Ecco, più legato al francescanesimo che non alla figura del santo San Francesco, il Tempio Malatestiano rappresenta il simbolo della presenza dei francescani e del loro ruolo in città. Tanto che fu proprio qui, nella chiesa di San Francesco, che volle farsi inumare Malatesta da Verucchio, il Mastin Vecchio di Dante. La chiesa di Santa Maria in Trivio, com’era chiamata, fu concessa ai francescani 31 anni dopo la morte di Francesco nel 1257.
Basta spostarsi di qualche metro sul fianco a monte ed ecco comparire, dietro l’eleganza delle sette arcate in pietra d’Istria, le grandi finestre in stile gotico dell’antica chiesa francescana che si cela sotto la monumentale opera ideata dall’Alberti. San Francesco, Rimini, sono diverse le modalità con cui è possibile seguire le orme francescane. E, non abbiamo remore nell’ammetterlo. Giungere al Santuario della Verna a piedi è sicuramente più vicino allo spirito originario di un cammino spirituale di quanto, in sella alla nostra moto, noi ci accingiamo a fare.
Pochi chilometri più avanti ecco che, ai piedi della rupe di Verucchio, la presenza anche fisica del santo si fa più sicura, certa e importante. C’è anche una data – siamo nella primavera del 1213 – e un luogo dove è sorto il più antico luogo francescano dell’Emilia-Romagna. Santificato dalla presenza di San Francesco che qui, in una primitiva capanna di frasche e fango costruita nel cuore del bosco, si fermò più volte a pregare. Di quella presenza rimane poi un segno ancor più reale e tangibile. Un cipresso maestoso, alto più di 25 metri. Coi suoi 800 anni tra i più antichi d’Italia che la tradizione vuole nato dal ‘bordone’ del santo, lasciato infisso nel terreno.
Il viaggio ora prosegue risalendo il Marecchia fino a giungere a San Leo, forse il maggiore tra i luoghi topici, legati a Francesco. Fu qui infatti – e questa è Storia – che l’8 maggio 1213 il Conte Orlando de’ Cattani, signore di Rocca di Chiusi nel Casentino, rimase affascinato dalla predica di Francesco. Tanto da offrirgli in dono il monte della Verna. Il luogo cioè che ebbe un ruolo centrale nell’opera di evangelizzazione del santo e anche nel suo percorso di fede. Tanto che fu proprio lì che secondo la tradizione Francesco ricevette le stimmate portate in dono da un angelo.
Il Convento di Sant’Igne, nascosto nel bosco nelle vicinanze di San Leo, è poi un altro luogo topico legato alla narrazione sacra. Tanto da indicare anche nel nome (ignis, fuoco) l’apparizione miracolosa del ‘sacro fuoco’ che nella notte indicò a San Francesco il sentiero che conduceva al Monte Feretrio.
Discendendo verso il fiume per poi nuovamente innalzarci lungo i tornanti ecco Perticara prima e Sant’Agata Feltria poi. Dominata dalla bellissima Rocca Fregoso disegnata da Francesco di Giorgio Martini, Sant’Agata Feltria è anche uno dei principali luoghi francescani. Ne sono testimoni, all’ingresso del borgo, il Convento dei Cappuccini e il Monastero delle Clarisse che la tradizione vorrebbe legati al passaggio del santo.
La meta si fa prossima, inoltrandosi sui sentieri che toccano Balze e zigzagano su quella linea incerta che è il confine tra Emilia-Romagna e Toscana. Ecco, infatti, appollaiato su uno spuntone di roccia ricoperto da una monumentale foresta di faggi e abeti, il Santuario della Verna. Un luogo che nonostante l’enorme richiamo che esercita su fedeli o più semplici turisti riesce ancor oggi a trasmettere un’atmosfera unica. Una commistione fra misticismo e natura. Fra pensiero e materia. Dove il Sole e il Fuoco sono ‘fratelli’ con la Luna e le Stelle, il Vento e l’Acqua. E sorella Terra è la ‘madre’ capace di nutrire e prendersi cura degli uomini con i suoi frutti e le sue erbe.
Un amore che il Cantico delle Creature trasforma in poesia in grado ancor oggi di giungere, solo a volerla ascoltare, al cuore di tutti gli uomini.