A San Benedetto in Alpe, a poca distanza dal confine con la Toscana, si trova un luogo speciale dove le generazioni di una famiglia si sono susseguite, senza soluzione di continuità, a partire dal lontano 1822.
Suonano ‘sgangherati’ per le vie del paese invocando San Crispino, il protettore dei calzolai, “perché senza di lui non avremmo le scarpe per andare in giro a suonare.”
Una è sognatrice, l’altra è razionale. Una ama sperimentare, l’altra preferisce la concretezza dei numeri. Una si occupa di dare visibilità all’azienda, l’altra di consulenza e di far quadrare i conti.
Possono essere definiti dei giapponesi mancati. Arrivano dalle terre del riminese, in particolare da San Giovanni in Marignano, e hanno scelto Cesena per far crescere non solo la famiglia, ma anche le loro realtà imprenditoriali.
“Prendere e partire” senza indugi. Lasciarsi alle spalle una vita troppo stretta o una delusione e andare a scoprire il mondo. Chi non lo ha mai pensato o desiderato almeno una volta nella vita?
“L’alchimia che unisce le persone intorno a un calice di vino è tutto. A distanza di tempo si può non ricordare l’etichetta o il nome della cantina, ma l’occasione e i compagni con cui si è condivisa l’emozione di un determinato vino non si dimentica".
Le grandi vetrate illuminano la cucina a vista, il bancone impolverato di farina e il via vai di persone che ordinano la piadina e si siedono nei tavoli affacciati sul porto canale di Cesenatico. I passanti, dall’altra parte, si voltano attirati dai profumi che escono da quella grande finestra a lato della cucina.