L’intuizione vincente di Technacy? Aver capito in anticipo che tutto ciò che in un primo tempo si faceva solo col computer, poi sarebbe stato possibile farlo anche con il telefonino.
L’obiettivo di Technacy, come ricordato dal termine stesso in inglese che in Australia identifica una specifica materia di studio universitario, è quello di capire, applicare e comunicare soluzioni tecnologiche, da utilizzare nella vita quotidiana di ogni persona per migliorarla.
In sintesi, l’azienda sviluppa applicativi per la gestione di Sim ed eSim, venduti a grandi compagnie telefoniche. Oltre a Foschi, hanno contribuito alla nascita di Technacy, sin dall’inizio, la compagna Michela Gulminelli (risorse umane), Antonio Strada (sviluppo) e Anna Tommaselli (amministrazione). L’azienda, pur essendo orientata all’espansione internazionale, è fortemente legata al territorio come dimostra l’acquisto in asta pubblica – nel marzo 2020 – di un ex colonia marina a Pinarella che, dopo lavori di ristrutturazione e riqualificazione, diventerà la nuova sede e spazio aperto alle imprese.
D. Vittorio Foschi, come le è venuta l’idea di aprire Technacy nel marzo 2011?
R. “È stata una sfida. Faccio parte della seconda generazione di periti informatici a cui le porte del lavoro si sono spalancate subito dopo il diploma. Negli anni Novanta, il raccordo scuola-lavoro funzionava.
Dopo vent’anni il grande passo, ossia l’apertura di un’azienda tutta mia insieme a mia moglie e a due collaboratori che, come me, decidono di lasciare un ambiente lavorativo comodo per entrare in un mondo imprevedibile. Siamo comunque rimasti nel nostro settore, quello dell’informatica e delle telecomunicazioni, proseguendo il percorso già iniziato. Credevamo in quello che stavamo facendo.”
D. Dal 2018, anno della svolta con l’acquisizione di Vodafone e Tim come clienti, la crescita dell’azienda è stata esponenziale. Cosa è successo?
R. “Siamo cresciuti notevolmente passando da 6 a una ventina di persone per far fronte alla mole crescente di lavoro. La creazione di piattaforme software per compagnie telefoniche. Fondamentale è stata l’osservazione del contesto in continua evoluzione e la sperimentazione ogni giorno di nuove soluzioni in grado di rispondere all’evolversi dei bisogni e dei cambiamenti tecnologici. L’intuizione vincente è stata quella di capire che tutto ciò che ha un Sim entra nella sfera degli applicativi della telefonia mobile e può essere migliorato in termini di controllo e sicurezza.”
D. Si potrebbe riassumere la vostra filosofia con ‘la tecnologia che migliora la vita’?
R. “Sì, la tecnologia deve migliorare il benessere, altrimenti non ha senso. La nostra è una visione olistica. Ci crediamo dal 2009, ancora prima che nascesse Technacy a livello societario, quando il mercato si stava aprendo alla globalizzazione e le aziende alla mobilità. Abbiamo sempre creduto che il cellulare sarebbe diventato lo strumento del futuro perché consente di essere perennemente connessi, cosa che ha cambiato il mondo. E oggi siamo già pronti sul fronte eSim. Ogni nuovo smartphone le utilizza. Per il team del motomondiale MTA Racing abbiamo creato lo scorso anno una soluzione con cui gestire in tutto il mondo il roaming aziendale, grazie alle possibilità offerte della eSim. Da inizio anno è diventato un prodotto a disposizione di ogni cliente.”
D. Non c’è azienda senza persone e infatti siete nati come un gruppo di colleghi-amici. In più, nel vostro caso l’azienda è fortemente radicata nel territorio…
R. “Da sempre alla ricerca di nuove opportunità, abbiamo deciso di prendere una vecchia colonia di viale Italia 330 a Pinarella, dove nascerà la nostra ‘Silicon Valley’, o meglio la nostra ‘Silicon Beach’. Un luogo unico, davanti alla spiaggia e alla pineta, in cui già ci immaginiamo di passare la pausa pranzo e qualche momento di svago dal lavoro. In più, il tetto della colonia è completamente calpestabile e si presta per eventi e feste. Insomma è una bella suggestione. La struttura, completamente in disuso e in stato di abbandono, richiede molte cure e dovrà essere un domani anche sostenibile dal punto di vista economico.
Oltre che per portare valore all’azienda, vorremmo utilizzare questo edificio di quattro piani per collaborare con altre imprese, attraverso esperienze di co-working, condivisioni e contaminazione. È quella che chiamiamo Open Innovation.”
D. Michela Gulminelli, lei è responsabile delle risorse umane: quanto è importante creare un ambiente lavorativo confortevole?
R. “È fondamentale. Anche se qualcuno che va via c’è sempre, è inevitabile, ci piace che le persone vivano bene in azienda, anche perché per apprendere le giuste competenze ci vuole tempo. Il progetto di recupero della colonia va in questa direzione: creare un posto innovativo per il lavoro.”
D. Quali sono stati i momenti più difficili che Technacy ha dovuto affrontare?
R. “All’inizio e per lungo tempo abbiamo dovuto gestire tante situazioni, anche al limite. Ci è capitato spesso di avere una prospettiva di pochi mesi, per il timore di non farcela. E ogni volta ci stupivamo di esserci ancora. Poi, dal 2018, i puntini si sono uniti da soli e le cose hanno cominciato a ingranare.”
D. Punto di forza dell’azienda è l’internazionalizzazione. A che punto siete?
R. “L’espansione internazionale è iniziata nel 2019 grazie all’accordo con il gruppo olandese Calvi, una delle compagnie leader mondiali della fatturazione digitale. Questo ci ha portato a partecipare a fiere internazionali come quella a Barcellona. Mettere il naso fuori dai confini, ci ha fatto capire quante potenzialità ci sono ancora da sfruttare.
Partiremo presto in tutta l’Africa e in alcuni stati tecnologicamente più evoluti e che hanno problemi simili ai nostri di qualche anno fa, come Dubai e i Paesi del Golfo, dove la nostra piattaforma roaming può essere utile. Da rilevare poi che nel 2022 Technacy è entrata ufficialmente nell’organizzazione mondiale Global System for Mobile Communications (GSMA), di cui fanno parte solo 14 aziende italiane sugli oltre mille membri internazionali, e che quest’anno abbiamo aperto la nostra prima sede legale all’estero in Spagna, a Madrid. Per sostenere il percorso d’internazionalizzazione, utilizziamo il team di innovation manager di Smartech, società di servizi per l’innovazione alle imprese di Confindustria Romagna.”
D. Un sogno nel cassetto?
R. “Premesso che crediamo che il mondo della telefonia mobile sia a un punto di svolta e che nasceranno nuovi modi di portare questo tipo di servizio, ci piacerebbe diventare operatori di telefonia mobile. Poi abbiamo un bel po’ di progetti da sviluppare ma la cui nascita non dipende solo dalla nostra volontà.”