Rocche marchigiane e corti

di Fabio Fraternali
Lungo L’antica Via Flaminia Alla scoperta Di Cagli E Fossombrone
L’entroterra della Provincia di Pesaro e Urbino stupisce sempre, principalmente, per la polifonia del suo paesaggio, non solo per quanto riguarda un’accezione meramente naturalistica ma anche per la presenza dell’uomo che nei secoli lo ha plasmato costruendo insediamenti più o meno grandi, ognuno dei quali dotato di una sua peculiarità.

Una cosa che può accomunare gran parte di questi luoghi è la presenza di rocche marchigiane. Parliamo di strutture difensive che, in particolar modo, furono costruite ex novo o rimaneggiate. Un lavoro di adattamento alle nuove esigenze guerresche, nella seconda metà del Quattrocento, dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, per volere di Federico da Montefeltro.

Se percorriamo l’antica Flaminia, l’asse viario che collega Roma a Rimini, passando per le odierne Marche, incontreremo due cittadine che possono vantare ancora una ‘presenza’ martiniana. Sono le eleganti città di Cagli e Fossombrone.

Cagli, al confine con l’odierna Umbria, ci accoglie nella sua ordinata e raffinata urbanistica. Dovuta in parte alla sua totale ricostruzione nel luogo attuale avvenuta nel 1289. Probabilmente su disegno del grande scultore e architetto Arnolfo di Cambio. Cagli, il cui antico sito ha un’origine addirittura preromana, è additata da molti come la ‘Città ideale’.

Il cadenzato e organico impianto della piazza principale, dove si affaccia il Palazzo Pubblico, a detta di alcuni avrebbe ispirato la celebre veduta di Città ideale conservata presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino (il Palazzo del grande Federico, per intenderci). Un dipinto su tavola quattrocentesco che, negli anni, è diventato vera e propria icona del Rinascimento italiano

Dobbiamo probabilmente a Francesco di Giorgio Martini una prima ‘sistemazione’ del Palazzo Pubblico (voluta da Federico da Montefeltro, al quale era stato donato dalla cittadinanza cagliese). Un restyling rimasto incompiuto, seguito dalla più impegnativa costruzione della Rocca a difesa della cittadina.

Tra le rocche marchigiane, la Rocca di Cagli, ad oggi, è evocata solamente dalla presenza di un elegante torrione. Unico elemento di un complesso ben più grande smantellato nel 1502, per volere di Guidobaldo da Montefeltro, prima della seconda invasione del Ducato urbinate da parte di Cesare Borgia. Una ’dismissione’ voluta per evitare che il fortilizio potesse essere usato dal celebre Valentino contro il Duca d’Urbino.

Oggi, questo grande ed elegante baluardo ancora collegato ai ruderi della rocca da un suggestivo ‘soccorso coverto’, un camminamento sotterraneo con oltre 360 gradini, è sede del Centro di scultura contemporanea. Una collezione che annovera opere di importanti artisti contemporanei nazionali e internazionali.

Continuando il nostro percorso sulla Flaminia, spingendoci verso Fano, incontriamo Fossombrone. L’antica Forum Sempronii, importante municipio romano, sorgeva nell’attuale località di San Martino del Piano, più a est dell’attuale abitato. L’odierna Fossombrone si presenta agli occhi del visitatore nella sua impervia maestosità, adagiata su un’altura, seguendone il naturale digradare verso valle sino allo scorrere del fiume Metauro.

La cittadina forsempronese passò nei secoli in mano a varie famiglie, tra queste gli Este che la ebbero in feudo nel XIII secolo e, all’incirca un secolo dopo, ai Malatesta che la provvidero di una struttura difensiva, aggiunta alle altre rocche marchigiane.

Acquistata da Federico da Montefeltro nel 1444, Fossombrone vide un felice periodo sotto i Duchi di Urbino. Che, vista la salubrità e l’amenità del luogo, vi soggiornarono adattando in stile rinascimentale la preesistente Corte Alta. Alla quale lavorarono gli stessi architetti del Palazzo d’Urbino, Laurana e Francesco di Giorgio Martini. E costruendo la Corte Bassa e la Corte Rossa, dimore predilette in special modo dagli esponenti della famiglia della Rovere.

Della Rocca d’epoca malatestiana, rimaneggiata per volere di Federico da Montefeltro da Francesco di Giorgio Martini, (con l’aggiunta, tra le altre cose, delle mura a scarpata e con la costruzione di un grande puntone carenato affiancato da due torrioni) rimangono solo dei potenti quanto romantici ruderi. Poiché, così come per Cagli, Guidobaldo da Montefeltro pur di non lasciare questo importante ‘arnese da guerra’ al nemico Borgia ne dispose l’abbattimento.

Rocche marchigiane e corti
In apertura, il torrione martignano di Cagli. Qui sopra, la rocca malatestiana di Fossombrone. Sotto, un disegno della Rocca e del Torrione tratto dal Codice Magliabechiano di Francesco di Giorgio Martini.
Rocche marchigiane e corti
Pubblicato su Pesaro IN Magazine 02/24, chiuso per la stampa il 29/11/2024

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