Sta proprio qui, nel diverso modo di affrontare la vita, il punto di forza di Cristina e Isabella, le sorelle Zani. Lo stesso che le ha portate a rivoluzionare insieme l’ambiente di lavoro. L’azienda di famiglia Zani Saldature, che nel 2020, dopo quasi quarant’anni, ha cambiato nome in Zani Work.
Specializzata nella rivendita di accessori per saldature prima, e punto di riferimento per il mondo dell’abbigliamento da lavoro dopo, la realtà cesenate è ora in mano alle due sorelle Zani che ne hanno fatto un luogo in cui sperimentare con caparbietà nuovi modi di vestire sul lavoro e di farsi conoscere.
“Era il 1999, avevo 28 anni. Vestivo (e veste, ndr) alla moda indossando abiti e scarpe col tacco. Così mi presentavo anche nelle officine per provare a vendere materiali da saldatura. Ho ricevuto tanti sguardi dall’alto in basso e tanti no, ma non ho mollato.
Con forza e tenacia ho continuato a lavorare nell’azienda di famiglia fondata da mio padre Zeno nel ‘70 e che nell’82 è diventata ufficialmente Zani Saldature.” Racconta così il suo ingresso Isabella, la sorella maggiore, capelli ricci e occhi che brillano.
“Non è stato facile all’inizio anche perché provenivo da un altro mondo. Avevo studiato biologia ma non la sentivo più come la mia strada ed ero alla ricerca del mio posto.” Guai a pensare però che il nuovo mestiere intrapreso non fosse il suo.
“Sono gli anni 2000,” continua, “e la legge 626 del ‘96 sulla sicurezza sul lavoro viene sempre più applicata. Decido di approfondirla e capisco che la nostra attività ha tutte le carte in regola per lanciarsi sui dispositivi di protezione individuale. A poco a poco, oltre a proporli alle aziende già nostre clienti, mi allargo anche al settore dell’alimentare e della metalmeccanica, riconoscendo l’importanza dell’antinfortunistica e dell’abbigliamento da lavoro.”
Abbigliamento da lavoro. È proprio questo il core-business delle sorelle Zani. La chiave di volta che ha permesso loro di diventare quello che sono oggi, una piccola azienda (solo 4 dipendenti ma se ne stanno aggiungendo altri) dai grandi risultati.
Tra i loro clienti annoverano nomi come Apofruit, Orogel, Granfrutta Zani, Paresa, Trevi, Righi Group, Promau, Fiorini Industries. E per ognuno di loro Isabella e la collega Silvia Fioravanti hanno individuato le divise perfette. In certi casi in qualità di rivenditrici, in altri progettando un lavoro sartoriale.
Nel 2008 vede infatti la luce Fashion Work Italy, il marchio attraverso cui Zani Work crea su misura l’abbigliamento per le aziende. Un elemento distintivo non più trascurabile. “C’è sempre più sensibilità da parte delle imprese e dei dipendenti,” spiega Isabella Zani, “nel veicolare i propri valori e credibilità attraverso un vestiario che non rispetti solo le regole di sicurezza ma che abbia anche uno sguardo rivolto verso lo stile.”
Isabella ha quindi rivoluzionato l’azienda di famiglia, ma molto probabilmente non saremmo qui a raccontarlo se non fosse per l’attività di Cristina, la sorella minore delle sorelle Zani. Improvvisamente, dopo una vita da giornalista professionista, nel 2018 ha deciso di mettere piede in azienda, proprio lei che aveva sempre voluto starne alla larga.
“C’era bisogno di me,” spiega. “Mia madre iniziava a ridurre la sua presenza al lavoro ed era auspicabile un ricambio generazionale. Allo stesso tempo mi rendevo conto che mia sorella Isabella lavorava senza farsi pubblicità e affidarsi alle potenzialità del digitale. L’azienda non aveva un sito web e nemmeno delle pagine social attraverso cui farla conoscere.
Ho deciso quindi di rimboccarmi le maniche, e più che occuparmi del commerciale o dell’amministrazione per cui non ero portata, mi sono dedicata a ciò che sapevo fare: comunicare.”
Per Cristina, animo viaggiatore e spirito ribelle, è stato un salto nel buio l’ingresso a 47 anni in un ambiente a lei estraneo. “Mi sono lanciata in una sfida. Era da tempo che il mio primo lavoro non mi stimolava più a formarmi,” commenta. “Qui invece c’erano tante cose nuove da imparare e opportunità da cogliere attraverso la partecipazione ai bandi promossi dalle associazioni di categoria. Sono loro che mi hanno aiutato a ottenere finanziamenti che hanno consentito di modernizzare l’immagine aziendale.”
Il primo passo è rinnovare. “Volevamo invogliare e abituare i clienti a venire da noi. Per questo abbiamo sistemato i locali in maniera originale attraverso un progetto di restyling sostenibile che ci ha permesso di riutilizzare materiali da riciclo. Questo lavoro ci ha fatto vincere il premio Excelsa di Confindustria Romagna dedicato alle aziende eccellenti. Abbiamo creato anche uno showroom dove poter ammirare i capi che abbiamo da offrire, tra cui una linea di borse.”
Quello che unisce l’ambiente Zani Work all’arte è il progetto Vie del Lavoro, che attraverso murales traccia tutto il percorso dell’evoluzione aziendale. I disegni sulle pareti conducono il visitatore in un viaggio che parte dalla storia e attraverso gli archetipi primordiali, l’area dell’ufficio creativo e lo showroom arriva fino alla stanza digitale.
“Quest’ultima,” racconta Cristina, “è nata nel periodo della pandemia per mantenerci in contatto con i clienti. In realtà non l’abbiamo sfruttata molto per questo motivo, ma più per sviluppare la parte social creando contenuti e interviste a esperti e clienti successivamente pubblicate sul nostro canale YouTube.”
Saletta digitale, social, interviste… se la sorella maggiore ha cambiato il corso dell’azienda tagliando il primo ramo, la sorella minore le ha dato una spinta a livello di marketing prima impensabile.
“Per farlo,” continua, “ho dovuto lottare non poco con Isabella perché avevamo idee estremamente differenti.”