E fino al 2018 la pala è stata esposta assieme ad altri capolavori del pittore ravennate. Di formazione veneziana, Rondinelli lavorò nella bottega del maestro Giovanni Bellini. Ad accogliere e presentare il progetto di restituzione sono stati la direttrice del museo Nazionale Emanuela Fiori, il direttore del polo museale regionale, già Soprintendente a Ravenna, Giorgio Cozzolino e il sindaco Michele De Pascale.
Il dipinto di Nicolò Rondinelli San Giovanni Evangelisa racconta con vivacità espressiva l’episodio del sogno dell’imperatrice Galla Placidia avvenuto dopo la costruzione della basilica di San Giovanni evangelista.
L’imperatrice colta da una tempesta insieme al figlio Valentiniano III nel viaggio di ritorno da Bisanzio a Ravenna, in mezzo ai flutti invocò la protezione del santo e fece voto di erigergli una basilica. Il dipinto descrive la celebre leggenda del sandalo, o della Visione di Galla Placidia tra un gruppo di Angeli. Prima della consacrazione della basilica, l’imperatrice, assistita dal confessore san Barbaziano, veglia davanti all’altare. Le appare san Giovanni Evangelista in vesti di vescovo, che incensa la basilica con il turibolo.
Prima di scomparire, lascia all’imperatrice il sandalo pontificale come sua reliquia, per la consacrazione. La tavola nel nuovo allestimento, trova posto al primo piano del complesso monastico di San Vitale, dove sono esposte altre opere provenienti dalla chiesa di San Giovanni Evangelista, tra cui le lunette cinquecentesche con le Storie di Galla Placidia, affrescate da Francesco Longhi.
Dopo la caduta del dominio napoleonico le autorità civili ed ecclesiastiche ravennati chiesero, come quelle della Romagna e di altri territori, la restituzione delle opere prelevate e destinate a Brera e ad altre sedi, ma senza successo.
Anche se Corrado Ricci decenni dopo non mancò di polemizzare sulla presunta scarsa risolutezza delle autorità. “E gran torto ebbe allora Ravenna di non farsi viva a domandare il suo! Ora essa avrebbe, oltre ai principali dipinti de’ suoi pittori come il Rondinelli, il Cotignola, il Longhi, anche il Martirio di San Vitale del Barocci e quell’insigne capolavoro dell’arte ferrarese che è la Pala Portuense di Ercole Roberti!”