioni dal 2008 gli spazi ospitano il museo dedicato alla storia di Bagnara.
Nel cuore di Lugo, presidio meridionale dei possedimenti estensi, la Rocca fu oggetto di importanti interventi tra Quattro e Cinquecento. Sempre nel teatro che vedeva opposti il papato e l’Impero. Il fortilizio conserva il mastio duecentesco di Uguccione. Nel cortile la vera da pozzo con le insegne di Borso d’Este e il portale rinascimentale con lunetta della scuola di Mino da Fiesole. Tra gli spazi interni restaurati: la sala Baracca; il salone Estense; arredi, oggetti d’arte e reperti archeologici. Nella città mercato della Romagna, la Rocca dispone di un giardino pensile e nelle mura esterne una particolare varietà di capperi.
Poco lontano da Lugo, a Santa Maria in Fabriago si erge un imponente complesso lungo la via Bastia, sulla riva sinistra del Santerno. Non è un castello medievale ma una struttura fortificata risalente al XVI secolo e completata nel XIX secolo, con logge, porticati, e saloni affrescati. Oggi non è aperta al pubblico. Infine, per chiudere l’ideale percorso, la più segnata dalle ingiurie del tempo è di certo la Rocca Brancaleone di Ravenna. Costruita dai Veneziani per rafforzare le difese della città, a partire dalla seconda metà del Quattrocento.
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